Non sono d’accordo con quanti, intervenendo sulla assurda polemica nata per una battuta del Presidente Berlusconi sui precari, affermano che, in fin dei conti, si trattava semplicemente di ‘una battuta di spirito che purtroppo non è stata capita da molti’. Non sono d’accordo perché, se così fosse, vorrebbe dire che la polemica si è sviluppata, con grande battage pubblicitario, per una errata interpretazione di quanto accaduto. Ma le cose non stanno così.
Gli avversari del Popolo della Libertà non sono per nulla degli imbecilli al punto da non capire lo spirito di una battuta. La verità è che essendo a corto d’argomenti si buttano, a costo del ridicolo, su tutto ciò che può distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla gravità della situazione del Paese, e dall’assenza di respiro politico nella loro campagna elettorale che si trascina tra un nuovo che non esiste, e la ricerca di una verginità politica che, dopo Prodi, come tutte le verginità , è impossibile da ricostruire.
Non sono neanche d’accordo con quanti ‘sconsigliano’ Silvio Berlusconi dal parlare senza rete e senza cautela. Anche loro sbagliano profondamente quando pensano che le polemiche, costruite dalla sinistra e dal coro dei giornali del soccorso rosso, siano frutto di ‘mosse maldestre’ del Cavaliere. Non è affatto così, perché qualunque cosa dica Berlusconi, e sottolineo qualunque cosa, scatta immediata la polemica. Anzi, essa scatterebbe anche se il leader del Popolo della Libertà , decidesse di non parlare più fino al 13 e 14 aprile. Veltroni, Prodi, la Repubblica, l’Unità , Travaglio, con tutto il loro armamentario propagandistico, vi costruirebbero attorno la qualunque, affermando che il silenzio di Berlusconi nasconderebbe, di certo, chissà quali nefandezze per tessere trame eversive ed antidemocratiche essendo impossibile che egli abbia deciso di starsene zitto zitto dietro le quinte.
Se poi, avviato il can can propagandistico, com’è avvenuto nell’ultimo caso, ci si trova di fronte ad una giovane che non solo ci ha scherzato sopra assumendo l’episodio per quello che effettivamente era, ma addirittura ha dichiarato che sicuramente voterà per il PdL, Veltroni & C. entrano in fibrillazione perché incapaci di gestire una vicenda nella quale non era prevista una variabile fuori dal loro controllo. E’ un clichè che si ripete purtroppo sistematicamente per poterlo catalogare come incidente causato da ‘reazione maldestra’.
Se gli strateghi della sinistra (si sinistra, proprio quella di Veltroni) pur sapendo perfettamente che dopo due/tre giorni di polemiche tutto ritorna normale perché i fatti hanno la testa più dura di qualunque speculazione, continuano a insistere sul terreno della denigrazione, dello sberleffo e della violenza critica, vuol dire che gli obiettivi sono altri, come quello di nascondere la pochezza dei loro argomenti spostando l’attenzione sulle più disparate schiocchezze.
Se da una parte, quindi, è necessario rispondere e parare i colpi, dall’altra bisogna ragionare con la gente sui programmi, gli obiettivi e le realizzazioni da fare nei primi cento giorni di governo che sono quelli che qualificano una compagine governativa. Il Nuovo PSI è su questo che sta facendo e continuerà a fare la propria campagna elettorale, convinto più che mai che non basta solo il messaggio mediatico per vincere, ma che esso vada accompagnato da un lavoro capillare, come si suol dire, ‘porta a porta’, con l’obiettivo di contattare il maggior numero possibile di elettori, soprattutto quelli indecisi o propensi ad esprimere un voto di semplice testimonianza.
Giovanni ALVARO
Reggio Calabria lì 17.3.2008