LA PROTERVIA E L’ARROGANZA NON DEVONO PASSARE

No e poi no, l’arroganza e la presunzione con le quali si tenta di imporre al Parlamento di fare una scelta, a Presidente della Vigilanza Rai, molto discutibile per l’assenza totale, nel candidato proposto, di un pur minimo elemento di equilibrio da super partes, non possono e non devono passare. A tal fine non potranno servire nè i digiuni pannelliani, né lo stesso invito di Giorgio Napolitano al Parlamento a voler adempiere pienamente ai propri compiti istituzionali.

Il digiuno di Marco Pannella e l’invito del Presidente della Repubblica, ambedue indirizzati a tutti i ‘contendenti’, devono, semmai, servire a ricercare condivise vie di sblocco di una situazione delicata che sembra utilizzata per sancire pesi e contrappesi all’interno del variegato mondo dell’opposizione. La Presidenza della Vigilanza è in sostanza la scusa per misurarsi tra Di Pietro e PD, e poter affermare, da parte dell’IDV, il proprio indiscusso autonomo ruolo di giacobinismo allo stato puro, e la propria capacità di imporre i propri disegni anche ad una grande aggregazione com’è il partito nato dalla somma di DS e della Margherita..

Non c’è altra spiegazione, infatti, nel volersi intestardire in una proposta, antesignana del giustizialismo dell’era moderna, che storicamente rappresenta la parte più oscena delle forze succube del ruolo ‘etico’ della Magistratura, e la parte più plateale dell’antimafia da convegno o da tavola rotonda. Indecenti i suoi attacchi a Giovanni Falcone che hanno contribuito a isolarlo rendendolo più esposto alla strategia stragista della mafia siciliana, e vergognosi e infamanti, in una trasmissione televisiva, gli attacchi diretti contro il Maresciallo Lombardo che non ha retto alle insinuazioni e si è sparato un colpo di pistola alla testa alla vigilia del suo viaggio negli States per prelevare il boss Badalamenti che era pronto a venire a deporre al processo contro Giulio Andreotti per smentire le panzane sostenute dal cosiddetto ‘pentito’ Buscetta.

No e poi no, il nostro Leoluca Orlando Cascio può stare con Di Pietro, può essere stupidamente accolto, per ragioni di alleanza, dagli ex comunisti, può continuare a fare carriera con l’antimafia da barzelletta e utilizzare tutte le occasioni che gli si presentano, ma non può essere un soggetto super partes in un ruolo da assumere con i voti determinanti del PdL.

Ed allora, come si esce dall’impasse? Come rispondere positivamente ad un Presidente, che superata la fase di rodaggio iniziale, si sta dimostrando veramente super partes? Come evitare che l’attuale ‘digiuno’ pannelliano (ma sarebbe ora che Marco la smettesse di ‘ricattare’ il sistema politico italiano con questi mezzi) possa scivolare verso pericolosi sbocchi? La strada è quella di una rosa di nomi tra i quali scegliere. E’ la proposta avanzata da Casini che, a scanso di equivoci, ha dichiarato anche che non intende avere nella rosa alcun nome di personaggi aderenti al suo partito.

La convocazione della riunione congiunta dei capigruppo alla Camera ed al Senato decisa da Schifani e Fini va in questa direzione, e credo che il Nuovo PSI di Stefano Caldoro debba sostenere questa strada che, tra l’altro, sarebbe la più corretta per evitare la ‘putinizzazione’ del Parlamento (vero Veltroni?) che con una sola proposta sarebbe chiamato solo a ratificare quanto la protervia e l’arroganza scodellano. La storia ci ricorda che questo, nel nostro Parlamento, non avviene neanche per l’elezione del Presidente della Repubblica. Non può adesso avvenire perché lo richiede il Di Pietro di turno.
Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 05.10.2008

Tavola Rotonda del Nord: un progetto che dobbiamo fare insieme

Credo che si debba cambiare anche il sistema di preparare questi convegni; non più un’oligarchia ristretta, che decide spesso disconnessa dalla realtà, ma delle tesi da sviluppare aperte al contributo della rete.
Vi chiedo quindi di mandarmi tutti i suggerimenti che ritenete opportuni, perchè si possa riempire di contenuti il ragionamento politico che i Socialisti vogliono fare.
Nel frattempo sono andato a riascoltare alcuni contributi del convegno che la Direziona Nazionale (vera) del PSI (vero) fece a Brescia nel 1990. Per chi volesse qui c’è il link.
Aspetto il vostro contributo.

Grazie
Franco Spedale

Contributi del Convegno 1990

Puoi lasciare il tuo suggerimento come commento a questo post oppure compilare la form:

Una grande manifestazione politica dei Socialisti del Nord

È di questi giorni la notizia del Congresso, previsto per Gennaio-febbraio 2009, di “fondazione” della PDL.
Una circolare a firma del coordinatore di F.I. Verdini e del reggente di A.N. La Russa, apparso anche nei giornali, tracciano il percorso di un processo che sembra tutto interno ai due principali raggruppamenti.
La somma dei due partiti insomma che, riprendendo logiche ormai a noi Socialisti ben conosciute, considerano tutto il mondo ruotare attorno a loro e di utilizzare, a seconda delle necessità io piccoli raggruppamenti di turno, Nuovo PSI compreso.
Un dibattito, che seppur apparentemente non ci può interessare, in realtà ci obbliga a svolgere alcune riflessioni.
La prima riflessione riguarda al ruolo che una componente laico-liberal Socialista potrebbe e può svolgere all’interno della PDL, ossia senza i “Socialisti” il PDL cosa rappresenta?
Io sono convinto che la nostra area sia elemento indispensabile per la formazione di un nuovo soggetto politico, moderato, innovatore e aperto alle nuove problematiche. E non lo dico da Socialista convinto quale sono sempre stato, lo dico perché oggettivamente manca oggi in Italia un’area che si riconduca alla politica riformista del Socialismo liberale.
È conseguenza evidente che senza il Socialismo liberale il PDL è assolutamente assimilabile al PDL senza la L cioè il PD, un’aggregazione che specularmente si trova ad essere conservatrice.
La seconda riflessione si basa sul fatto se possiamo o meno incidere sulle regole del gioco.
È altrettanto evidente che la risposta è NO.
Del resto un ceto politico che si autocelebra e autonomia non può far altro che stringere il cerchio invece che allargarlo poiché se il meccanismo di confronto si dovesse basare sulle capacità politiche, credo, senza esagerare che il 99% degli attuali dirigenti dei maggiori Partiti Politici si troverebbero immediatamente disoccupati.
E qui si pone per noi il vero problema.
Se siamo convinti, come lo siamo che non vi siano neppure le minime condizioni per intraprendere un confronto con il PD, dobbiamo allora capire come diventare elementi necessari per la costruzione del VERO PDL.
Se si modificherà la legge al Parlamento Europeo, se toglieranno cioè le preferenze e metteranno lo sbarramento, se le liste alle Provinciali saranno composte da AN-FI (PDL) da una parte e i partiti minori dall’altra nel ruolo degli utili idioti se si continuerà il processo di mortificazione di un confronto culturale (bene Gasparri!) come si è sempre continuato noi Socialisti Liberali, abbiamo il dovere di imporci con le idee.
Dobbiamo essere in grado di declinare capillarmente il significato dell’essere Socialisti-Liberali, di essere riformisti di essere innovatori.
Sono molto preoccupato del fatto che alle prossime elezioni Provinciali, laddove saremo determinanti Verdini e La Russa verranno a chiedere la presenza delle liste del Nuovo PSI.
Perché se questo dovesse avvenire senza che noi siamo stati in grado di costruire un progetto politico del dopo Berlusconi, verremo corteggiati, qualcuno di noi si sentirà gratificato per essere stato coinvolto, ma il giorno dopo saremo nella disperazione totale.
A me il PDL così come si sta formando non mi attira molto, almeno per il momento.
Credo fortemente nel processo federativo che possa veraci coinvolti, ma anche per avere il coraggio di proporci come interlocutori dobbiamo essere in grado di dimostrare di non essere dei questuanti della Politica ma viceversa di avere un progetto.
Una grande manifestazione dell’Italia Settentrionale che affronti con coraggio e prospettiva il tema del Federalismo Fiscale, della riforma del Lavoro, del miglioramento delle Infrastrutture, del riordino del Sistema Sanitario, che dia il senso di ciò che significa essere Socialisti oggi nell’Italia Settentrionale è quello che mi sono proposto di fare entro la fine dell’anno e che propongo a tutto il Partito Nazionale, affinché ripartendo con delle tesi Politiche dal Nord si possa tracciare un cammino che non sia solo elettorale ma che abbia il coraggio di scommettere sulla Politica.
Questo sistema non può reggere ancora molto, la politica ha delle sue regole e queste prima o poi ritornano prepotentemente, perché nulla può essere lasciato al caso, né tantomeno all’improvvisazione.
Solo riuscendo a spostare il confronto sulla politica allora potremmo dire di essere indispensabili.
Diversamente il nostro sarà un gioco al massacro, fatto di tante delusioni e di poche soddisfazioni.

Il percorso costituente del Popolo della Liberta’

L’accelerazione data alla semplificazione del quadro politico nazionale con le elezioni di aprile, impone alle forze politiche moderate di dare seguito alla costituzione di quel nuovo partito noto come “Popolo delle Liberta’”. In proposito, pero’, va fatta una considerazione preliminare, che sembra di per se’ ovvia, ma che costituisce elemento di evidente originalita’ : un partito che non c’e’, o almeno non c’e’ ancora nella sua forma giuridica , aggrega, vince, convince, propone, governa un Paese che vive una delle crisi piu’ difficili dal secondo dopo guerra ad oggi . Difronte a questo fenomeno nuovo le forze costituenti dovranno aprire una seria riflessione che investe, a mio giudizio, tre distinti profili: 1) il modello di Partito che si vuole costruire,2) il sistema politico nel quale esso dovra’ essere collocato e dovra’ operare, 3) quali le forze che dovranno interpretare questo nuovo corso . La risposta a questi tre quesiti presuppone pero’ la risposta ad una domanda preliminare : quale modello di democrazia vogliono veramente gli italiani? quello Parlamentare o quello presidenziale? Perche’ al di fuori di questi due modelli non ne esistono altri. Anzi la anomalia tutta italiana di questo lungo periodo di transizione politica che va dalla fine della prima Repubblica, al tramonto della cosiddetta seconda repubblica, e’ stata proprio quella di avere ipotizzato ed applicato un sistema ibrido, fatto di coalizioni onnicomprensive, costituite da formazioni disomogenee per estrazione culturale ed identitaria , di una elevata conflittualita’ all’interno delle stesse coalizioni, e con l’indicazione del premier per finalita’ puramente elettorali , senza che all’eletto, venissero poi effettivamente attribuiti i poteri previsti nei sistemi presidenziali . La risposta a questo quesito la si trova nella Costituzione, la quale ci impone di seguire il modello della democrazia parlamentare imperniato sul principio della centralita’ del Parlamento . Di qui la necessita’ e non solo la opportunita’ di costruire un partito , strutturato capillarmente sul territorio, che sia capace di catalizzare il consenso intorno a ragioni ideali e politiche, omogenee e condivise . Con il voto del 13 aprile scorso il popolo italiano ha dato una indicazione chiara: ha scelto il modello delle grandi democrazie europee, costituito appunto da due formazioni antagoniste attorno alle quali si polarizza la stragrande maggioranza del consenso popolare. Cosi’ il PDL ed il PD hanno raccolto, da soli, ben oltre il 70 per cento dei voti, mentre sono restate escluse dal Parlamento -ad esempio- le formazioni della sinistra radicale e ambientalista oltre che quella riformista moderata che ruotava intorno alla cd. Costituente socialista di Boselli, perche’ esse non hanno saputo evidentemente interpretare le esigenze di tutele reclamate da larghe fasce della popolazione, peraltro le meno garantite e le piu’ bisognose. Sotto tale profilo non puo’ passare inosservato, perche’ il dato e’ di per se’ eclatante, che alle comunali di Roma l’on. Alemanno ha raccolto nei quartieri popolari tradizionalmente di sinistra, piu’ voti del suo antagonista del PD. – Ma il PDL come dicevo oggi non e’ ancora un Partito e cio’ costituisce elemento di precarieta’, se non di confusione, nella attuale situazione politica italiana. Di fronte ad una crisi che e’ diventata crisi di sistema e che attraversa le strutture politiche, sociali ed imprenditoriali del Paese ormai da troppo tempo, non vi e’ altra strada, nell’immediato, che quella di accelerare il percorso costituente di un partito di massa che sia capace di assicurare governabilita’, ricambio della classe dirigente,concentrazione su piattaforme programmatiche omogenee e di ridare autorevolezza e stabilita’ al Parlamento. Perche’ soltanto un parlamento autorevole potra’ avviare la necessaria ed ineludibile stagione di riforme per rendere piu’ moderno, piu’ efficiente e piu’ competitivo il Paese. – Per venire al terzo ed ultimo profilo, quello del CHI dovranno essere gli interpreti della nuova formazione, e’ mia convinzione che elemento imprescindibile debba essere la capacita’ del nuovo soggetto politico di interpretare le istanze, le sensibilita’, le ragioni ideali, se si vuole anche le diversita’ di tutte le componenti ,nell’ambito di una organizzazione democratica. Un Partito cioe’ che sia capace di rimettere la Politica al centro del sistema, di confrontarsi sui programmi , di giocare il suo ruolo sui concetti di ricerca , di innovazione, di meritocrazia, di solidarieta’, di pari opportunita’, di equita’ sociale, di Giustizia. “ RINNOVARSI O PERIRE “ diceva Pietro Nenni. Ed oggi rinnovarsi significa dar voce ad un Paese che vuole riprendere il cammino della crescita adeguando i suoi strumenti alle nuove sfide globali di questo secolo, nell’ottica della integrazione, della tolleranza, della Pace , della sicurezza. E per far questo occorrera’ costruire una organizzazione capace, sin dall’inizio, di aggregare tutte le componenti politiche moderate, di estrazione laica e cattolica, le pluralita’ culturali, nel rispetto delle singole identita’, nell’ambito di quel partito network che Berlusconi immagina come centro di produzione politico culturale, un po’ sul modello dei partiti americani. Con il voto di aprile gli italiani hanno chiesto chiarezza. Linearita’. Rigore. Hanno dato fiducia alle formazioni ed ai partiti collegati all’attuale Premier, affinche’ superate le conflittualita’ e le contrapposizioni, si governi nella coerenza e nella condivisione dei programmi. In una recente intervista l’on. Capezzone, portavoce di Forza Italia, ha detto: “Nessuno dovra’sentirsi ospite in questa nuova casa” . Prendo come buon auspicio questa dichiarazione solenne. Se sara’ vero lo vedremo a breve. Qualora non lo fosse ciascuno di noi riprendera’ – in autonomia- il suo percorso, forte delle proprie idee. Ma in questa denegata ipotesi si sara’ persa forse l’ultima occasione .
Oreste Campopiano segretario reg.le N.PSI

Lettera aperta all’On. Stefano Caldoro:

Il Caso Englaro e le paure della fede

la questione sollevatasi con il controverso caso di Pier Giorgio Welby, nonché quella riguardante le attuali condizioni sanitarie di Eluana Englaro, sarebbero risultate maggiormente superabili se la nostra classe politica si fosse decisa ad introdurre, nel nostro ordinamento giuridico, uno strumento normativo fondamentale al fine di orientarsi intorno a simili problemi: il testamento biologico. Esso, infatti, nel caso di Eluana sarebbe risultato dispositivo prezioso, sia da un punto di vista etico, sia sotto un profilo più sostanzialmente pratico. Ed è per questo genere di motivazioni che risulta già in vigore in gran parte degli altri Paesi occidentali.
Se fosse prevista la possibilità di indicare in un testo scritto le effettive volontà di un malato allorquando questi è ancora nelle proprie piene facoltà mentali, le difficoltà di formazione della prova, in sede giudiziaria, favorevole o contraria ad ogni tentativo di cura nei casi di patologie terminali o di morte cerebrale, diverrebbero meno faticose da discernere.
Certamente, il tema etico di non lasciare mai nulla di intentato nella lotta contro le patologie incurabili rimane questione di fondo, soprattutto negli ambiti della sperimentazione di carattere medico – scientifico. Tuttavia, una certa facilitazione della decisione, pur lasciando al medico l’opportunità di obiettare nel merito per motivazioni di coscienza personale – vincolata altresì all’obbligo di indicazione del collega più adatto ad assumersi determinate responsabilità – appare esigenza non più procrastinabile per un Paese realmente civile. Non si tratta di porre limiti alla Provvidenza: si tratta di concedere a medici e singoli cittadini la possibilità di poter affrontare e risolvere con maggiore linearità quei particolari frangenti di ribaltamento logico che si vengono a creare nelle situazioni più drammatiche e complesse della nostra vita. In tal senso, il cattolicesimo appiattisce la propria impronta morale intorno ad un insano egualitarismo che mescola, assai confusionariamente, i sentimenti di natura più egoistica verso un nostro congiunto, con quelli più altruistici ed effettivamente sinceri.
Ciò risulta atteggiamento indotto sin dalle prime forme di espressione empirica dei nostri sentimenti religiosi: alle autorità ecclesiastiche non sembrano interessare le reali motivazioni per cui Dio viene adorato, purché Esso sia riconosciuto nella sua essenzialità mistico – divinatoria. Tanto per fare un esempio a te che sei napoletano, molti fedeli della tua città non venerano San Gennaro in quanto direttamente riconoscenti al mito del suo martirio o al messaggio del suo ministero, bensì per poter ricevere in cambio una ‘grazia’ di ordine miracolistico. Ora, un padre affettuoso come Beppino Englaro farebbe senza dubbio salti di gioia se sua figlia si risvegliasse dal proprio stato di morte cerebrale in seguito ad un miracolo. Tuttavia, dopo 16 lunghi e difficilissimi anni, egli ha compreso come si stia avvicinando il momento di dover lasciar andare la propria figliola verso Dio, ha cioè capito quanto sia divenuto egoistico il proprio desiderio di rivedere Eluana nuovamente in buona salute.
Eluana stessa, nelle sue dichiarazioni avanzate in passato, avrebbe voluto evitare di rappresentare un peso per la vita dei propri parenti più prossimi. Ma una ragazza con simili sentimenti, sotto il profilo strettamente morale, non può più morire: ella ha già sconfitto la morte, meritando il Paradiso proprio grazie al suo altruismo. Se la Chiesa continuerà a mettere in discussione simili concetti, caro Stefano, finirà con l’ottenere due esiti totalmente opposti a quelli sperati:
1) essa si vedrà messa in discussione in quanto incapace di concepire razionalmente determinate forme di ‘ribaltamento spirituale’, fornendo altresì il fianco alla concorrenza di culti alternativi quali quelli facenti capo alle superstizioni spiritistiche;
2) essa correrà inoltre il rischio di mettere involontariamente in crisi persino il dogma della resurrezione di Cristo, il quale, proprio secondo la morale cattolica, fu capace di vincere la morte decidendo di riporre con coraggio la propria anima nelle mani del Padre. Nel primo caso, ad una Chiesa paurosa nei confronti della morte si contrapporranno versioni alternative in grado di alimentare nuove culture ‘negative’ di questa; nel secondo, il rischio di andare incontro ad una grave forma di incoerenza teologica potrebbe intaccare il valore universalistico del proprio ruolo politico e morale nel mondo, relegandola al solo ambito delle culture religiose rivolte a pochi eletti o ristretta solamente a coloro che vi credono ciecamente.
Sta dunque alla Chiesa la vera decisione di fondo: essa vuol continuare a svolgere un ruolo attivo sul proscenio delle gravi ingiustizie della nostra esistenza terrena, oppure vuole limitarsi a promettere cose a cui essa stessa dimostra di non credere o di credervi in maniera contraddittoria? Caro Stefano, la ricerca di un significato nella nostra esistenza non è detto presupponga una verità eterna: forse è triste confessartelo, ma in quanto laico temo fortemente sia così. Una fede che si pone come paura della morte rappresenta solamente una stampella per coloro che desiderano certezze ma che non possiedono il coraggio di cercarsele in forme libere ed autonome. Ma una fede di questo genere finisce col pretendere solamente per sé la verità e, in base a ciò, rischia di giudicare ‘troppo oggettivamente’ la realtà. In tempi di rivolgimenti globali come quelli attuali, essa può dunque rivelarsi una costruzione dalle fondamenta assai precarie, un vedere che non aiuta o un sapere che non giova a nulla. Ti abbraccio fraternamente.

di Vittorio Lussana
Condirettore di www.diario21.net
Capo redattore centrale di www.laici.it

RIFORME: NUOVO PSI, NECESSARIE PER FAR RIPARTIRE IL PAESE

(ANSA) – ROMA, 12 LUG – ‘Le riforme costituzionali sono essenziali per far ripartire il Paese. Tra queste vi e’ anche quella della riforma elettorale, poiche’ un Paese deve essere guidato da una classe dirigente illuminata e non improvvisata’.
Lo sostiene Franco Spedale, vice segretario nazionale del Nuovo Psi di Caldoro.
‘Questo sistema elettorale non va affatto bene, qualsiasi modello si dovesse scegliere – aggiunge – non dovra’ prescindere da un fatto: le preferenze’.
‘La preferenza – sottolinea – comporterebbe infatti una maggior selezione dei Parlamentari, obbligherebbe alla formulazione di un progetto politico e farebbe sparire un sacco di partiti fantocci’.
‘Vi e’ una legislatura a disposizione per fare una buona riforma elettorale; non si perda tempo anche alla luce delle dichiarazioni che arrivano dal Presidente Napolitano’ ‘Il Nuovo PSI nella sua Direzione Nazionale ha stabilito – conclude Spedale – che provvedera’ a presentare una proposta di legge per la reintroduzione del proporzionale con preferenza’.
(ANSA).

CASO ENGLARO: SPEDALE (NUOVO PSI), ATTO DI CIVILTA’ E UMANA COMPRENSIONE

=
ERA ACCANIMENTO TERAPEUTICO

Roma, 9 lug. – (Adnkronos) – ‘La decisione della Corte d’appello civile di Milano, che ha autorizzato il padre di Eluana Englaro ad interrompere il trattamento di idratazione ed alimentazione forzato che da 16 anni tiene in vita la figlia, rappresenta un atto di grande civilta’ giuridica prima ancora che un atto di umana comprensione’. Lo ha dichiarato Franco Spedale, medico e vice segretario nazionale del Nuovo Psi di Caldoro che sostiene il Governo Berlusconi.

‘Si e’ interrotto un calvario – ha aggiunto Spedale – che si era trasformato un accanimento terapeutico che provocava sofferenze anche nelle persone che quotidianamente con grande affetto hanno seguito la ragazza’. ‘Adesso il Parlamento non puo’ perdere altro tempo ed ha il dovere di legiferare per evitare che in una materia cosi delicata ci sia uno scandaloso vuoto giuridico. I giudici ed i tribunali, per quanto preparati, non possono – ha concluso il medico – in uno Stato di Diritto sostituirsi al legislatore’.

ANCHE SULLA GIUSTIZIA BISOGNA PROCEDERE DECISI

Siamo alle solite: il partito delle toghe decide di farsi sentire e ridiscende in campo. Lo fa, forse, per tastare il polso del Ministro, del Governo e della stessa opinione pubblica, per saggiarne le reazioni e valutare le mosse successive, ma di certo, per ribadire una propria presenza e un proprio diritto di veto su ogni aspetto della giustizia.

E lo fa anche quando il titolare di Via Arenula, il giovane Ministro Angelino Alfano, ha scelto si muoversi lentamente e con estrema prudenza, a differenza del Governo Berlusconi che, partendo a razzo e disorientando l’opposizione che non ha saputo trovare validi elementi di critica, ha aumentato considerevolmente il proprio consenso popolare, e a differenza di molti Ministri in carica che hanno seguito il leader e hanno messo fortemente i piedi nel piatto di loro competenza.

Il partito delle toghe non ha però messo in conto e neanche ha valutato appieno il cambio d’atteggiamento dell’opinione pubblica che si sintetizza con le nuove posizioni di un guru come Celentano e di un cantautore impegnato, da sempre, come De Gregori, che si dimostrano campanelli di un marcato cambio di fase. I loro atteggiamenti sono segnali della fine dei luoghi battuti per un quindicennio, del superamento della criminalizzazione dell’avversario, e dell’abbandono di un atteggiamento acritico, per far posto ad una vigile attenzione sul percorso dell’ex ‘vecchio odiato nemico’. In sostanza si tratta di una palese apertura di credito.

In sostanza non c’è più il clima adatto ai proclami mediatici, perchè a gridare ‘dagli all’untore’ rimangono poche vestali dell’odio viscerale e interessato. Lanciare campagne contro ogni tentativo di riforma giudiziaria non trova più sostegni popolari perché i guasti causati da lustri di scorribande giudiziarie hanno, al contrario, fatto crescere il consenso per una riforma del sistema giudiziario italiano adeguato ai tempi e comunque teso a realizzare una giustizia giusta.

Se il clima è questo, e al suo cambio hanno contribuito l’uso spregiudicato e spesso inutile della carcerazione preventiva, la pubblicazione di intercettazioni che nulla hanno a che vedere con le indagini su un determinato filone investigativo, il potere abnorme dei PM che sono i veri detentori della ‘giustizia’ (e l’esperienza dice che non sono infallibili), la spettacolarizzazione di casi giudiziari che dimostrano com’è facile l’errore (senza la ‘fortuna’ di un’altra caduta, al padre dei fratellini di Gravina sarebbe spettato l’ergastolo), e, infine, lo svuotamento, con raffiche di assoluzioni o proscioglimenti sistematici, di inchieste partite con grande battage pubblicitario.

Se il clima è così positivo (e lo è. Basti pensare al cambio di rotta dell’ANM il giorno dopo le prove generali), perché prudenza e cautela? Perché non afferrare il toro per le corna e avviare (come per la spazzatura campana, per l’abolizione dell’ICI, per il nucleare, per le grandi opere come il Ponte sullo Stretto e la Tav) non in sordina, ma alla luce del sole, un processo di ricostruzione della giustizia giusta con l’esaltazione della terziarità del giudice che deve necessariamente prevedere ruoli paritari tra accusa e difesa, così com’è in tutti i paesi più civili del mondo, con la responsabilità delle scelte, e con l’applicazione della meritocrazia in modo oggettivo e non con logiche di corpo o di casta che dir si voglia.
.
Il Nuovo PSI di Stefano Caldoro si batterà perchè questo si avveri. Una decisa e ferma riforma può aiutare la ricostruzione dello Stato di diritto così a lungo vilipeso.

(Giovanni ALVARO)

Reggio Calabria 9.6.2008

Partito unitario, Caldoro: Cicchitto e’ troppo ottimista

Roma, 17 MAG (Velino) – “Sono d’accordo con Cicchitto sul fatto che, oggi piu’ di ieri, l’elettore sceglie sui temi concreti come la sicurezza e le tasse. È parziale, pero’, una lettura del ruolo delle identita’ politiche oggi rappresentate in varie forme dentro ai grandi o piccoli partiti – Cicchitto e’ un socialista riformista che ha scelto FI -, considerando centrale la collocazione nei singoli contenitori. Si corre cosi il rischio di affermare , inconsapevolmente, una diarchia delle forze partitiche piu’ forti e dei rispettivi gruppi dirigenti”. È quanto sostiene Stefano Caldoro, segretario nazionale del nuovo psi e parlamentare del Pdl. “La forza del progetto del Pdl e’ nei contenuti e nei valori che ne formano l’identita’. Cicchitto e’ in buona fede ma forse troppo ottimista quando punta tutto sull’automatica e virtuosa conversione di Forza Italia e Alleanza nazionale. Gli elettori – aggiunge – vogliono qualcosa di diverso che la somma a tavolino delle forze politiche coinvolte nel disegno unitario. Una contaminazione che dovra’ avvenire dal basso per rappresentare le richieste e le istanze dei cittadini e degli elettori che ci hanno premiato. Gli elettori chiedono che vengano risolti i loro problemi e non quelli dei partiti e delle loro classi dirigenti. Per questi motivi il futuro del Pdl e’ legato al suo leader. Gli italiani -conclude Caldoro – hanno scelto Silvio berlusconi perche’ credono in lui, per cambiare il Paese”.

BERLUSCONI: CALDORO (PDL), E’ LEADER RIFORMISTA E LIBERALE

(ANSA) – ROMA, 13 MAG – ‘Un intervento da leader riformista e liberale’. Questo il commento del segretario del nuovo psi Stefano Caldoro, parlamentare del Pdl, alle dichiarazioni programmatiche svolte oggi alla Camera da Silvio berlusconi.
‘E’ stato un discorso di chi guarda al futuro – continua Caldoro – per cambiare e riformare la politica e la societa’. E’ stato importante il richiamo alla centralita’ della persona e del valore del capitale umano che e’ l’elemento di partenza per costruire una societa’ piu’ giusta’.
‘Di rilievo politico infine – conclude Caldoro – la forte e sincera apertura all’opposizione per una nuova stagione costituente alla quale nessuno potra’ sottrarsi’.(ANSA).

COMUNALI:ROMA;CALDORO (PDL),STRAORDINARIA E STORICA VITTORIA

(ANSA) – ROMA, 28 APR – ‘La straordinaria e storica vittoria di Gianni Alemanno a Roma esprime la voglia di rinnovamento e cambiamento di Roma cosi’ come dell’ intero Paese’. Lo sottolinea Stefano Caldoro, segretario nazionale del nuovo psi e parlamentare del Pdl.
‘Roma ha premiato la coalizione moderata e riformista – aggiunge- ed ha bocciato, senza appello, la sinistra conservatrice di Veltroni e di Rutelli’ ‘A Gianni Alemanno gli auguri miei e dei socialisti del nuovo psi per il lavoro che dovra’ svolgere per il rilancio della Capitale’.(ANSA).

RIPRENDERE IL CAMMINO. SIAMO SOLO ALL’INIZIO.

Ho apprezzato l’intervento di Antonino ( Di Trapani ) e, se può avere un significato, sono d’accordo con lui, non solo per quello che esprime, ma per il significato che ha e che intende dire, quello che esprime ( anche se il clinch della critica a Boselli, ma aggiungerei De Michelis e Del Bue, è ormai pleonastico ed insufficiente. Come la coperta corta di Linus… ). Per cui, protesi soprattutto a migliorare noi stessi, più che criticare gli altri, e forti di un successo ulteriormente amplificato dalle nostre intuizioni politiche Venete e Siciliane (apparentamento con i Movimenti Federalisti territoriali ), necessita, secondo me, che da qui si parta per ridefinire una identità che langue ed una esistenza che … non esiste. Per il primo aspetto sarà quanto mai necessaria una conferenza programmatica nazionale, sul secondo un’attenta valutazione dei prossimi passi istituzionali. Mi riferisco alla collocazione Parlamentare dei nostri deputati eletti: nel Gruppo del Pdl o in quello Misto ? I prossimi importanti appuntamenti elettorali delle amministrative 2009 e 2010, necessitano di un ancoraggio, di un riferimento, di un richiamo, ad un soggetto politico nazionale ben identificabile. Per non dimenticare le prossime elezioni europee, con le implicanze di un già dichiarato riferimento al Ppe da parte di Berlusconi e Fini…. Insomma è già tempo che la nostra vittoria elettorale ( il Segretario Nazionale alla Camera dei Deputati ) ed il nostro Garofano diventino notizia da proporre e propagandare pubblicamente ed in ogni ambito possibile. Riconoscendo a noi stessi di essere stati bravi e disciplinati, ora è tempo, dopo il ” primum vivere “, di ” (deinde) philosophare “. Non possiamo più essere un partito fantasma. Abbiamo il grande compito di ricostruire un Movimento Socialista ( Federalista oltre che Autonomista ? ne parleremo ) utile all’Italia ed all’Europa.

ELEZIONI: PDL, BERLUSCONI, FINI E CALDORO GUIDANO CAMPANIA 1

(ANSA) – NAPOLI, 10 MAR – Silvio berlusconi, Gianfranco Fini, Stefano Caldoro, Alessandra Mussolini ed Italo Bocchino compongono il cappello di lista del Pdl nella circoscrizione di Campania 1. In lista anche i deputati uscenti Luigi Cesaro, Paolo Russo e Pina Castiello, il senatore Giuseppe Scalera dei Liberaldemocratici di Lamberto Dini, l’ex Udc Giampiero Catone. Tra gli esponenti della societa’ civile il magistrato Alfonso Papa, l’ex prefetto di Caserta, Maria Elena Stasi, ed il capitano Gianfranco Paglia, medaglia d’oro al valor militare.
Esclusi i parlamentari uscenti Antonio Martusciello, Claudio Azzolini, Gianfranco Laurini, Emiddio Novi, Alfredo Vito e l’ex questore di Napoli Franco Malvano.(ANSA).

SONDAGGI: IPR; PDL STATICO, MA PD RESTA INDIETRO …+RPT+

(RIPETIZIONE CORRETTA ALL’ULTIMA RIGA) (ANSA) – ROMA, 3 MAR – La coalizione di berlusconi e’ in un momento di stasi, mentre quella di Veltroni e’ in crescita, rimanendo pero’ staccata di 7 punti. E’ quanto emerge dal sondaggio che l’Istituto IPR Marketing, diretto da Antonio Noto, ha effettuato il 28-29 febbraio per conto di Repubblica.it (intervistando, con il sistema telefonico Cati un campione di 2.000 soggetti – rappresentativo per eta’, sesso ed area di residenza della popolazione maggiorenne residente in Italia) analizzando le intenzioni di voto alla Camera.
In questa occasione, oltre l’analisi sulle intenzioni di voto, il sondaggio ha misurato anche il potenziale elettorale massimo, cioe’ l’indice di probabilita’ di crescita che ciascun partito potra’ avere se tutti coloro i quali che oggi sono indecisi ed al contempo dichiarano di prendere in considerazione il voto ad un partito, il 13 aprile voteranno effettivamente quello stesso partito oggi preso in considerazione.
La distanza tra le coalizioni di Veltroni e berlusconi rimane significativa, tuttavia si conferma la tendenza di crescita della coalizione guidata dal leader democratico.
Questi i risultati attuali e potenziali per i diversi schieramenti e candidati premier, tenendo conto che 1,6% va ad altri partiti mentre gli indecisi sono il 20%.
PD (VELTRONI).
Al momento il Pd (con i Radicali) e’ al 32%, mentre l’Italia dei Valori arriva al 4%: in totale arriva quindi al 36%.
Per il Partito Democratico, il potenziale elettorale massimo attuale arriva al 37%, mentre l’Idv puo’ salire fino al 6%. In totale la potenzialita’ arriva al 43%: ‘E’ da notare quindi – rileva l’Ipr – che se il Pd riuscisse a raccogliere tutto il proprio potenziale (il 5%), bloccando la coalizione del Pdl agli attuali livelli di consenso, si potrebbe arrivare effettivamente ad un pareggio’.
PDL (berlusconi).
Ora il Popolo della Liberta’ e’ al 38%, mentre la Lega Nord si attesta al 4,5% e il Mpa allo 0,5%: in totale e’ quindi al 43%, ‘a conferma di un momento di stasi della coalizione guidata da berlusconi’.
E’ da considerare, pero’, che il potenziale massimo per il Pdl arriva fino al 43%, mentre i leghisti possono contare su un obiettivo del 6% e il Mpa all’1%. Il potenziale massimo della coalizione e’ quindi del 50%.
UDC (CASINI).
L’Udc, dopo l’accordo definito con la formazione della Rosa Bianca, si trova al 7%.
Il massimo elettorale per la coalizione centrista guidata da Pier Ferdinando Casini e’ calcolato al 12%.
UDEUR (MASTELLA).
L’Udeur si trova allo 0,3%.
La sua potenzialita’ massima e’ l’1%.
SINISTRA ARCOBALENO (BERTINOTTI).
La Sinistra Arcobaleno subisce un lieve flessione, che fa scendere la formazione guidata da Fausto Bertinotti al 7,5%.
Per l’Ipr ha pero’ una possibilita’ di crescita molto forte, che potrebbe portarli sostanzialmente a raddoppiare i propri consensi (14%).
SINISTRA CRITICA (D’ANGELI).
La formazione di Cannavo’ e Turigliatto che ha presentato come candidata premier Flavia D’Angeli e’ accreditata dello 0,1%.
Per l’Ipr il massimo cui puo’ arrivare e’ lo 0,2%.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI (FERRANDO).
Il movimento di Marco Ferrando e’ allo 0,5%.
Il potenziale massimo e’ l’1%.
PARTITO SOCIALISTA (BOSELLI).
I socialisti sono accreditati dell’1,5%.
Secondo l’Ipr, pero’, il suo potenziale puo’ farli salire fino al 5%.
LA DESTRA-FIAMMA TRICOLORE (SANTANCHE’).
Il partito guidato da Francesco Storace al momento puo’ contare su un 2,5%.
L’Ipr gli assegna un potenziale del 5%.
(ANSA).

ABORTO: NUOVO PSI, LA POLITICA NON ALIMENTI DIVISIONI =

Roma, 25 feb. – (Adnkronos) – ‘Sarebbe bene tenere il dibattito sull’aborto fuori dalla campagna elettorale, su una materia cosi delicata molte posizioni rischiano di diventare strumentali impedendo un dibattito costruttivo’. Lo sottolinea Franco Spedale, vice segretario nazionale del nuovo psi.

‘L’ordine dei medici interviene -aggiunge- sulla sperimentazione della pillola Ru486 mentre la Chiesa, da parte sua, legittimamente esercita il suo magistero e difende i suoi valori. La politica ha il compito di non alimentare le divisioni ma di promuovere un costruttivo confronto per canalizzare la discussione verso neceaasri punti di incontro’.