Intervista al SEGRETARIO PROVINCIALE e membro della DIREZIONE NAZIONALE del Nuovo PSI, Giovanni ALVAROÂ
L’opinione pubblica non si raccapezza più. Prima i giornali hanno dato notizia che il 23 e 24 giugnosi è svolto il Congresso del Nuovo PSI, oggi danno notizia di un altro Congresso del Nuovo PSI che si è tenuto  il 7 e 8 luglio. Che succede?
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Succede che la maggioranza del Partito ha tenuto un regolare Congresso nel mese di giugno individuando in Stefano Caldoro il nuovo Segretario Nazionale e stabilendo in modo netto e chiaro la propria linea politica. La restante parte del Partito, molto ma molto minoritaria, si è riunita nel mese di luglio eleggendo a Segretario Mauro Del Bue e a spostando Gianni De Michelis a Presidente del Partito che impropriamente chiamano ancora Nuovo PSI..
L’uso dello stesso nome (Nuovo PSI) e dello stesso simbolo (Garofano) nasce dal fatto che pur divisi da scelte politiche diverse non si è ancora consolidata legalmente di chi è la titolarità .
E’ ciò ch’è successo quando Saverio Zavettieri e Bobo Craxi hanno lasciato il Partito, e per alcuni mesi è regnata sovrana la confusione, fin quando la Magistratura non ha messo la parola fine al problema dando a Cesare quel ch’era di Cesare.
E’ augurabile che non ci si costringa a ricorrere ancora una volta alla Magistratura, perché oggi come ieri il problema è squisitamente politico.
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Che vuol dire problema politico?Â
Vuol dire che il Nuovo PSI, nato nel 2001 dopo diversi tentativi di organizzare i socialisti che si sono rifiutati di entrare nei  partiti ‘collaborazionisti’ o che hanno evitato di chiedere ospitalità nei partiti che hanno usufruito, e come, della falsa rivoluzione giudiziaria, è nato con una precisa scelta politica aderendo all’aggregazione più consona ai propri convincimenti riformistici e autonomistici. In una parola ci si è tenuti nel solco delle scelte craxiane che nascevano sempre senza i paletti dell’assurda divisione destra-sinistra ma solo con l’occhio rivolto ai contenuti ed agli obiettivi.
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Alla fin fine, però,  bisogna schierarsi. O di là o di qua.Â
E’ vero, la legge elettorale ti costringe a schierarti pena la tua scomparsa definitiva, per cui lo schierarsi alcuni lo hanno interpretato come strumentale alla propria sopravvivenza: si ripeteva spesso, in questi anni, il ‘primum vivere deinde filosofare’. Ma c’era e c’è chi, invece, considerava e considera lo schieramento già una scelta sui contenuti e sugli obiettivi. Â
Da una parte uno schieramento eterogeneo e aggregato solo sull’antiberlusconismo perché sul resto c’è la tesi e l’antitesi su ogni cosa, dalla politica estera, alla politica sociale, alle grandi opere e via di questo passo.
Dall’altra c’è la concretezza degli obiettivi e la chiarezza delle posizioni, così concrete e così chiare  che hanno prodotto, nei 5 anni del Governo Berlusconi, ben 36 riforme di grande spessore e grande peso. Su quelle riforme c’è stato, per quanto piccolo, il contributo del Nuovo PSI.
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Ma non era più congruo scegliere e confluire in parte, diciamo, nel Partito prodiano, e altra parte, in quello di Berlusconi?Â
C’è chi l’ha fatto e chi si appresta a farlo. Sono di questi giorni, infatti, gli annunci delle adesioni nel Partito Democratico (Del Turco e Marini, o il calabrese Racco), ma c’è chi ha deciso di mantenere viva la fiammella socialista difendendo autonomia e identità come valori imprescindibili per il riformismo.
La scelta, oggi, di aderire a questo o a quel partito unico risponde solo alla necessità della singola sopravvivenza messa in discussione dalla stanchezza o dalla pochezza del proprio pensiero politico. E ciò vale anche per quanti pensano di pervenire alla confluenza seguendo un percorso in più fasi. Non cambia se lo sbocco è dentro o solo a sostegno del Partito Democratico, come in questi anni ha fatto lo Sdi con l’Unione..
Oggi questo iter lo ha messo in moto De Michelis e quanti lo hanno seguito. Pochi per la verità resi sempre più pochi dagli già annunciati abbandoni. Quando dico pochi dico letteralmente pochi. In Calabria per esempio il passaggio con De Michelis lo hanno deciso si e no 2, sottolineo 2, compagni.
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Ma con tutte queste scissioni, con questi pezzi che vanno via, con forze che, se non in Calabria certamente in altre Regioni, abbandonano il Partito, quale può essere il futuro del Nuovo PSI?Â
L’elezione di Stefano Caldoro a Segretario Nazionale è già una scelta politica di grande respiro che assicurerà certamente al Nuovo PSI un percorso positivo. Ma ciò che lo renderà un sicuro punto di riferimento per il mondo socialista, liberale, autonomista e craxiano è l’aver abbandonato, col Congresso del 23 e 24 giugno, gli equivoci e le ambiguità di questi anni. Si sta, senza se e senza ma, nella Casa delle Libertà , e vi si sta col nostro dna socialista. Nessun disagio per questa scelta: sarebbe stata la scelta di Bettino che è stato sempre distinto e distante dai comunisti comunque camuffati.
Il disagio semmai dovrebbero sentirlo quanti si sono trovati ieri, e quanti si troveranno oggi, fianco a fianco con i vari Di Pietro, Pecoraro Scanio, Caruso, Diliberto e le loro scelte politiche in materia giudiziaria, sociale ed ambientale.
Comunque non ci resta che augurar loro buon viaggio.
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E in Calabria come la mettete con un Sindaco che vi ha negato il riconoscimento dell’Assessorato al Comune di Reggio Calabria? Â
Se ad ogni difficoltà nei rapporti tra gli alleati ci si dovesse chiamare fuori e rompere ogni rapporto non ci sarebbe coalizione in grado di reggere per più di qualche settimana. In politica non può andare così. Il fatto che Scopelliti non ci ha ancora riconosciuto il ruolo di alleato vero nella Casa delle Libertà (mentre lo ha riconosciuto a partiti che attualmente inseguono sogni centristi) va certamente contrastato e corretto, anche perché il percorso di Reggio, o meglio il vento che ha soffiato a Reggio Calabria, deve essere trasferito nella Regione, e in questo processo, aldilà delle liste civiche che in poche potranno avere dimensione regionale, servono soprattutto i Partiti che hanno strutture organizzative in tutto il territorio della regione.
E’ un processo che deve vederci impegnati all’unisono perché non è ulteriormente tollerabile una Giunta, quella di Loiero, inconcludente e incapace che sta letteralmente affossando le speranze di riscatto delle nostre genti, e anche perché è tempo di tornare ai programmi, chiudendo la fase della mera occupazione del potere.
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In conclusione, vuole lanciare un appello alle varie anime socialiste?Â
La ringrazio di questa opportunità e la utilizzo immediatamente anche perché il popolo socialista, parlo degli elettori socialisti, della gente che ha vissuto l’età d’oro dei socialisti, ma anche dei giovani che inconsapevolmente sono animati da riformismo e da voglia di giustizia sociale, cercano disperatamente uno strumento per le loro battaglie per cambiare la nostra Calabria.
Ad essi, ma anche ai dirigenti di base e non, che sono sconcertati delle scelte suicide fatte prima da Saverio Zavettieri e da quelle sciagurate fatte oggi da Gianni De Michelis, chiediamo di rompere ogni indugio ed avvicinarsi al Partito. Le porte sono aperte, non c’è alcuna preclusione. Anche se non c’è il vitello grasso da  offrire ai figliuoli prodighi saremo comunque felici di accoglierli.
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Reggio Calabria, 11.7.2007