PDL: CALDORO, SCIOGLIMENTO PARTITI RISCHIA ESSERE MOSSA AFFRETTATA =

Roma, 13 giu. – (Adnkronos) – ‘La richiesta di scioglimento, dei partiti che animano il Pdl, senza approfondire che movimento politico creare rischia di essere una mossa affrettata. Proprio perche’ si ha l’intenzione di realizzare un grande movimento, capace di raggiungere un largo consenso, il percorso non potra’ essere quello di un partito tradizionale ne’ di un partito pesante’. Lo sottolinea Stefano Caldoro, segretario nazionale del Nuovo Psi e parlamentare del Pdl.

‘Piuttosto – aggiunge – bisogna guardare a quelle esperienze, ad esempio il modello americano federato e sussidiario, che conservano al loro interno sensibilita’ diverse ed identita’ e che mantengono la loro autonomia dando forza ai valori, ai programmi ed alla leadership piu’ che agli organigrammi. Per questi motivi la riflessione -continua Caldoro – non dovra’ svilupparsi sulla data di scioglimento dei singoli partiti, intesa come momento salvifico, ma sul modello e sulla forma di partito che si intende adottare’.

‘Superiamo i grandi limiti che sono stati alla base della nascita del Pd, nato nella sola fusione a freddo fra i gruppi dirigenti dei Ds e della Margherita. Discutiamo insieme di questi argomenti. La grande intuizione di Silvio Berlusconi – conclude – merita un percorso innovativo e moderno’.

FI ANNUNCIA ROAD MAP PER COSTITUENTE PDL, MA AN INSORGE/ANSA

VERDINI, PARTITI SCIOLTI ENTRO ANNO; LA RUSSA, SEMMAI CONFLUENZA (di Milena Di Mauro) (ANSA) – ROMA, 13 GIU – C’e’ anche, nella cronaca della giornata, la baruffa Forza Italia-An per la conferenza stampa milanese del coordinatore azzurro Denis Verdini, che in splendida solitudine annuncia tempi e modi della nascita del Pdl irritando Alleanza Nazionale, all’oscuro di tutto. Ma c’e’ soprattutto – dopo l’exploit elettorale e gli entusiasmi dei primi mesi di vita del Popolo della Liberta’ – la sensazione netta di molti che il processo al momento sia fermo. Al di la’ delle enunciazioni, i gruppi dirigenti dei due partiti sono spaventati dai passi falsi, guardinghi rispetto alle reciproche mosse, sospettosi e ancora intenti a misurare con il bilancino del Cencelli gli spazi dentro la nuova casa.
‘Forza Italia ed Alleanza Nazionale e gli altri partiti che compongono il Pdl si scioglieranno entro l’anno e nella prossima primavera si terra’ la Costituente in modo che il Popolo della Liberta’ possa presentarsi alle Europee dove il Pdl si presentera’ come corpo unico, con l’obiettivo di raggiungere un consenso intorno al 45% aprendo anche all’elettorato dell’Udc’, l’aveva fatta facile al mattino il coordinatore di Forza Italia Denis Verdini, in conferenza a Milano. Informato dalle agenzie durante un vertice con i ministri della Difesa Nato a Bruxelles, il ‘reggente’ di An Ignazio La Russa non aveva tardato a farsi sentire. ‘Spiace che l’onorevole Verdini abbia ritenuto autonomamente di enunciare tempi e percorsi per giungere alla costituente del nuovo Partito della Liberta’.
Spiace doppiamente perche’ An intende proporre non lo scioglimento ma la confluenza reciproca in un nuovo soggetto politico, capace di conservare militanze, storia e tradizione di ciascuno degli aderenti’, aveva corretto il tiro il ministro di Alleanza Nazionale, definendo ‘grave e certamente non opportuna’ la conferenza solitaria.
‘Meravigliato, sorpreso, dispiaciuto’ anche il ministro delle Politiche Ue Andrea Ronchi. ‘Quella di Verdini e’ un’iniziativa della quale non comprendo il senso – affermava Ronchi in linea con La Russa – Rispetto il diritto di tutti di poter esprimere la propria opinione, ma fino a prova contraria, per quanto riguarda il futuro di Alleanza Nazionale, sara’ An a deciderlo’. Un concetto ribadito dal presidente vicario dei deputati Italo Bocchino: ‘La nostra idea del Pdl e’ quella di un matrimonio per creare la grande famiglia italiana del popolarismo europeo. Ma i matrimoni sono noti per essere unioni, non sommatorie di scioglimenti’.
Eppure qualche giorno fa, in un incontro a Palazzo Grazioli, era stato proprio Silvio Berlusconi a riunire i vertici azzurri e di An per imprimere una accelerazione alla nascita del Pdl-partito e non piu’ cartello elettorale, soprattutto in vista delle prossime europee. I partecipanti descrivevano un Cavaliere ottimista, entusiasta del progetto, convinto della necessita’ di andare avanti coinvolgendo nuovi iscritti, magari da reclutare per strada nei gazebo. Piu’ cauti, al di la’ delle parole, i dirigenti di Fi e An (soprattutto questi ultimi indisponibili ad annessioni). Pronti a dare il proprio contributo invece i Popolari Liberali di Carlo Giovanardi, piu’ favorevoli ad un modello americano federato e sussidiario gli esponenti del Nuovo Psi di Stefano Caldoro, sul piede di guerra i Dca di Gianfranco Rotondi, contrari ad una costituente del Pdl centrata solo sul tandem Fi-An.
In attesa di futuri sviluppi, a sera Verdini sfuma la polemica del giorno: ‘Il ministro La Russa forse avrebbe fatto meglio a guardare la partita dell’Italia, e con lui il ministro Ronchi. Se avessero fatto lo sforzo di fare una telefonata al sottoscritto avrebbero capito che sto facendo un viaggio fra i dirigenti e gli eletti di Forza Italia per spiegare proprio la confluenza del nostro partito nel Popolo della Liberta’, cosi’ come sara’ per An e tutti gli altri partiti che di fatto hanno gia’ aderito al Pdl e trovato posto nelle sue liste elettorali’.
Ognuno fara’ il suo cammino, insomma, nel comune intento di far nascere il Pdl. ‘Opera complessa ma destino segnato dagli elettori e dalle nostre stesse scelte’, chiude il cerchio il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri, osservando che ‘gli annunci unilaterali sono un errore ma non cancellano la comune prospettiva’. Ultima parola a Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl: ‘Sarebbe paradossale che, essendo uniti nella politica del governo, si verificassero conflittualita’ e divisioni proprio nella costruzione del nuovo partito che invece deve unire tutti’.(ANSA).

PS: CALDORO (NPSI), ATTENZIONE E APERTURA AL CONFRONTO

(ANSA)- Stefano Caldoro, segretario del Nuovo Psi e deputato del Pdl esprime la ‘grande attenzione e voglia di confronto’ del suo partito con la ‘nuova classe dirigente del Ps che svolgera’ il congresso nel mese di luglio’.
Per Caldoro, le mozioni congressuali esprimono ‘la rottura con le scelte della precedente gestione che si e’ caratterizzata da un netto allontanamento, dai temi, dai contenuti e dal linguaggio del socialismo riformista’.
Dopo aver ricordato i fallimenti di tutti i tentativi di ricostituire il Psi, Caldoro sostiene che ‘l’obiettivo di oggi e’ quello di far stare insieme, sui temi e le proposte riformiste, le migliori energie portatrici di quei valori’.
Caldoro sostiene infine che i primi provvedimenti del governo ‘testimoniamo, nei fatti, la matrice riformista’ e invita a dare la ‘giusta attenzione’ alla presenza nel governo di ‘importanti personalita’ della storia del socialismo riformista’. (ANSA).

Intervento dell’on.Barani alla Camera

Mag
14
Mer 11.10 – Signor Presidente del Consiglio, è con grande piacere e soddisfazione personale e politica che Le porto il sostegno e l’abbraccio di tutti i socialisti riformisti del Nuovo PSI, parte integrante del Popolo della libertà. Vede, Signor Presidente, il Suo programma e quello del Suo autorevole Governo, è il programma dei socialisti riformisti, degni eredi di Turati, Saragat e Pertini e sarebbe stato il programma del Suo amico, Bettino Craxi. Nel Popolo della libertà si è riconosciuto oltre il 95% di quel popolo socialista che negli anni 90’ votava PSI e il Suo Governo rappresenta le speranze, oltre che le certezze, che dopo due anni di ombre si ritorni al sereno. Con protagonista anche il seme del nostro garofano, simbolo nel mondo e in Italia di riforme e progresso: è necessario non dimenticarlo mai. Il Suo è stato un intervento da leader riformista e liberale. E’ stato un discorso che guarda al futuro per cambiare e riformare la politica e la società. E’ stato importante il richiamo alla centralità della persona e del valore del capitale umano che è l’elemento di partenza per costruire una società più giusta. Di rilievo politico, infine, la forte e sincera apertura all’opposizione per una stagione costituente alla quale nessuno potrà sottrarsi. Auguri di buon lavoro, Signor Presidente e grazie di aver voluto che dei socialisti riformisti, come il sottoscritto e Stefano Caldoro, nostro segretario, continuassero a sedere in questi scrani. Noi la sosterremo lealmente. Lì 13-05-2008. On. Lucio Barani Deputato del Popolo della libertà

Dal sito della Costituente

Lettera ai socialisti dopo Chianciano. Mauro Del Bue

Cari compagni,

inutile negarlo. Siamo finiti sotto il diluvio del 13-14 aprile. Poteva andare diversamente? Io penso di sì, ma avremmo dovuto impostare in modo diverso la nostra Costituente. Al congresso del partito che mi ha eletto segretario (l’ex Nuovo Psi), nel luglio del 2007, proposi una Costituente liberalsocialista e non semplicemente socialista. Pensavo che sarebbe stato utile non disperdere il patrimonio della Rosa nel pugno, inteso come punto di incontro di socialisti, radicali laici e liberali, alla quale, nella Primavera del 2006, avevamo scelto di non aderire semplicemente perché collocata nell’Unione, ma che avevamo ugualmente salutato come esito naturale ed opportuno di tradizioni legate da tante battaglie comuni. Tanto che nel 2006 proponemmo che fosse Emma Bonino a guidare un polo laico che si contrapponesse sia a Berlusconi sia a Prodi. Dopo la fine dell’Unione, proposi ai compagni della Costituente di costruire un’alleanza coi compagni radicali, per sottoporre a Veltroni un nuovo soggetto apparentato. Mi è stato risposto negativamente e dopo il mancato apparentamento avanzai l’idea, e non fui io solo a farlo, che fosse Emma Bonino a guidare una lista comune di socialisti e radicali. La proposta è stata bocciata e qualcuno ha aggiunto testualmente che era un errore “boninizzare” la nostra lista. Oggi ci ritroviamo sommersi dal diluvio con un risultato elettorale che è il più umiliante della storia, anche recente, dei socialisti. Mai, nessuna frazione del vecchio Psi ha ottenuto meno dell’1% in nessuna competizione elettorale dal 1994 ad oggi. E questo dovrebbe spingere tutti a cercare le motivazioni di questo infausto risultato e dovrebbe indurre tutti a tentare di individuare una prospettiva. Perché ci sia un approdo, dopo il diluvio, perché rinasca una speranza di futuro. Ci si dovrebbe preoccupare, più che del nome del nuovo segretario, di cercare una via di uscita dal fondo del mare in cui siamo stati cacciati. Non abbiamo bisogno di bombole ad ossigeno che hanno tutte un tempo limitato. Dobbiamo riemergere e tentare un approdo. Per questo ho accettato la proposta di Marco Pannella di iniziare insieme una riflessione e poi di definire un percorso per dare vita ad una tendenza liberalsocialista in Italia. Questa tendenza oggi vive in tante direzioni: ci sono i radicali, i socialisti del Ps, i socialisti presenti anche nell’Arcobaleno, laici, liberali e socialisti sia nel Pd, sia nel Popolo delle libertà, ove abbondano in Parlamento esponenti che provengono dal vecchio Psi. Non dobbiamo averne paura. Dobbiamo sfidarli, vigilando sulla loro coerenza. Dobbiamo lanciare la sfida laica, liberale, riformista, cui dovranno rispondere coi loro atteggiamenti politico-parlamentari quotidiani. La sfida sulle liberalizzazioni e sui diritti civili, la sfida sulle grandi questioni dell’ambiente, oggi senza interpreti parlamentari tradizionali, quella sulla giustizia giusta e anche sulla moralità della politica, che non si misura solo col suo costo, ma anche sulla coerenza degli atteggiamenti (quello di Di Pietro che prima sottoscrive accordi col Pd e poi li disattende in modo così clamoroso è davvero eclatante). Penso che i socialisti che non intendono nè consegnarsi al Pd né arrendersi all’ineluttabilità del loro declino e della loro estinzione, e non pensano che una tattica di sopravvivenza all’interno di un contenitore senza voti possa essere la ricetta, debbano sentirsi coinvolti in questo inizio d’una marcia che non credo abbia solide alternative. Lo abbiamo detto in conclusione del Convegno di Chianciano, parafrasando un famoso slogan del Maggio francese: “Ce n’est qu’un debout, continuons le combat” . I socialisti hanno ancora voglia di combattere. Sono stanchi di essere umiliati. E hanno voglia di speranza e di futuro. Da Chianciano, dalla possibilità di mettere insieme socialisti, radicali, laici e liberali, dalle disponibilità emerse in più direzioni, dal gruppo parlamentare di radicali che c’è e che può fungere da aggancio istituzionale assai utile (i radicali non hanno aderito né al Pd né genericamente al gruppo parlamentare del Pd, ma hanno composto una loro delegazione autonoma nel gruppo democratico, come del resto era negli accordi) è stato deposto un primo tassello. Credo valga davvero la pena di continuare. Lo so che quanti hanno vissuto, prima con passione poi con delusione la vita della Rosa nel pugno, questa prospettiva possa anche non essere salutata con entusiasmo. Ma mi chiedo, caro compagni, c’è qualcuno che ha qualcosa di meglio da proporre, oggi?

Fraterni saluti Mauro Del Bue

Riporto l’intervento di Mauro del Bue: a voi le riflessioni

Intervento dell’on. Del Bue al Comitato costituente
Non mi piacciono coloro che aspettano le sconfitte per tagliare le teste. Esprimo per questo solidarietà umana a Enrico Boselli, che più di tutti si è trovato sulle spalle, com’era naturale e anche comprensibile, il peso della disfatta elettorale.
Non sono mai stato uno dei quelli che cantavano nel coro del “tutto va bene madama la marchesa” e adesso non voglio gridare “dagli all’untore”.
Il risultato è così desolante che sono certo che se individuassimo il rimedio in una semplice rimozione ne deformeremmo il significato.
Pur tuttavia dobbiamo interrogarci e tentare di comprenderlo, se vogliamo tentare di disegnare un futuro praticabile anche per noi.
Non penso a qualche correttivo. Se avessimo ottenuto l’1,5-2% potevano essere anche utili le variazioni parziali. In questa situazione servono forti e immediati segnali di innovazione (non uso il termine “discontinuità” perché è abusato dal politichese).
Oltre tutto, quel che resta di noi attende subito un segnale di vita, di speranza, se no credo che anche quel che resta di noi non resterà con noi.
Sconsiglierei intanto di prendercela con qualcun altro. Rischiamo di diventare patetici. Quando si ha un risultato del genere ce la dobbiamo prendere solo con noi.
Non voglio approfondire alcune questioni che, anche se non hanno influito più di tanto sul voto, pure hanno creato un clima non positivo tra noi e attorno a noi. Ne cito brevemente tre:
1)L’idea che la Costituente si dovesse sviluppare con un partito proprietario, lo Sdi, e altri ospiti (quelli illustri, quelli graditi, quelli sopportati). Noi che proveniamo dal Nuovo Psi abbiamo subito, a causa di questo atteggiamento, alcuni imprevisti prelievi: i consiglieri regionali del Piemonte e della Sardegna e molti dirigenti periferici. Anche nei nostri dibattiti, poi, le opinioni apparivano generalmente superflue, perché c’era chi poi decideva. E non era il Comitato.
2)La composizione delle liste è stata effettuata senza un criterio logico e accettabile. Chi ha avuto quattro, chi tre, chi due collegi, una specie di lotteria affidata al caso e alla pressione dei singoli, ma anche al concetto proprietario di cui sopra. Io, segretario del Nuovo Psi, sono stato inviato in Abruzzo, dove ho incontrato compagni eccezionali, ma sono emiliano e i miei non potevano votarmi. Nessuno parla più di Roberto Barbieri, un dirigente del nostro partito, che aveva il compito di preparare il programma, un senatore, presidente della Commissione bicamerale rifiuti a cui si è voluto anteporre l’ex assessore della Giunta Sassolino e pe questo ha gettato la spugna. In alcune regioni sono stati letteralmente espulsi dalle liste i nostri compagni e io stesso ho chiesto a un professore di entrare nella liste, lui ha accettato e me lo son visto fuori.
3)La struttura periferica del partito dello Sdi, eccettuato qualche caso, mi è parsa anchilosata e chiusa in se stessa, preoccupata dei nuovi arrivi, più che aperta alla nuova disponibilità di unione. C’è stato qualche contrordine compagni, ma che in qualche caso si continuassero a fare riunioni dello Sdi, anziché le riunioni della Costituente. È stato interpretato come un segnale negativo, una sorta di Scostituente anticipata.
Ma la questione politica di fondo è una e gli errori che abbiamo compiuto, a mio giudizio, sono due.
La vera questione, causa del nostra disfatta è che noi abbiamo usato la carta dell’identità mentre in palio c’era il conflitto sul governo del Paese. La partita del governo con questa legge è centrale. Noi disputavamo un’altra gara sulla identità in un campo attiguo, assieme a Bertinotti, alla Santanchè e a Casini, che si è salvato a stento, ma che dovrà tentare di abbinare le alleanze di centro destra sul territorio dove il suo partito è più forte con l’opposizione al governo Berlusconi in Parlamento.
Con questa legge, col premio di maggioranza, è inevitabile che chi non può concorrere per la prima posizione diventa inutile. Il voto all’estero è stato assai più soddisfacente per noi perché si è usato un metodo proporzionale diverso. Quando io sostenevo il sistema tedesco ed ero considerato matto, non si comprendeva che solo quel sistema senza premio di maggioranza avrebbe consentito di tornare alla politica delle identità. Senza premio di maggioranza i piccoli partiti sono avvantaggiati e possono anche superare lo sbarramento, col premio di maggioranza il sistema diventa duale. Senza premio di maggioranza oggi il Popolo delle libertà non sarebbe autosufficiente e non avrebbe potuto sperare di diventarlo il Pd. Il voto utile sarebbe stato proprio quello dato agli altri partiti. Oggi, invece, c’è una larga maggioranza sia alla Camera sia al Senato, pur col premio regionale.
Di questo non abbiamo avuto sufficiente consapevolezza. Anzi, pur non essendo in condizione di fare approvare una legge elettorale, abbiamo sempre affermato che questa era la migliore possibile per noi e che con questa legge bisognava andare al voto. Era meglio, molto meglio aspettare il Vassallum e la bozza Bianco. Si dice: “Ma la crisi non l’abbiamo fatta noi”. E’ vero. Ma qui entriamo nel merito dei due errori.
Il primo, e potrebbe sembrare una contraddizione con quel che ho appena affermato, è costituito da un eccesso di prodismo. Un governo di larghe intese non si poteva fare dopo la mastellata e il voto sulla fiducia negato al Senato. Ma prima sì. All’inizio della legislatura, quando si registrò un sostanziale pareggio, sarebbe stato utile e accettato. E anche dopo la crisi di governo subito rientrata, alla luce della messa in minoranza al Senato di D’Alema sulla politica estera, si poteva ritentare. Noi, o meglio i compagni dello Sdi, siamo sempre stati scudieri di Prodi e lo siamo stati in particolare dopo l’elezione di Veltroni a segretario del Pd. Anzi, abbiamo proclamato che Veltroni era un usurpatore e che quel che a me sembrava un merito, e cioè il voler rompere con la sinistra massimalista, era invece una colpa. E come si poteva pensare all’apparentamento che avrebbe salvato coloro che per mesi hanno additato il possibile salvatore come il peggiore nemico?
Il secondo errore è nell’integralismo socialista. Un aggettivo non ti cambia la vita, non ti migliora la condizione economica, non ti rende più sicuro. Non ti consente di prendere voti. E poi, personalmente, avevo pensato ad una Costituente liberalsocialista, capace di ereditare l’esperienza della Rosa nel pugno e di espanderla. Siamo passati invece ad un integralismo socialista, convinti di aver il supporto del socialismo europeo che non c’è stato. Vedasi le dichiarazioni di alcuni leader che si sono augurati negli ultimi giorni della campagna elettorale la vittoria di Veltroni. Lo so che la vera molla della Costituente è stata la questione socialista posta al congresso dei Ds (senza di quella non credo che Boselli avrebbe lanciato la Costituente). Ma anche su questo abbiamo peccato di indeterminazione. Qualcuno, non Angius, ha ipotizzato una collocazione più a sinistra del Pd. Così abbiamo finito per avere paura dell’eredità craxiana e proprio noi, che siamo stati quelli capaci per primi di andare oltre i confini della sinistra, noi che ci siamo contaminati anche con idee di altri (pensiamo al Lib Lab, al confronto su scuola pubblica e privata, al tema del federalismo e del presidenzialismo) proprio noi abbiamo dato l’impressione di rimpiangere la vecchia sinistra e la sua unità. Se facciamo il verso a un socialismo pre-craxiano è chiaro che finiamo male. Anche perchè non è questa la politica di Blair e neppure di Zapatero.
Cosa fare adesso? Le idee andranno meglio definite cammin facendo. Anche perchè il contesto non è ben definito. Molte cose potranno verificarsi nel Pd e nella sinistra Arcobaleno. Ma anche nel mondo radicale che non credo si lascerà assorbire dal Pd.
Credo, soprattutto, che non dobbiamo fare tre cose: consegnarci al Pd dopo questo risultato elettorale (sarebbe far la fine dei tedeschi che uscivano uno alla volta dal bunker e si arrendevano ai sovietici con le mani in alto). Non dobbiamo unire le nostre macerie a quelle della Sinistra arcobaleno, a meno che, a fronte dell’ipotesi di una Costituente comunista, altri possano aderire all’idea di un cammino comune coi socialisti europei. Non dobbiamo nemmeno pensare di farcela da soli, con un rilancio del nostro integralismo respinto, tesi che potrebbe essere anche suggestiva in occasione delle elezioni europee, senza considerare però la possibilità di uno sbarramento elettorale introdotto da un Parlamento dove gli “antisbarramento” non esistono più.
E poi, dopo le europee, prima o poi ci saranno le politiche e il rigido sistema bipolare difficilmente si sbloccherà. Avremo la possibilità di tornare su questi argomenti. Credo che sia giusto intanto dare atto a Boselli della sensibilità che ha avvertito dimettendosi da coordinatore e annunciando la sua volontà di non presentare la sua candidatura al Congresso. Dovremo presentare al Congresso tesi politiche nuove, un gruppo dirigente fortemente rinnovato e un partito federalista, retto dalle strutture regionali. Ma soprattutto la convinzione che non è più il momento di usare la parola “socialista” come una bacchetta magica. Occorre ben altro.

Mauro Del Bue

Elezioni, Di Trapani: I socialisti ci sono, Boselli anacronistico

Roma, 16 APR (Velino) – “Commentatori politici e media nei giorni del dopo voto hanno fortemente messo l’accento sul fatto che il Partito Socialista e’ scomparso dal panorama politico nazionale, solo perche’ i socialisti di Boselli non sono riusciti a eleggere alcun parlamentare ne’ alla Camera ne’ al Senato. È questa un’affermazione fuorviante e ingenerosa per i Socialisti”. Lo ha sottolineato Antonino Di Trapani, coordinatore nazionale della segreteria del Nuovo Psi, in relazione alla elezione di Stefano Caldoro nelle fila del Popolo della Liberta’. “Bisogna chiarire evidentemente, per evitare mistificazioni e strumentalizzazioni, che dal 1994 Boselli ha rappresentato – ha sottolineato – solo una parte dei Socialisti Italiani, atteso che la cosiddetta diaspora ne ha frammentato la compattezza. Se lo Sdi di Boselli e’ stato sconfitto e severamente punito dal voto, cio’ e’ avvenuto solo a causa delle sue scelte politiche anacronistiche e poco lungimiranti, perpetuate negli anni all’ombra degli ex comunisti e a difesa di interessi di nicchia fino alla colpevole estinzione di questi giorni”. È vero che una lista Socialista non e’ riuscita a superare le soglie di sbarramento elettorale, ma e’ anche vero che, alla luce dei profondi cambiamenti del panorama politico e della sua semplificazione, i Socialisti hanno trovato lo spazio elettorale per essere presenti in Parlamento. Il nuovo psi – ha concluso – e’ riuscito nell’intento e sara’ portatore, in sede parlamentare, dei valori, della tradizione e della cultura liberalsocialista e riformista senza soffocare autonomia e principalmente identita’, considerato che sul territorio nazionale centinaia di migliaia di attivisti e militanti lavorano generosamente per la continuita’ di questi valori”.

L’ADEGUAMENTO VELTRONIANO DICE… SI AL PONTE SULLO STRETTO

Un altro adeguamento del signor Walter Veltroni che dimostra il camaleontismo del personaggio e del partito che lo sostiene: al Nord esprime un deciso no al Ponte sullo Stretto di Messina, in Calabria cambia musica e annuncia la presentazione di un ddl, dal pomposo titolo “scommettere sul Sud”, all’interno del quale, tra altre amenità e luoghi comuni si pone la realizzazione, in tempi rapidi, del corridoio europeo ‘Berlino-Palermo’.

L’orchestra, che fino ad ieri, suonava senza tregua il proprio no ad un ponte inutile e sperperatore di finanziamenti, si trova oggi sbandato ed alla ricerca di note per evitare che la propria musica sia percepita come tentativo di accordi musicali difficili da realizzare, e quindi fortemente stonati. Il cambio repentino della posizione del PD sul Ponte sullo Stretto fatto a Reggio Calabria ha il sapore acre dell’adeguamento elettorale per evitare quella inarrestabile emorragia che la posizione del no a prescindere sta determinando nel Sud del Paese.

Non solo si è affermato che il Ponte si ‘può fare’ perché esso è funzionale alla realizzazione immediata del corridoio Berlino-Palermo, ma lo si è affermato durante una manifestazione aperta dal Ministro Alessandro Bianchi che è diventato famoso per le sue due caleariche esternazioni espresse appena nominato ministro, e passate, si fa per dire, alla storia: il Ponte sullo Stretto non sa da fare come il matrimonio tra Renzo e Lucia, e con la confessione che il modello di riferimento, per l’ex pasionario rettore, è Fidel Castro indicato come valoroso rivoluzionario pacifista da contrapporre al guerrafondaio sanguinario imperialista George Bush.

Tutto, comunque studiato nei minimi particolari, quanto avvenuto a Reggio Calabria. Veltroni opera una inversione di rotta di 360 gradi e coinvolge pienamente il personaggio che giornalisticamente ha tenuto di più il banco contro la realizzazione del Ponte, entrando addirittura in rotta di collisione con quell’AntonioDi Pietro che, però, messo alle strette ha mollato il suo disaccordo provocando la creazione di una situazione paradossale come il possibile annullamento della gara d’appalto che per penale sarebbe costata agli italiani ben 500 milioni di euro (pari a 1000 –diconsi mille- miliardi di lire).

Il Nuovo PSI, che è stato, da sempre, per la realizzazione del Ponte, individuando in esso uno degli elementi che possono far decollare l’Area dello Stretto, saluta positivamente l’inversione veltroniana che, anche se scelta elettoralistica, è pur sempre una scelta che renderà molto difficile determinare un nuovo ”contr’ordine compagni” come ai tempi di Peppone e don Camillo, anche se questo, conoscendo i comunisti, non ci sorprenderebbe per nulla. Per tutto il Popolo della Libertà, la scelta della costruzione del Ponte è, comunque, una scelta strategica non soggetta agli sbalzi dei sondaggi e non decisa per esigenze elettorali.

Per i Socialisti del Nuovo PSI è una scelta che nasce col PSI di Bettino Craxi che ha voluto porre fine, a un interminabile balletto che si trascinava da ben 50 anni, con una legge, per sottrarre la decisione alle giravolte dei vari governi. Nel merito va ribadito che è falso l’assunto di un’opera inutile che non produrrebbe niente di indotto. Sarà un’opera che unirà, anche fisicamente le due sponde, con tutto ciò che questo comporta per superare l’isolamento, abbattere i tempi di percorrenza tra continente e isola, avviare il processo di avvicinamento dell’Italia ai paesi rivieraschi dell’Africa, e creare finalmente reali e consistenti correnti turistiche.

Il cambio di direzione politica del 13 e 14 aprile ci fa ben sperare.
Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 31.03.2008

BRESCIA: LA LISTA DEL GAROFANO ALLE ELEZIONI

Sarà presente a Brecia la lista del NUOVO PSI, che presenterà i propri candidati alle elezioni Comunali e nelle circoscrizioni.
Una lista di persone che proviene dal mondo delle professioni, che vuole fare una scommessa di riforma (sia in senso strutturale che progettuale) della città.
La lista è collegata al Candidato Sindaco proveniente da Forza Italia, che ha fortemente voluto la presenza dei SOCIALISTI al proprio fianco.
Il NUOVO PSI anche a Brescia rilancia la propria identità ed autonomia guardando al futuro, con grande orgoglio, con grande volontà di rinnovamento, portando il proprio modesto apporto.

La FEDERAZIONE di BRESCIA

Noi sempre coerenti, Boselli invece un’opportunista

Da sempre ci siamo battuti per mantenere alta l’identità e l’autonomia, ricercando in più occasioni la possibilità di una ricomposizione di tutte le anime della diaspora Socialista.
In tutte le occasioni Boselli ha preferito nascondersi sotto altre sigle propendendo per scelte opportunistiche.
Adesso, viceversa, in un quadro politico completamente nuovo, è stato obbligato a fare una battaglia di rappresentanza che lo porterà all’estinzione.
Il Nuovo PSI ha scelto di continuare ad esistere partecipando al progetto della coalizione che vede il PDL protagonista.
Eleggere una rappresentanza parlamentare per continuare a tenere alti gli ideali riformisti
Questo è quello che i Parlamentari Socialisti continueranno a fare una volta eletti.
Saranno i continuatori degli ideali di Craxi e rappresenteranno orgogliosamente tutti i Socialisti dichiarandosi disponibili a rappresentare anche le istanze di coloro i quali non saranno presenti in Parlamento

NOTA POLITICA DELLA SEGRETERIA VENETA

 

 

 

Facendo seguito alle risultanze dell’ultima Direzione Nazionale, così come apparse sul sito ufficiale ieri c.m., si è riunita la Segreteria Veneta scrivente per ribadire quanto segue :

 

1)  Si condivide il documento votato all’unanimità in quella occasione, fermo restando che l’unità del Npsi rappresenta un ulteriore sostegno all’iniziativa del nostro Segretario Nazionale;

 

2) Circa l’ultimo comma che recita “ Per quanto attiene alle elezioni amministrative la DN invita le federazioni competenti per territorio a negoziare le alleanze secondo gli  orientamenti definiti nei vari congressi territoriali o dagli stessi organismi preposti a tali decisioni “, la scrivente se ne farà interprete quanto prima promuovendo e realizzando quelle iniziative ritenute più idonee ed opportune per garantire al NPsi i migliori risultati politici, possibilmente acquisibili, per confermarsi e crescere sul territorio. Pertanto, coerenti con la loro storia che li vide fautori e sostenitori delle Regioni e del decentramento dello Stato, il Npsi Veneto appoggerà quelle forze, partiti o movimenti, autenticamente autonomisti e federalisti.

 

 

 

 

 

 

Per la Segreteria Regionale

                                                                             Il Segretario

                                                                            Angelino Masin

                                                              

 

 

L’uscita dell’UDC di Casini dal Popolo della Libertà ha determinato uno squilibrio nella coalizione. Molti commentatori politici, anche autorevoli, hanno messo in evidenza come il baricentro dello schieramento che ha come leader Berlusconi si sia spostato troppo a destra. Un grave errore politico prendere le distanze dal centro! Infatti non va dimenticato, e questo sembra che Veltroni l’abbia capito bene, che le elezioni si vincono o si perdono a seconda di quanto si è capaci di conquistare l’elettorato di centro, che tradizionalmente è il più mobile.
Di qui il ruolo importante e insostituibile del Nuovo PSI nella coalizione per riportare al centro l’equilibrio interno. Un partito di sinistra, modernizzatore e riformista, per di più ben strutturato sul territorio e affidabile alleato: cosa Berlusconi potrebbe chiedere di più ad un partito? Perciò lasciamo pure che ci chiamino cespugli, ma questi cespugli il Popolo della Libertà è bene che non li trascuri, anzi è opportuno che li innaffi con cura tutti i giorni, perché potrebbero essere proprio i cespugli a fare la differenza.

Giovanni Bertoldi
Segretario Regionale Emilia Romagna

IDENTITA’ E VALORI

Lucio Barani e Gennaro Salvatore su queste pagine propongono in maniera molto chiara e razionale due iniziative-riforma. Una sul tema della giustizia , l’altra sul sistema elettorale. Rimando i visitatori alla lettura di quelle idee, che, ovviamente, mi entusiasmano. Non aggiungo queste note per entrare nel merito. Mi interessa invece risaltare la “vena” innovatrice, il temperamento progressista, avanguardista, se non mi interpretate erroneamente, dei nostri due validi compagni. In queste dichiarazioni che, per loro, per me e per moltissimi, oserei dire, potrebbero essere quotidiane, io riscopro la mia, la nostra, ” vis ” socialista ! Quel desiderio, quella caratteristica che ci rende battaglieri, precursori, libertari, laici, anticonformisti…etc.

Ricordo, ancora, la recente presa di posizione di Salvatore sulla legge Biagi e la proposta Uilm, Barani al Congresso sulla soppressione del canone Rai, il Compagno Riva sull’Energia,per non dimenticare, diciamolo, che siamo per l’abolizione delle provincie e l’accorpamento dei comuni sotto i mille abitanti ed ancora per una legge per l’avviamento al lavoro dei giovani ( qui Veltroni nel suo programma ha fatto meglio di Berlusconi ) per non dimenticare i diritti civili… Quanto premesso per sostenere  che il nostro socialismo non può estinguersi. Non so come andrà a finire l’attuale vicenda politica italiana, ma, tanto per restare in sintonia con me stesso, ho apprezzato l’atteggiamento di Storace e Casini. Certo che sono i valori e non i simboli a garantire il riformismo, ma non si può vivere di solo calcolo ed opportunismo.

Regge “ amo il rugby e non la nazionale” ?  il calcio e non il Granzette ( squadra di 3a categoria )? La musica e non i Beatles ? Anzi il concetto si rovescia. Ho amato la musica per il Beatles, il rugby per il quindici azzurro, la politica per Bettino Craxi !  Cosa saremmo noi del Npsi senza passione ?  Come possiamo dimenticare le battaglie, le divisioni, i sacrifici, per riconquistare e salvaguardare questo nostro garofano ? Come possiamo congelare, annientare gli entusiasmi e l’adrenalina del Congresso di Giugno ?

La politica è l’arte del possibile, lo so e ne tengo conto. Ma, pur subendone le conseguenze che ci portano al Ppdl, ribadisco che sarà solo una tappa poco gloriosa di passaggio. Cominciamo ad analizzare l’incongruità del bipartitismo in Italia, questo Giano bifronte che non ha niente a che fare con la nostra storia e le nostre tradizioni. L’americanismo di Uolter Justice Veltroni e la sua pretesa di uniformarsi a quella civiltà con la creazione di due grossi partiti di cui il suo ( sic ! ) sarebbe quello democratico, è una bufala informativa e politica. Non capisco perche Berlusconi l’abbia seguito ! Pensate a cosa avremmo realizzato con la Federazione dei Partiti della Libertà ! Mi dispiace, anche se non è determinante, che il Npsi non abbia convocato una direzione da quando Fini, entrandovi, costituì di fatto il Ppdl. Non avevamo e non abbiamo molte chances. Avrei votato e voterò la risoluzione di rinunciare al nostro simbolo con la garanzia di qualche nostro parlamentare eletto. Però ne avrei chiesto la sua visibilità alle amministrative e contemporaneamente l’eccezionalità dell’evento politico. Insomma mani libere sin dal prossimo 15 Aprile. Se il Ppdl è un contenitore elettorale, ma non dobbiamo dirlo, ok. Sssttt!

Sarà noto a tutti la delusione, lo scoramento e la delusione che molti iscritti e tesserati stanno vivendo in questi giorni. Ancora adesso non sappiamo i termini dell’accordo, ( e leggiamo, in fattispecie, quello proposto dal Pd ai radicali- altra mazzata chirurgica al Movimento socialista !..- ) che il PPdl ci avrebbe proposto.. Perchè non ci è dato di approfondirlo ? Forse, manca  a tutt’oggi, anche se Bondi a Pordenone l’ha confermato alla nostra segretaria regionale Lauretta Iuretig. Ci stanno prendendo, raccattando per sfinimento ? Alla fine i margini di trattativa saranno sempre meno e sempre più giugulatori… Come potremo, mi chiedo, rinunciare alla nostra effervescenza, alla nostra creatività politica, alla nostra capacità riformatrice, al nostro sgradito, ai comunisti, protagonismo anarcoide..  Resisterò, alla camicia di forza, ma, per quanto mi riguarda, fino al 14 aprile. Poi come un cavaliere errante riprenderò il cammino del nostro congresso… Sono curioso di vedere cosa succederà in An ad Ottobre. Ridono solo quelli della Lega.La loro identità non si mette in discussione… Le palle del Bossi…Bravo. Ma resto convinto che Berlusconi ha fatto male i conti, che il predellino, come dissi già, è stato ed è un errore politico. Dopo quindici anni di tangentopoli bipolare, peggioriamo col bipartitismo. Premetto già che i nostri voti, che non prenderemo, saranno nella percentuale dei non votanti, delle schede bianche o nulle. L’effetto dell’antipolitica Prodiana, porta ad una sostanziale avversione della politica… Ma c’è una parte sana di chi la fa che oggi è messo fuori gioco dai blocchi economici Mediaset e Cei ( con i loro satelliti ). Mi dispiace solo che quando il Garofano, e quello che rappresenta, rinvigorirà, forse avrò 100 anni. Tuttavia, è chiaro, voterò contro i cattocomunisti, ma attendo di poter riprendere a votare quanto prima pro       qualcosa e possibilmente pro me stesso ( quello che rappresento idealmente ).

In conclusione, superata l’emergenza del prossimo voto, tornerò a fare il ribelle socialista come sempre, amando il Cristianesimo ma non l’apparato e l’arretratezza cattolica, battendomi contro la povertà e non contro la ricchezza, odiando il conformismo della scuola dell’obbligo a discapito di una seria cultura educativa ( complice una categoria di insegnanti scandalosa ),  amando la donna e riconoscendone l’incontrastata superiorità su tutto, fuorchè sui muscoli, stando contro ogni tipo di droga, alcool e tabacco a favore di una sessualità poetica e consapevolmente praticata… Mi fermo dando il resto per scontato, in quanto rappresenta di sicuro anche i vostri aneliti, e i comuni ideali. Tuttavia per dare il mio contributo al prossimo programma o carta dei valori del Npsi, io aggiungo la battaglia ad oltranza contro il sistema bancario italiano ( pensate come ci divertiremmo con il politburo di Veltroni D’Alema, la Bnl il Paschi Siena etc ! ). Per cui il Ppdl, ed i miei rappresentanti in esso, avranno il mio voto. Ma non cederò nè la testa nè il cuore. Se mi va bene mi aspettano ancora trent’anni di sangue e merda! Ma ” THE WALL “  ( dei Pink Floyd se mi intendete ), no, non fa per me.

 

Angelino Masin

Iuretig: il Nuovo PSI non fa parte della costituente

POLEMICA CON IL PS
Iuretig: «Il Nuovo Psi resta a centrodestra»
Non è vero che il nascente Partito Socialista ha riunito tutte le anime del socialismo, protesta Lauretta Iuretig, segretario regionale del Nuovo Psi. Un partito che, spiega la Iuretig, «ha mantenuto la sua posizione nel centrodestra ed è rappresenta¬to qui in regione da un neo-costituito quadro dirigenziale». La Iuretig dice di aver scelto questa collocazione politica «per coerenza, perché convinta che la posizione della Costituente sia perdente in quanto collocata nell’area dei conservatori e non in quella dei riformisti. Il Nuovo Psi si riconosce «nel modello socialista liberale e riformista che ha trovato in Betti-no Craxi la sua massima espressione». Il segretario si scaglia contro chi «veicola deliberatamente l’idea che sia il Nuovo Psi e non solo alcuni dirigenti ad avere dirottato a sinistra».

Mantenere l’autonomia e l’identità

questa è un’occasione storica per i Socialisti, quella di tornare a vivere dopo 15 anni; tuto questo può avvenire grazie a Berlusconi che paradossalmente, proprio nel momento in cui vuole fare morire i partiti piccoli può farci da levatrice.
Come?
basta guardare lo scenario che abbiamo davanti.
Lo SDI di Boselli, Angius e De Michelis è morto ammazzato.
Ma questo lo si sapeva; hanno compiuto il disegno di questi 15 anni: hanno ucciso i Socialisti e quello che li finiti è stato lo stesso cecchino che aveva inaugurato le danze: Di Pietro.
Ecco perchè non possono stare in questa sinistra; ecco perchè molti di noi, anzi quasi tutti non hanno mai messo in dubbio che tra Fini e D’Alema er più potabile Fini.
Questa è la prova provata che i Comunisti non ci vogliono.
E il De Michelis che non voleva finire sotto le macerie due volte di fila , invece c’è finito dritto dritto.
Nello schieramento del PDL, così adesso si chiama la ex CDL, invece la novità è che non c’è Casini.
Da una parte (Veltroni) e dall’altra (Casini) dicono che il PDL è troppo di destra.
Qual’è il movimento politico che oggi invece potrebbe dare la dimostrazione del contrario?
Il NUovo PSI!
Ovviamente questo dipende da quanto il nostro gruppo dirigente saprà trattare il proprio progetto politico piuttosto che le necessità personali.
Se saprà cogliere cioè l’occasione irripetibile che ci si pone davanti, quello cioè di occupare uno spazio vacante, lasciato libero un pò per forutna un pò per incapacità degli altri, o se viceversa prevarrà la necessità di “sistemare” le necessità personali.
Nel PDL potremmo trovare anche con altri personaggi oggi in F.I. la possibilità di aggregare un’area omogenea che apra la partita sui nuovi bisogni della nostra Società.
Certo un ragionamento lo si deve fare in merito al PDL.
Se questo è il futuro che guarda al PPE, allora noi non potremmo esserci.
Aprire la scommessa di un movimento politico riformista, liberale, moderno è l’imperativo che dobbiamo darci.
Per questo diventa indispensabile mantenere la nostra identità ed autonomia.
Che non significa necessariamente fare una nostra lista (meglio se ci sarà), ma che viceversa significa mantenere in piedi il progetto politico che ci ha portato in tutti questi anni a cercare di ricostruire il Partito Socialista Italiano.

Gianni Di Giacomo