NO, NON SIAMO IN FASE DI SMOBILITAZIONE

Leggo, sempre più spesso, dichiarazioni di militanti socialisti che, dopo gli ultimi risultati elettorali e la splendida vittoria dell’aggregazione riformista moderata guidata da Silvio Berlusconi, ormai si sentono in dirittura d’arrivo verso il Partito delle Libertà e pensano allo scioglimento ed all’abbandono dei nostri simboli, con l’adesione piena al PdL.

Mi sembra che si stia correndo troppo, ben sapendo che scelte di questo tipo, se devono essere assunte, devono essere decise da un Congresso Nazionale, fermo restando che se qualcuno si è stancato (perché magari pensava ad un percorso trionfale e senza ostacoli) può decidere autonomamente di traghettare verso i lidi che più considera opportuni (lo hanno fatto migliaia di socialisti –a destra e a sinistra- non sarà uno scandalo che lo facciano altri). Noi, comunque, non saremo fra di essi e ancoriamo le nostre scelte alle decisioni congressuali del Midas del 2007: adesione ad una Federazione di moderati, e difesa della nostra autonomia e della nostra identità.

Quella scelta (quella del Midas che ha consacrato Stefano Caldoro a Segretario Nazionale) risponde comunque a scelte politiche irreversibili, perché frutto di una diversa visione della società italiana, delle sue esigenze e dei modi per affrontarle. Essa non necessità di ‘sacrifici’ ma di chiare e salde scelte politiche come quelle che, in questi anni, abbiamo saputo assumere.

Guai a mollare la spugna proprio nel momento in cui trionfa il riformismo liberal-socialista; proprio ora che anche il Governo Berlusconi si fortifica di capacità e di intelligenze craxiane attraverso il pieno utilizzo delle risorse che il riformismo ha saputo ‘allevare’ (Tremonti, Sacconi, Frattini, Cicchitto, Moroni, Boniver, Stefania Craxi, ecc.); proprio ora che, in assenza dell’imbroglio Costituente, il Nuovo PSI può diventare reale punto di approdo per un popolo socialista allo sbando e che, in assenza di chiara simbologia socialista, rischia di far aumentare le percentuali dell’astensionismo.

Il concomitante voto amministrativo delle settimane passate (con gli splendidi risultati conseguiti nelle realtà dove abbiamo avuto il coraggio di misurarci) sono la prova provata di quanto spazio esiste per continuare la nostra azione. Siamo stati e continueremo ad essere elementi di stimolo e di pungolo nei confronti dei nostri alleati che, purtroppo, non sono solo Berlusconi e Fini, ma anche centinaia di dirigenti periferici, nelle Regioni e nelle province, spesso e volentieri abbastanza chiusi e con poco respiro politico. Non è che questi dirigenti cambieranno atteggiamento sol perché gruppi ‘sfiduciati’ di quadri socialisti decideranno di confluire nelle loro fila. Anzi continueranno a mantenere un atteggiamento di sufficienza ed esclusione che tanto manda in bestia i nostri quadri provinciali.

Ed allora basta con la sfiducia e il malessere che è anche frutto dell’amaro in bocca per le vicende legate alla composizione dell’Esecutivo, perché c’è molto da lavorare. E questo lo si può fare da qualunque postazione. Io preferisco continuare ad utilizzare quella del Nuovo PSI.
Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 11.5.2008

NON SIAMO FIGLI DI UN DIO MINORE

Diciamo subito che il Nuovo PSI non è figlio di un Dio minore ma, come ogni altro alleato del fronte moderato riformista, rivendica pari dignità. Tutti, infatti, grandi o piccoli che siano, hanno diritto, ad essere coinvolti nella formazione del nuovo esecutivo. Con presenze consistenti o con presenze che possano apparire soltanto simboliche, ognuno deve sentirsi pienamente coinvolto e parte integrante del progetto “rialzati Italia”.

Sbaglia chi pensa che si tratti di un giro di parole per avanzare rivendicazioni tese a soddisfare le aspirazioni, che pur sarebbero legittime, di singoli dirigenti. Tutt’al più la rivendicazione punta a soddisfare le aspettative degli elettori dei singoli partiti che hanno scelto di votare PdL anche per la presenza in quelle liste dei propri dirigenti. Per quanto ci riguarda due di essi, Stefano Caldoro (Segretario Nazionale) e l’uscente Lucio Barani, sono stati eletti, affermando così una presenza socialista organizzata che, da altre parti, i riferiamo ai Costituenti, è stata giudicata fastidiosa ed è stata liquidata malgrado anni di servitù più o meno cosciente.

Non è azzardato dire che la presenza del Nuovo PSI nel panorama politico nazionale diventa, giocoforza, per gli elettori socialisti, ormai allo sbando, un punto importante di riferimento che già le concomitanti elezioni amministrative hanno abbondantemente conclamato. Dove, infatti, abbiamo presentato liste col nostro Garofano i risultati sono stati abbastanza lusinghieri. Da Catanzaro in Calabria, a Bitonto nelle Puglie, ai Comuni della Campania le percentuali si aggirano attorno al 5%, e ciò anche in presenza, come a Catanzaro, di altre due liste socialiste che realizzano un 4 ed un 2,7% ciascuna.

Il Nuovo PSI ha quindi pieno titolo a chiedere una presenza nell’esecutivo, e pieno titolo ha il Nuovo PSI Calabrese a rivendicarlo per la propria regione. Sarebbe assurdo infatti non cogliere l’importanza di un riconoscimento che va aldilà dell’immediato per guardare con sufficiente tranquillità ai nuovi appuntamenti non ultimi quelli elettorali regionali nelle Regioni del Sud. Così come per la Sicilia , dove Lombardo ha stravinto, bisogna ‘omogeneizzare’ gli esecutivi regionali per evitare le quasi certe conflittualità contro le grandi opere pubbliche, a partire dal Ponte sullo Stretto.

Tra l’altro non sarebbe capito un ‘trattamento’ diverso tra le forze minori, alcune delle quali, come l’ MPA, già abbondantemente ricompensate con gli eletti, ed altre che bussano insistentemente alla porta del PdL . Siamo,però, certi e più che convinti che la ‘quadra’ (come l’ha chiamata Bossi ) anche per il Nuovo PSI sarà trovata dal Presidente Silvio Berlusconi che ha la capacità di non guardare solo all’oggi, ma quella di guardare sempre a domani e dopodomani, perché è così che si vincono non le battaglie, ma le guerre.

I Segretari Provinciali, nonché membri della Direzione Nazionale
Giovanni ALVARO – Reggio Calabria
Gianfranco BONOFIGLIO – Cosenza
Mimmo FULCINITI – Catanzaro
Carlo PANTANO – Vibo Valentia

Calabria 03.05.2008

COMUNALI:ROMA;CALDORO (PDL),STRAORDINARIA E STORICA VITTORIA

(ANSA) – ROMA, 28 APR – ‘La straordinaria e storica vittoria di Gianni Alemanno a Roma esprime la voglia di rinnovamento e cambiamento di Roma cosi’ come dell’ intero Paese’. Lo sottolinea Stefano Caldoro, segretario nazionale del nuovo psi e parlamentare del Pdl.
‘Roma ha premiato la coalizione moderata e riformista – aggiunge- ed ha bocciato, senza appello, la sinistra conservatrice di Veltroni e di Rutelli’ ‘A Gianni Alemanno gli auguri miei e dei socialisti del nuovo psi per il lavoro che dovra’ svolgere per il rilancio della Capitale’.(ANSA).

LA FONDAZIONE SERVE ALLA VERITA’ STORICA

I commenti alla proposta di Stefano Caldoro, che si possono leggere nel blog del Partito Socialista Nuovo Psi, dimostrano che si è capito poco degli obiettivi che Stefano si prefigge di raggiungere con l’idea della Fondazione. Ed allora mi permetto di fare chiarezza.

La proposta di Stefano Caldoro per la Costituzione di una Fondazione dei Socialisti è quanto di più semplice e necessario si potesse pensare per non disperdere la storia e il ruolo che il Partito Socialista ha avuto nel nostro Paese dalla nascita fino a Bettino Craxi che ha rappresentato, aldilà delle ignobili e vergognose mascalzonate subite con l’esilio e la gogna mediatica, il clou della elaborazione teorica e dell’applicazione pratica del riformismo più puro.

Non so, però, se l’iniziativa avrà il successo che merita anche perché ancora fresche sono le polemiche che ‘dall’interno’ hanno minato e accelerato la crisi del Partito. La fuga (SDI), la diaspora (I Socialisti), la ricerca di nicchie di sopravvivenza (PD) da una parte; e la necessità di continuare un percorso nell’alveo della tradizione riformista, con nuovi (Forza Italia) o antichi strumenti (Nuovo PSI) dall’altra, hanno minato profondamente anche gli aspetti di stima, rispetto e solidarietà, che pur esistevano tra soggetti socialisti che la pensavano diversamente.

Illudersi che oggi dirigenti come Caldoro, De Michelis, Zavettieri, Stefania Craxi, Tremonti, Cicchetto, Moroni, Sacconi, Boniver, Del Turco, Benvenuto, Boselli, Martelli, Mancini, ecc., possano dar vita ad un soggetto di studio, di ricerca e di salvaguardia del marchio e della tradizione socialista italiana sembra impossibile, ma vale la pena tentarne la realizzazione, anche perché la Fondazione non può e non sarà un soggetto politico, non deve e non può fare politica, ma deve solo difendere le verità storiche e blindare insegne e marchio. E deve, anche, saper dire all’opinione pubblica, fortemente frastornata dai media nazionali che parlano di scomparsa dei socialisti, che anche nell’attuale Parlamento vi sono ben 70 parlamentari con radici socialiste, due dei quali (Caldoro e Barani) espressione del Garofano del Nuovo PSI, eletti nel PDL.

Tra l’altro, in tempi di bipartitismo (realizzato con partiti unici o contenitori elettorali), sarebbe l’unica strada per difendere la gloriosa storia dei socialisti. Non è, quindi, velleitaria la proposta di Stefano Caldoro, che non è, lo ripeto, una proposta di autoscioglimento per costruire assurde terze vie. Essa, per i tempi che corrono e le collocazioni ormai sedimentate dei gruppi dirigenti, non punta alla ricomposizione dei socialisti ormai semplicemente impensabile, né punta alla costruzione del partito unico degli stessi, ma solo a difendere e tramandare alle nuove generazioni, il ruolo avuto e i contributi che i socialisti hanno dato al nostro Paese.

La Fondazione non nasce, se nascerà, in alternativa al Partito che per noi continuerà a rimanere il Nuovo PSI.

Adolfo COLLICE

Cosenza 27.4.2008

SOCIALISTI: CALDORO, RIUNIAMOCI TUTTI IN UNA FONDAZIONE =

(AGI) – Roma, 24 apr. – “Dobbiamo prendere atto che ormai c’e’ il bipartitismo e non e’ possibile far rinascere nuovi partiti.
Non si puo’ piu’ riesumare il partito socialista”. Stefano Caldoro, eletto alla Camera nelle fila del Pdl, lancia “una proposta a tutti coloro che sono stati socialisti”. “Dobbiamo – dice – fare una fondazione. Riuniamoci tutti insieme, esponenti di entrambi gli schieramenti, senza vincoli di coalizione”. In questo modo – spiega il leader del nuovo psi – “si potrebbe recuperare il marchio e finalmente salvaguardare i valori che il partito socialista ha incarnato da una vita”. Caldoro non si rivolge soltanto “a Cicchitto, Sacconi, Tremonti, moroni, Craxi”, ma anche “a Benvenuto, Del Turco” e ai tanti parlamentari eletti nelle fila del Pd e che in passato hanno militato nel partito socialista. “Solo con una fondazione – conclude Caldoro – potremo tornare a lavorare insieme, al di la’ delle coalizioni e della propria attuale appartenenza politica”. (AGI) Red 241811 APR 08

TO’, ERA VERO, VELTRONI E IL PD SONO PER IL PONTE

Quando avevamo colto in un comizio di Walter Veltroni, a Reggio Calabria, una inversione di 360 gradi sul Ponte di Messina, e lo avevamo scritto, siamo stati fortemente criticati come se ci fossimo inventato tutto o come se fossimo dei provocatori senza alcuna remora. Oggi abbiamo la conferma che ciò che avevamo affermato è praticamente vero: Veltroni non è scivolato sul problema, e noi non abbiamo mistificato alcunché.

La conferma ci viene, nientepopodimeno, che dall’ex Prefetto antimafia, Luigi De Sena, che il PD, in mancanza di altre mogli, sorelle, figlie, cognate di caduti in missione o per mano mafiosa, da inserire nelle proprie liste, ha deciso di promuovere ad un seggio senatoriale. Egli ha dichiarato che: “indipendentemente dalla mia idea, penso che la posizione favorevole possa essere condivisa da tutto ilo PD. NON MI RISULTA CHE VELTRONI SI SIA ESPRESSO CONTRO IL PONTE SULLO STRETTO. Come Parlamentare della Calabria dico che per risolvere il problema infrastrutturale della regione bisogna fare il Ponte sullo Stretto di Messina”.

E’ una dichiarazione netta e precisa che non può essere frutto dell’iniziativa improvvida del neo senatore che ha dimostrato, in queste settimane, d’essere distante anni luce da atteggiamenti alla Calearo che, al contrario, avevano creato non pochi imbarazzi nel gruppo dirigente dei cattocomunisti. Non tutti, comunque, sono stati avvisati del cambio di rotta, per cui si è subito dichiarata contrariata la signora Rita Borsellino che ha dichiarato di “non capire questa presa di posizione. Il governo Prodi aveva accantonato questo progetto”.
E anche il popolo di sinistra si troverà spiazzato, e passerà del tempo prima di riuscire a individuare per dove soffia il vento. Sarà una metabolizzazione lenta, ma alla fine ci si accoderà come sempre è avvenuto al ‘contr’ordine, compagni’. Tra l’altro la dichiarazione di De Sena taglia l’erba della polemica di chi avversava il Ponte perché appetibile per le cosche mafiose. Lo stesso super ex prefetto antimafia ha chiosato che c’è una catena normativa di controllo che sviluppata e snellita può bloccare il rischio.

Quando il Nuovo PSI proclamava la propria scelta per il Ponte, occasione unica, per sviluppare tutte le infrastrutture dell’Area dello Stretto, con un Ponte, perno centrale del definitivo rilancio dell’attività turistica di grande respiro, veniva accusato di velleitarismo e incapacità a capire le ragioni dei no tra le quali spiccava (non si rida, per piacere) quella verde del Pecoraro che si preoccupava del disturbo che veniva causato alla millenaria rotta dei delfini con l’ombra proiettata sulle acque del mare. E poi vogliono sapere perché hanno perso.

E’ chiaro che l’inversione di rotta nasce anche dai sondaggi sull’atteggiamento positivo dell’opinione pubblica nei confronti della grandiosa opera, e sulla certezza che essendo una delle opere che il Popolo delle Libertà rilancerà da subito, si tenta di non ‘regalare’ il merito solo al fronte guidato da Silvio Berlusconi. Ma se così è, dove vanno a finire tutte le panzane verdi, e quelle sui terremoti, sulla mafia, l’incapacità ingegneristica a realizzarlo e le difficoltà per il finanziamento? Ancora una volta si ha la riprova che spesso le posizioni della sinistra, su questo o quell’obiettivo, non sono frutto di valutazioni di merito, ma sono dettate da atteggiamenti precostituiti per la collocazione del proprio schieramento.

Ma lasciamo perdere, e, in nome di Bettino Craxi che il Ponte lo ha voluto, andiamo avanti segnando con esso anche quell’unità ideale del Paese che la propaganda ‘sinistra’ indica in pericolo per la presenza della Lega.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 23.4.2008

FRA UNA SETTIMANA SI POTRA’ RIAVVIARE… IL BUONGOVERNO

Siamo in dirittura d’arrivo. Fra una settimana l’Italia potrà riprendere il cammino del buon governo, delle riforme e del vivere civile. Fra una settimana il riformismo potrà trionfare avviando per il nostro Paese un percorso di civiltà interna e di protagonismo internazionale recuperando i due anni di ‘sperpero politico’ provocato dal cosiddetto ‘Governo Prodi’, classico dilettante allo sbaraglio. In questo processo i socialisti del Nuovo PSI , forti delle loro idee, del loro pragmatismo e del loro riformismo, vorranno e sapranno dare il loro contributo.

A chi domanda cos’avranno di speciale i riformisti per essere così sicuri d’invertire la tendenza al declino del nostro Paese, si può tranquillamente rispondere che hanno soprattutto una diversa concezione della gestione della cosa pubblica.

Per la sinistra (ufficiale o mascherata che sia) la scelta per far quadrare i conti (si fa per dire) è stata ed è abbastanza semplice: mettere le mani nelle tasche dei cittadini aumentando la pressione fiscale a dismisura e provocando i guasti che sono sotto gli occhi di tutti (ripresa dell’evasione fiscale, aumento dell’inflazione, difficoltà a poter soddisfare le esigenze più elementari di fasce sempre più larghe di cittadini, livelli incivili di gestione dei servizi di base sopratutto quelli della sanità o della pulizia dei centri abitati). E il signor Walter Veltroni è espressione di questa filosofia così come lo ha dimostrato nel governo di Roma.

Per i moderati e riformisti, aggregati e raggruppati nel PdL, la scelta per affrontare e risolvere gli stesi problemi sta nel rifiuto a diventare sanguisughe e ‘rapinare’ i propri concittadini, che è una politica che aggrava i problemi e non li risolve per nulla. La quadratura dei conti pubblici sta nel saper eliminare gli sprechi, liquidare le sacche di privilegi esistenti, sbaraccare ogni Ente inutile, e ridurre i costi della politica.

Questo secondo percorso può essere fatto SOLO da chi non dipende da gruppi di pressione, da chi è lontano dai poteri forti che prosperano quando il Paese patisce le proprie difficoltà, e da chi non subisce i condizionamenti delle centrali sindacali che, giocoforza, sono portate a chiudersi a riccio e a rifiutare ogni possibile riduzione degli sprechi. Ma è SOLO questa seconda politica che può permettere la riduzione delle tasse, la lotta all’evasione, quella all’inflazione e la difesa del potere d’acquisto dei redditi da lavoro e da pensione che si ottiene anche con gli annunciati provvedimenti su ICI, detassazione del lavoro straordinario, e con l’aumento delle pensioni.

Ed è solo con questa politica che diventa credibile ogni ipotesi di rilancio delle grandi opere pubbliche (come il Ponte sullo Stretto e la TAV) che non sono mai fine a se stesse, e diventa altrettanto credibile la realizzazione della piena occupazione anche nel Mezzogiorno d’Italia a partire dalla sistemazione dei precari come quelli lasciati in eredità dalla sinistra con le invenzioni di LSU ed LPU.

La guida di Silvio Berlusconi del PdL e della coalizione costruita attorno ad esso è un’altra garanzia che il programma non sarà carta straccia. E non bisogna attendere molto per capire in quale direzione soffia il vento, perché saranno i primi cento giorni la cartina di tornasole del buongoverno. In quei cento giorni saranno affrontate le emergenze della Campania, buttate le basi per una nuova politica economica, riavviato il percorso di politica estera. Il Presidente Berlusconi e i suoi alleati, tra cui il Nuovo PSI di Stefano Caldoro, sono già stati visti all’opera, e non sarà per l’Italia, quindi, un salto nel buio.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 07.04.2008

TUTTO E’ BUONO PER LA POLEMICA, ANCHE… IL RIDICOLO

Non sono d’accordo con quanti, intervenendo sulla assurda polemica nata per una battuta del Presidente Berlusconi sui precari, affermano che, in fin dei conti, si trattava semplicemente di ‘una battuta di spirito che purtroppo non è stata capita da molti’. Non sono d’accordo perché, se così fosse, vorrebbe dire che la polemica si è sviluppata, con grande battage pubblicitario, per una errata interpretazione di quanto accaduto. Ma le cose non stanno così.

Gli avversari del Popolo della Libertà non sono per nulla degli imbecilli al punto da non capire lo spirito di una battuta. La verità è che essendo a corto d’argomenti si buttano, a costo del ridicolo, su tutto ciò che può distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla gravità della situazione del Paese, e dall’assenza di respiro politico nella loro campagna elettorale che si trascina tra un nuovo che non esiste, e la ricerca di una verginità politica che, dopo Prodi, come tutte le verginità, è impossibile da ricostruire.

Non sono neanche d’accordo con quanti ‘sconsigliano’ Silvio Berlusconi dal parlare senza rete e senza cautela. Anche loro sbagliano profondamente quando pensano che le polemiche, costruite dalla sinistra e dal coro dei giornali del soccorso rosso, siano frutto di ‘mosse maldestre’ del Cavaliere. Non è affatto così, perché qualunque cosa dica Berlusconi, e sottolineo qualunque cosa, scatta immediata la polemica. Anzi, essa scatterebbe anche se il leader del Popolo della Libertà, decidesse di non parlare più fino al 13 e 14 aprile. Veltroni, Prodi, la Repubblica, l’Unità, Travaglio, con tutto il loro armamentario propagandistico, vi costruirebbero attorno la qualunque, affermando che il silenzio di Berlusconi nasconderebbe, di certo, chissà quali nefandezze per tessere trame eversive ed antidemocratiche essendo impossibile che egli abbia deciso di starsene zitto zitto dietro le quinte.

Se poi, avviato il can can propagandistico, com’è avvenuto nell’ultimo caso, ci si trova di fronte ad una giovane che non solo ci ha scherzato sopra assumendo l’episodio per quello che effettivamente era, ma addirittura ha dichiarato che sicuramente voterà per il PdL, Veltroni & C. entrano in fibrillazione perché incapaci di gestire una vicenda nella quale non era prevista una variabile fuori dal loro controllo. E’ un clichè che si ripete purtroppo sistematicamente per poterlo catalogare come incidente causato da ‘reazione maldestra’.

Se gli strateghi della sinistra (si sinistra, proprio quella di Veltroni) pur sapendo perfettamente che dopo due/tre giorni di polemiche tutto ritorna normale perché i fatti hanno la testa più dura di qualunque speculazione, continuano a insistere sul terreno della denigrazione, dello sberleffo e della violenza critica, vuol dire che gli obiettivi sono altri, come quello di nascondere la pochezza dei loro argomenti spostando l’attenzione sulle più disparate schiocchezze.

Se da una parte, quindi, è necessario rispondere e parare i colpi, dall’altra bisogna ragionare con la gente sui programmi, gli obiettivi e le realizzazioni da fare nei primi cento giorni di governo che sono quelli che qualificano una compagine governativa. Il Nuovo PSI è su questo che sta facendo e continuerà a fare la propria campagna elettorale, convinto più che mai che non basta solo il messaggio mediatico per vincere, ma che esso vada accompagnato da un lavoro capillare, come si suol dire, ‘porta a porta’, con l’obiettivo di contattare il maggior numero possibile di elettori, soprattutto quelli indecisi o propensi ad esprimere un voto di semplice testimonianza.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria lì 17.3.2008

PDL: coalizione di moderati, non di destra

La coalizione della PDL si caratterizza per essere un patto tra alleati che hanno in comune provenienze diverse ma la stessa visione modernista riformatrice e liberale della società.
Una coalizione elettorale che presenta tra i propri candidati rappresentanti dell’area cosidetta laica, e riformista quali i Repubblicani e soprattutto i Socialisti, non può certamente essere una coalizione troppo spostata a destra.
I rappresentanti del Nuovo PSI nel prossimo Parlamento continueranno nella tradizione della loro storia, garantendo quella libertà di pensiero che da sempre li ha caratterizzati

ELEZIONI: PDL, BERLUSCONI, FINI E CALDORO GUIDANO CAMPANIA 1

(ANSA) – NAPOLI, 10 MAR – Silvio berlusconi, Gianfranco Fini, Stefano Caldoro, Alessandra Mussolini ed Italo Bocchino compongono il cappello di lista del Pdl nella circoscrizione di Campania 1. In lista anche i deputati uscenti Luigi Cesaro, Paolo Russo e Pina Castiello, il senatore Giuseppe Scalera dei Liberaldemocratici di Lamberto Dini, l’ex Udc Giampiero Catone. Tra gli esponenti della societa’ civile il magistrato Alfonso Papa, l’ex prefetto di Caserta, Maria Elena Stasi, ed il capitano Gianfranco Paglia, medaglia d’oro al valor militare.
Esclusi i parlamentari uscenti Antonio Martusciello, Claudio Azzolini, Gianfranco Laurini, Emiddio Novi, Alfredo Vito e l’ex questore di Napoli Franco Malvano.(ANSA).

PDL: SPEDALE (NPSI), BERLUSCONI PUO’ CONTARE SUI SOCIALISTI

(ANSA) – ROMA, 5 MAR – ‘L’identita’ e l’autonomia sono cio’ che ognuno di noi riesce a mantenere della propria storia. Non e’ solo una rappresentazione della simbologia ma uno stato d’animo’. Lo sottolinea Franco Spedale, vicesegretario nazionale del nuovo psi.
‘I Socialisti del nuovo psi sono pronti – sottolinea – ad affrontare questa nuova battaglia, anche partecipando al progetto del Pdl, come ha sottolineato il Presidente berlusconi in una condizione di pari dignita’, pronti a dare il proprio contributo per un Paese migliore, piu’ nuovo, piu’ giusto. La difficile scommessa di rimettere in sesto questo Paese è di quelle che non si possono rifiutare’.
‘Cosi’ come in tutte le situazioni difficili i Socialisti sono pronti a fare la loro partita. berlusconi potra’ contare – conclude Spedale – sulla nostra presenza di qualita”.

ABORTO: NUOVO PSI, LA POLITICA NON ALIMENTI DIVISIONI =

Roma, 25 feb. – (Adnkronos) – ‘Sarebbe bene tenere il dibattito sull’aborto fuori dalla campagna elettorale, su una materia cosi delicata molte posizioni rischiano di diventare strumentali impedendo un dibattito costruttivo’. Lo sottolinea Franco Spedale, vice segretario nazionale del nuovo psi.

‘L’ordine dei medici interviene -aggiunge- sulla sperimentazione della pillola Ru486 mentre la Chiesa, da parte sua, legittimamente esercita il suo magistero e difende i suoi valori. La politica ha il compito di non alimentare le divisioni ma di promuovere un costruttivo confronto per canalizzare la discussione verso neceaasri punti di incontro’.

ELEZIONI: CALDORO, RADICALI COME CGIL CISL UIL =

(ASCA) – Roma, 21 feb – ‘La trattativa intercorsa tra Pd e Radicali ha ricordato le lunghe trattative sindacali per la firma dei contratti, fatte di un passo avanti e uno indietro e di lunghe notti di mediazioni’. Questo il commento del segretario nazionale del nuovo psi Stefano Caldoro in merito all’ingresso dei Radicali nel Partito di Veltroni. ‘I Radicali di Pannella e Bonino – a parere di Caldoro – meriterebbero di essere al fianco dei confederali, da loro tanto vituperati. Per come hanno difeso le proprie truppe e la loro casa, hanno fatto meglio di Cgil, Cisl e Uil’.

ELEZIONI:SICILIA;INTESA PDL-MPA CON INCOGNITA MICCICHE’/ANSA

ELECTION DAY 13-14/4;SI’berlusconi A LOMBARDO;CUFFARO,UDC CI STA (di Alfredo Pecoraro) (ANSA) – PALERMO, 19 FEB – Al Nord il patto di ferro con Bossi, al Sud e nelle isole l’accordo con il Movimento per l’autonomia che si presentera’ con il simbolo apparentato al Pdl. Non solo, il leader Raffaele Lombardo sara’ sostenuto dal Cavaliere anche nella corsa alla presidenza della Regione Sicilia. Dopo una lunga trattativa l’intesa tra Pdl e autonomisti dunque e’ stata raggiunta, anche se manca qualche dettaglio come conferma Lombardo, ma soprattutto bisogna ancora vedere cosa fara’ Gianfranco Micciche’, che non sembra voler ritirare la propria candidatura alla Regione, forte del consenso che gli aveva dato Fi nelle scorse settimane.
Sono molti i tasselli che berlusconi e Lombardo hanno dovuto incastrare per comporre il puzzle di un’alleanza politica che, oltre alle normali garanzie sulla composizione delle liste e sui simboli, deve tener conto di una variabile di peso: lo scontro tra Gianfranco Micciche’ e Salvatore Cuffaro.
L’intesa tra Pdl e Mpa e’ arrivata a conclusione di due ore di faccia a faccia con berlusconi a Palazzo Grazioli, dove Lombardo si e’ presentato con il leghista Roberto Calderoli, in nome dell’alleanza elettorale delle politiche 2006. Prima di mettere il sigillo al ‘matrimonio’ Pdl e Mpa approfondiranno il tema della presentazione del simbolo nel Mezzogiorno.
‘Stabiliremo i contenuti comuni di questa presenza con quella della Lega Nord e insieme – spiega il leader del Mpa – potremo organizzare un programma che potrebbe diventare parte di un programma di governo che punti sullo sviluppo del Sud, su un piano straordinario per le infrastrutture e su una fiscalita’ speciale’.
L’abbraccio con berlusconi riguarda anche le regionali nell’isola. ‘Il Pdl – annuncia Lombardo – mi ha rivolto l’invito a candidarmi anche a nome loro, non solo del Mpa.
Invito che ho gradito ma al quale non ho risposto perche’ c’e’ ancora un problema di alleanze e di programma’. Il problema principale si chiama Salvatore Cuffaro, l’ex governatore, che oggi ha ribadito il suo ‘rapporto indissolubile’ con il leader del Mpa.
Diverso l’approccio di Pier Ferdinando Casini che, a margine del ricevimento dell’ambasciata italiana presso la Santa Sede per l’anniversario dei Patti Lateranensi, ha detto ai giornalisti: ‘Ma secondo voi io affido il mio futuro politico a Lombardo? L’Udc, nelle giunte locali, resta dov’e’, ma certamente non con i vincoli di prima’. Ma Cuffaro, che ha sempre dialogato con berlusconi, va avanti a fianco del suo fedelissimo: ‘Lombardo e’ il nostro candidato – dice – se tutto il centrodestra vuole fare una battaglia per vincere non puo’ che stare con lui’.
Lo stesso Lombardo assicura di continuare a lavorare ‘perche’ si arrivi a una candidatura unica e forse io posso essere colui che e’ capace di fare la sintesi’. Un messaggio rivolto a Micciche’ che ha parlato al telefono con berlusconi dopo la riunione che il Cavaliere ha avuto con il leader autonomista.
L’ex ministro al momento tiene duro: ‘Io ormai ho a cuore solo le sorti della Sicilia, al governo di Roma ho gia’ dato”, scrive sul suo blog e accenna a ‘progetti di rivoluzione’ che ‘vanno costruiti, con calma e forte determinazione’. La rivoluzione potrebbe sfociare in una lista che l’ex ministro avrebbe in mente di presentare, sfidando la sua ex Cdl. Cuffaro pero’ non demorde e di Micciche’ dice che ‘e’ inadeguato a governare una regione difficile come la Sicilia’, mentre giudica ‘di qualita” la candidatura di Anna Finocchiaro per il centrosinistra.
La prova del nove la daranno le urne. Anche in Sicilia ci sara’ l’election day. Come in altre regioni, i siciliani andranno al voto il 13 e il 14 aprile.(ANSA).

TV: CALDORO (NUOVO PSI), DI PIETRO E VELTRONI A GAMBA TESA

(ANSA) – ROMA, 18 FEB – ‘Le idee di Antonio Di Pietro per il settore dell’informazione confermano la natura illiberale della sua proposta che condizionera’ pesantemente la politica del Partito Democratico di Veltroni.’. Lo sottolinea Stefano Caldoro, segretario nazionale del nuovo psi in una nota.
‘E’ la prima entrate a gamba tesa della campagna elettorale e non sara’ l’ ultima. Il centrosinistra sara’ – aggiunge – sempre piu’ caratterizzato da posizioni giustizialiste e dalla volonta’ di ‘colpire’ gli avversari politici’.
‘L’Italia dei Valori – conclude Caldoro – vuole drasticamente ridurre gli spazi del pluralismo nell’ informazione pubblica e privata’. (ANSA).