Iuretig Segretario Regionale del Nuovo PSI

Venerdì 11 Gennaio presso l’hotel Ambassador di Udine si è tenuta la riunione organizzativa del Nuovo PSI del Friuli Venezi Giulia alla presenza del Segretario Nazionale On. Stefano Caldoro e del Segretario Organizzativo Antonino Di Trapani.

Durante la riunione, occasione anche per presentare il simbolo alla stampa, si è provveduto ad adempiere ad alcune necessità organizzative al fine di avere, anche in virtù delle prossime elezioni Regionali, un Partito capillarmente organizzato.

In tale contesto si è provveduto ad individuare Lauretta Iuretig segretario Regionale del Nuovo PSI in FVG.

Casini e la 194:l’intervista al corriere della sera

Il leader dell’Udc «Prodi e Bassolino se ne vadano»

«Cattolici, attenti a toccare la legge 194»

Casini: si rischia di peggiorarla, meglio dar retta alla Chiesa. Veltroni? Dica se punta al referendum

ROMA — Ha quattro messaggi da mandare, e molto chiari, Pier Ferdinando Casini. Uno a Veltroni: «Se anziché l’accordo sulla legge elettorale vuole il referendum, lo dica una volta per tutte». Uno a Prodi: «Vogliamo che il suo governo cada perché lo vogliono gli italiani, ma sulle missioni all’estero voteremo sì». Uno a Bassolino: «Sull’emergenza rifiuti deve assumersi le sue responsabilità e dimettersi». E l’ultimo, infine, a quanti nel centrodestra chiedono una modifica della legge sull’aborto: «Attenti, perché rischiamo di farne una peggiore di quella che c’è».

Dunque lei non risponde all’appello del Cardinal Bagnasco e del Cardinal Ruini?
«Tutt’altro. Proprio perché ho capito bene cosa hanno inteso dire, vedo una totale continuità nella politica della Chiesa, che si è sempre opposta alla legge sull’aborto affrontando anche un referendum che l’ha vista schierata per il no. La posizione del Vaticano non potrebbe essere diversa da quella che è. Io mi rivolgo invece agli amici cattolici, per dire di fare attenzione, molta attenzione a come ci si muove».

Qual è il rischio?
«Se si passa dalle parole ai fatti, e cioè alle richieste di modifica della legge in Parlamento, anziché imboccare una strada vincente come è stato sulla fecondazione assistita, rischiamo di fare una bella battaglia di testimonianza ma di finire in minoranza, e alla fine avremo una legge peggiore della 194».

Insomma, meglio lasciar cadere il tema e tenersi la 194?
«Meglio dar retta anche agli esponenti più avveduti della Chiesa, che chiedono di concentrarsi sui punti in cui la legge non è stata applicata – e dunque sì all’assistenza concreta alla donna come avviene in Lombardia – e sui progressi scientifici che permettono di leggere e attuare diversamente la legge che c’è».

La sua è una bacchettata a Buttiglione e Bondi?
«Io sono d’accordissimo con Buttiglione nel merito delle cose che propone, così come capisco che Bondi voglia ritoccare solo le linee guida della legge, ma lo ripeto, attenzione: neanche Bagnasco e Ruini chiedono di cambiare la legge. E’ piuttosto sollevando la questione antropologica del diritto alla vita che, come dimostra l’iniziativa di Ferrara, si possono unire laici e cattolici ».

Veniamo a un tema pure di scontro come la legge elettorale: dopo il rilancio di Franceschini sul sistema francese, c’è ancora possibilità di accordo in Parlamento?
«Continuo ad augurarmelo, ma quello che sta succedendo è veramente incomprensibile, e lo dicono per primi nel centrosinistra. Perché nessuno vieta al Pd di avere la propria bandiera, ovvero il sistema francese, ma è evidente che se ci si mette a sventolarla adesso, si pone un macigno sulla strada delle riforme. E questo proprio oggi che, su un sistema tedesco con sbarramento al 5% come quello che da tempo e per primi proponemmo noi, si potrebbe raggiungere un largo accordo».

Resterebbe però in campo il referendum per cambiare l’attuale legge
«Certo, ma se tutti abbiamo convenuto che è sbagliato questo bipolarismo che obbliga ad alleanze incoerenti e all’ingovernabilità, che senso ha arrivare a un sistema come quello delineato dal referendum che, per accedere al premio di maggioranza, porta alla formazione di due grandi partiti destinati a sciogliersi il giorno dopo il voto? Dov’è la coerenza, il senso?

Se è così, perché pensa che Veltroni voglia il referendum e non un accordo?
«Non lo so, ma se lo spauracchio per non convergere sul tedesco è la rinascita di un partito di centro alternativo alla sinistra che non sia il Pdl, io dico: smettiamola con le paure e facciamo decidere gli elettori».

La mediazione del Vassallum proposta da Veltroni proprio non la convince?
«Non è una mediazione un sistema disegnato per le convenienze di un partito solo. Ma se Veltroni va avanti su questa strada, se ha un retropensiero sul referendum, vedo le elezioni molto più vicine di quanto si creda. Perché al terremoto che il referendum provocherà, si sommeranno i disagi sempre più forti dei Dini, dei Fisichella. La vedo dura per Prodi, che da noi non sarà mai considerato un garante per le riforme e che al contrario combattiamo politicamente, perché è questo ciò che vuole la grande maggioranza degli italiani».

La possibilità di mettere il governo in serissima difficoltà ce l’avreste a portata di mano: a febbraio si vota per rifinanziare le missioni militari italiane, e la maggioranza potrebbe dividersi
«Non fare sconti al governo significa prima di tutto non svendere la propria anima e le proprie convinzioni. La nostra è una storia di moderati e di partito ancorato al Ppe, e dunque non esiste la possibilità di un nostro voto contrario al rifinanziamento delle missioni. Non siamo per la politica del tanto peggio tanto meglio, che umilierebbe l’Italia. E ritengo, spero, che la stessa nostra linea ispiri anche gli altri partiti del centrodestra».

Insomma, la vostra offensiva al governo avverrà su altri fronti?
«Sulla sicurezza, sui rifiuti, sull’economia, sull’energia, ma non certo su un terreno delicato come questo. Quei ragazzi che abbiamo mandato in Afghanistan, in Libano, non possono essere strumentalizzati per le nostre convenienze, non sono carne da macello».

Sul caso Napoli invece cosa chiede al governo?
«E’ un’emergenza nazionale che dovrebbe vedere il governo assumere provvedimenti appunto di emergenza, anche sostitutivi rispetto a quelli dei governi locali».

Ce l’ha con i vertici istituzionali di regione e comune?
«E’ vero che anche noi dall’opposizione avremmo potuto fare di più, ma lo ha detto anche una figura coraggiosa e integra della sinistra come il presidente della commissione Esteri Ranieri che il tasso di responsabilità più alto in questa vicenda è di chi governa, dunque del centrosinistra. E allora io chiedo e mi aspetto le dimissioni di Bassolino, personalità non banale e sicuramente in imbarazzo in questo momento, che dovrebbe avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e dimettersi. Perché non è possibile che con le discariche abusive si siano rimpinguate le tasche della camorra e si sia inquinata la vicenda fino al punto drammatico in cui siamo oggi».

Paola Di Caro
05 gennaio 2008

RIFORME: CALDORO, ANDARE A ELEZIONI SUBITO CON PROPOSTE

ANSA) – ROMA, 21 DIC – ‘Le forze politiche, invece di perdere tempo su inutili tecnicismi, propongano subito ed insieme al paese e agli elettori (chiunque esca vincitore dalla battaglia elettorale) alcuni temi condivisi sulle regole e sul funzionamento dello Stato che saranno affrontati ed approvati con il piu’ ampio consenso all’inizio della nuova legislatura.
Non dentro il palazzo, ma dai cittadini va cercata la legittimita’ per governare il cambiamento’. Questa la proposta del segretario nazionale del
nuovo psi Stefano Caldoro, in un editoriale che sara’ pubblicato domani dal quotidiano ‘Il Socialista Lab’.
‘In questi giorni – prosegue Caldoro – si vogliono superare i nodi politici con strumenti elettorali. Il referendum non e’ una soluzione, ma non lo sono neppure le proposte presentate in Parlamento sulla modifica della legge elettorale. Non si puo’ anteporre la legge elettorale alla decisione strategica su quale modello istituzionale si vuole dare al Paese. A differenza della Germania e della Francia, che hanno leggi elettorali funzionali ai propri sistemi parlamentari, in Italia si parte dalla coda’.
‘Ecco perche’ – a parere di Caldoro – di fronte ad una sfida cosi alta come quella di fare finalmente una Grande Riforma la scelta non potra’ essere quella di sommare debolezze: l’incerto governo Prodi, una maggioranza parlamentare inesistente, un Parlamento frammentato e un quadro economico e sociale in declino’. A parere del segretario azionale del nuovo psi, ‘solo un nuovo Parlamento che sia, questo si’, legittimato da un mandato popolare su limitate, ma essenziali priorita’ economiche ed istituzionali puo’ essere in grado di garantire la svolta’. ‘Noi del nuovo psi – conclude Caldoro – sappiamo da che parte stare e quali alleanze condividere ma gli interessi del paese impongono un salto di qualita”. (ANSA).

Apc-PDL/ NUOVO PSI E LAB: SI’ A NETWORK DEI MODERATI E DEI RIFORMISTI

Sì a berlusconi per una politica più moderna e innovativa

Roma, 28 nov. (APCom) – “La mancanza dei vecchi valori ci obbliga ad avere una visione della Politica più moderna e più innovativa.
Ed in questo contesto si inserisce la novità di berlusconi; creare un nuovo movimento, all’interno del quale ognuno, mantenendo la propria storia, la propria cultura la propria identità, partecipi con pari dignità ed in aperta competizione, al cambiamento dell’Italia”. Cosi ‘Il socialista Lab’, quotidiano del nuovo psi, domani in edicola con un editoriale di Franco Spedale, vice segretario nazionale del partito.

“Tante culture diverse, tante reti diverse, che sappiano cogliere i bisogni dei cittadini, che sappiano individuare – scrive il Lab – le nuove trasformazioni di cui l’Italia ha bisogno, che sappia porsi nel momento elettorale come un unico grande movimento che sia rappresentativo di tutte le culture” “Questo può e deve essere – sottolinea Spedale a nome del Nuovo Psi – secondo noi il nascente movimento: un nuovo soggetto politico Federato”.

“Questa configurazione può esistere – si legge sul quotidiano – laddove vi sia un sistema elettorale che abbia come riferimento il bipolarismo e l’indicazione diretta del Premier”.
“Solo così possiamo passare alla fase costruttiva del percorso post-ideologico che non vede più la destra contrapposta alla sinistra, ma il riformismo contrapposto al conservatorismo.
In questo partito-rete – conclude Spedale – mantenendo la propria identità, la propria autonomia, il nuovo psi dovrà esserci”.

Red/Pda

CDL: INCONTRO FI-NPSI, SI’ SOCIALISTI DI CALDORO ALLA FED

(ANSA) – ROMA, 26 SET – Si sono incontrate questa mattina, presso la sede di Forza Italia di via dell’Umilta’, una delegazione del nuovo psi che e’ restato nella Cdl, composta dal segretario Stefano Caldoro e dal deputato Lucio Barani, con la delegazione di Forza Italia, composta dal Coordinatore nazionale Sandro Bondi, dal vice coordinatore Fabrizio Cicchitto, e dall’amministratore nazionale Rocco Crimi.
Al termine dell’incontro – si legge in una nota – il Nuovo Psi ha confermato con grande convinzione la volonta’ di aderire al processo federativo, ponendo l’accento sulla necessita’ di rafforzare il rapporto di collaborazione reciproco sul territorio anche in vista delle prossime elezioni amministrative. (ANSA).

Siamo finiti nel pantano- Franco Spedale

Com’era prevedibile, ancora una volta siamo finiti sotto le macerie.
Basta leggere le interviste di oggi per capire che per noi la strada imboccata dal nostro Segretario, in ordinaria Amministrazione, ci porterà alla distruzione.
Casini sul Corriere rientra di fatto nella CDL, proponendo solo il suo problema di leadership alternativo a Berlusconi, ma di fatto prendendo le distanze, com’era ovvio dall’attuale Governo.
Dall’altra parte, Borselli, sempre sul corriere, presentando il suo congresso, traccia la strada dell’Unità Socialista, all’interno del Centro Sinistra a sostegno dell’attuale governo.
E in più il sistema elettorale, che manterrà la sua struttura bipolare.
La partita, anche questo ovviamente, si gioca sopra le nostre teste, molto non dipende da noi e quel poco che dipende da noi lo stiamo giocando in maniera talmente tanto sbagliata da rasentare l’inadeguatezza.
Ormai è chiaro ai più, basta leggere gli articoli e le mail che in questi giorni girano, che la divisione è, per fortuna, di natura politica, su cui si infilano alcuni sciacalli, che volendola buttare sul personale e spesso sull’offensivo (siamo arrivati anche alle querele, che ahimè anche io stesso sono stato obbligato a fare per tutelare la mia immagine), cercano di spostare l’obbiettivo dal politico al patetico, creando confusione tensione e improduttività di analisi politica.
Ma la divisione è di natura politica, tra chi come Caldoro, Collice, Alvaro, io stesso e numerosi tanti altri compagni, pensano che certamente l’autonomia e l’identità siano dei valori assolutamente fondamentali e necessari, ma che questa non abbia ragione di mutare le attuali alleanze, se non vi sono modifiche sostanziali nel sistema politico, e chi ritiene, altrettanto legittimamente che sia necessario una scelta di campo irreversibile verso il centro sinistra, addirittura ipotizzando a breve un movimento della costituente chiamato “GRUPPO PER LA COSTITUENTE SOCIALISTA” , che con a capo il giovane BATTILOCCHIO, definisca con lo SDI la presenza del Nuovo PSI.
Credo che sia necessario arrivare ad un Congresso su due documenti politici diversi, non v’è spazio per situazioni “mezzane”, all’interno del quale confrontarci discutere e decidere tutti insieme cosa fare di questo partito o meglio di questa comunità.
Credo però che a questo punto diventi doveroso e necessario fare altrettanti Congressi Regionali e Provinciali, perché se vi è un differente pensiero Politico all’interno del gruppo dirigente Nazionale questo è conseguente espressione del pensiero dei dirigenti Regionali e Provinciali.
Domani pomeriggio a Milano, un gruppo di noi si troverà per cominciare a delineare il documento politico.
Esso è un elemento indispensabile per toglierci dall’ambiguità che ci governa e dare un principio di chiarezza del ragionamento politico.
Franco Spedale

Lettera aperta a Stefano Caldoro. Nino Catrambone

Caro Stefano,
come vedi non ho ritenuto di intervenire nel coro delle lamentazioni sul sito del partito a seguito della celebrazione del Consiglio Nazionale. Tale comportamento mi è stato suggerito dallo stato d’animo che mi sono trovato addosso e che tu hai potuto constatare direttamente nel corso delle mie calorose rimostranze che ti ho rivolte direttamente e che- ora che sono più disteso- non trovo motivi validi per rivedere o correggere, facendo rispetto della storia che mi lega a tuo padre per non ripeterle pubblicamente. Con ciò penso di avere assolto ai miei doveri umani.
Adoperando la ragione debbo convenire con te che occorra recuperare la calma e fermarci. Ma non puoi chiedere di fermarci al punto in cui siamo arrivati. Io credo che sia mio dovere operare perché il Partito si fermi prima del punto ed arretri sino a recuperare la legittimità e la serietà. Nessuno può pretendere di partire dalla pseudo conclusione del Consiglio Nazionale che ha preteso di fare scempio delle regole più elementari della politica e della convivenza.
Ora che si è dimostrata la strumentalità delle (opinabilissime) ragioni che un legale ti aveva fornite a supporto della tua sollecitazione a convocare il Congresso prima delle elezioni amministrative, credo non vi siano motivi seri per tentare un recupero delle regole della convivenza che non sarà mai possibile sino a quando non saranno cancellate le ragioni del dissenso grave che si è così chiaramente manifestato tra noi e che nulla hanno a che vedere con la diversità delle opinioni politiche.
Tali ragioni così riassumo:
1) L’approvazione del tesseramento: nessun congresso sarà celebrato sulla base di quello che qualcuno (non io) si ostina a considerare base legale per la celebrazione dei congressi in forza di quello che tu consideri “decisioni assunte”. La proliferazione degli iscritti dell’ultima ora con percorsi estranei alle regole meritano una attenta riflessione e verifica soprattutto per capire chi ha pagato le tessere e l’origine delle risorse finanziarie.
2) L’approvazione del bilancio: trattasi di una vera e propria gravissima prevaricazione della democrazia. Sono molti i compagni che ritengono doveroso e ponendo pubblicamente il Partito verificare l’utilizzo delle risorse del partito. Personalmente sono intenzionato a verificare quali risorse saranno disponibili per la Liguria in occasione delle prossime elezioni e se i viaggi che dirimenti nazionali del partito hanno effettuato in Liguria per fomentare piccole e vergognose prepotenze locali – al di fuori di ogni ufficialità e ponendo il partito nel pubblico ridicolo, con ufficiali dichiarazioni di alleanze politiche che tutti sanno non saranno mai effettive- hanno gravato sulle casse del partito.
3) Il primo punto all’odg del fantomatico Consiglio Nazionale proponeva la verifica della composizione del Consiglio stesso. La pseudo deliberazione assunta, così come risulta dal fantomatico documento finale, costituisce un caso scolastico di provvedimento abnorme che anche uno studente del primo anno della facoltà di giurisprudenza farebbe annullare de plano in sede giudiziaria.
4) Le norme congressuali: Sono un coacervo di banalità che o sono frutto di una palese incapacità di chi le ha concepite o sono lo strumento preordinato per celebrare un congresso del tutto simile a quello precedente che Bobo Craxi e sodali hanno poi dichiarato di aver celebrato e vinto.
Conclusivamente:
caro Stefano,
hai una ultima opportunità di smentire quanti ritengono che hai tradito le aspettative e non sei stato all’altezza del ruolo che il partito ti aveva assegnato, mandandoti prima a ricoprire l’incarico di Ministro e dopo la tua mancata elezione a ricoprire l’incarico di Coordinatore Nazionale( io tra questi): riconosci che il Consiglio Nazionale di sabato scorso deve essere rifatto, con la calma e la serenità necessarie, correggendo gli errori e le disfunzioni che lo hanno caratterizzato.
Mi risulta sia in corso di preparazione una riunione dei Segretari Regionali i quali hanno la legittima intenzione di riprendere in mano le sorti del partito che un gruppo dirigente del tutto inadeguato sta portando alla deriva, come ormai, grazie al coraggio di chi ha messo in onda il filmato del Consiglio Nazionale, ogni militante ha avuto la possibilità di verificare direttamente. A tal proposito ritengo del tutto coerente con la posizione da loro assunta prima e durante il CN, le dichiarazioni pilatesche e non all’altezza dei ruoli ricoperti che hanno rilasciato congiuntamente Lucio Barani e Mauro Del Bue.
In tale riunione proporrò di promuovere la riconvocazione del CN ed anticiperò che in difetto promuoverò personalmente azione giudiziaria per farlo annullare dalla Magistratura, dispensando sin d’ora quanti non mancheranno di ricordarmi che le questioni di questo tipo si debbono risolvere all’interno del partito.

Genova, 4-4-2007

Il Segretario Regionale della Liguria

Nino Catrambone