PDL: CALDORO, SCIOGLIMENTO PARTITI RISCHIA ESSERE MOSSA AFFRETTATA =

Roma, 13 giu. – (Adnkronos) – ‘La richiesta di scioglimento, dei partiti che animano il Pdl, senza approfondire che movimento politico creare rischia di essere una mossa affrettata. Proprio perche’ si ha l’intenzione di realizzare un grande movimento, capace di raggiungere un largo consenso, il percorso non potra’ essere quello di un partito tradizionale ne’ di un partito pesante’. Lo sottolinea Stefano Caldoro, segretario nazionale del Nuovo Psi e parlamentare del Pdl.

‘Piuttosto – aggiunge – bisogna guardare a quelle esperienze, ad esempio il modello americano federato e sussidiario, che conservano al loro interno sensibilita’ diverse ed identita’ e che mantengono la loro autonomia dando forza ai valori, ai programmi ed alla leadership piu’ che agli organigrammi. Per questi motivi la riflessione -continua Caldoro – non dovra’ svilupparsi sulla data di scioglimento dei singoli partiti, intesa come momento salvifico, ma sul modello e sulla forma di partito che si intende adottare’.

‘Superiamo i grandi limiti che sono stati alla base della nascita del Pd, nato nella sola fusione a freddo fra i gruppi dirigenti dei Ds e della Margherita. Discutiamo insieme di questi argomenti. La grande intuizione di Silvio Berlusconi – conclude – merita un percorso innovativo e moderno’.

FI ANNUNCIA ROAD MAP PER COSTITUENTE PDL, MA AN INSORGE/ANSA

VERDINI, PARTITI SCIOLTI ENTRO ANNO; LA RUSSA, SEMMAI CONFLUENZA (di Milena Di Mauro) (ANSA) – ROMA, 13 GIU – C’e’ anche, nella cronaca della giornata, la baruffa Forza Italia-An per la conferenza stampa milanese del coordinatore azzurro Denis Verdini, che in splendida solitudine annuncia tempi e modi della nascita del Pdl irritando Alleanza Nazionale, all’oscuro di tutto. Ma c’e’ soprattutto – dopo l’exploit elettorale e gli entusiasmi dei primi mesi di vita del Popolo della Liberta’ – la sensazione netta di molti che il processo al momento sia fermo. Al di la’ delle enunciazioni, i gruppi dirigenti dei due partiti sono spaventati dai passi falsi, guardinghi rispetto alle reciproche mosse, sospettosi e ancora intenti a misurare con il bilancino del Cencelli gli spazi dentro la nuova casa.
‘Forza Italia ed Alleanza Nazionale e gli altri partiti che compongono il Pdl si scioglieranno entro l’anno e nella prossima primavera si terra’ la Costituente in modo che il Popolo della Liberta’ possa presentarsi alle Europee dove il Pdl si presentera’ come corpo unico, con l’obiettivo di raggiungere un consenso intorno al 45% aprendo anche all’elettorato dell’Udc’, l’aveva fatta facile al mattino il coordinatore di Forza Italia Denis Verdini, in conferenza a Milano. Informato dalle agenzie durante un vertice con i ministri della Difesa Nato a Bruxelles, il ‘reggente’ di An Ignazio La Russa non aveva tardato a farsi sentire. ‘Spiace che l’onorevole Verdini abbia ritenuto autonomamente di enunciare tempi e percorsi per giungere alla costituente del nuovo Partito della Liberta’.
Spiace doppiamente perche’ An intende proporre non lo scioglimento ma la confluenza reciproca in un nuovo soggetto politico, capace di conservare militanze, storia e tradizione di ciascuno degli aderenti’, aveva corretto il tiro il ministro di Alleanza Nazionale, definendo ‘grave e certamente non opportuna’ la conferenza solitaria.
‘Meravigliato, sorpreso, dispiaciuto’ anche il ministro delle Politiche Ue Andrea Ronchi. ‘Quella di Verdini e’ un’iniziativa della quale non comprendo il senso – affermava Ronchi in linea con La Russa – Rispetto il diritto di tutti di poter esprimere la propria opinione, ma fino a prova contraria, per quanto riguarda il futuro di Alleanza Nazionale, sara’ An a deciderlo’. Un concetto ribadito dal presidente vicario dei deputati Italo Bocchino: ‘La nostra idea del Pdl e’ quella di un matrimonio per creare la grande famiglia italiana del popolarismo europeo. Ma i matrimoni sono noti per essere unioni, non sommatorie di scioglimenti’.
Eppure qualche giorno fa, in un incontro a Palazzo Grazioli, era stato proprio Silvio Berlusconi a riunire i vertici azzurri e di An per imprimere una accelerazione alla nascita del Pdl-partito e non piu’ cartello elettorale, soprattutto in vista delle prossime europee. I partecipanti descrivevano un Cavaliere ottimista, entusiasta del progetto, convinto della necessita’ di andare avanti coinvolgendo nuovi iscritti, magari da reclutare per strada nei gazebo. Piu’ cauti, al di la’ delle parole, i dirigenti di Fi e An (soprattutto questi ultimi indisponibili ad annessioni). Pronti a dare il proprio contributo invece i Popolari Liberali di Carlo Giovanardi, piu’ favorevoli ad un modello americano federato e sussidiario gli esponenti del Nuovo Psi di Stefano Caldoro, sul piede di guerra i Dca di Gianfranco Rotondi, contrari ad una costituente del Pdl centrata solo sul tandem Fi-An.
In attesa di futuri sviluppi, a sera Verdini sfuma la polemica del giorno: ‘Il ministro La Russa forse avrebbe fatto meglio a guardare la partita dell’Italia, e con lui il ministro Ronchi. Se avessero fatto lo sforzo di fare una telefonata al sottoscritto avrebbero capito che sto facendo un viaggio fra i dirigenti e gli eletti di Forza Italia per spiegare proprio la confluenza del nostro partito nel Popolo della Liberta’, cosi’ come sara’ per An e tutti gli altri partiti che di fatto hanno gia’ aderito al Pdl e trovato posto nelle sue liste elettorali’.
Ognuno fara’ il suo cammino, insomma, nel comune intento di far nascere il Pdl. ‘Opera complessa ma destino segnato dagli elettori e dalle nostre stesse scelte’, chiude il cerchio il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri, osservando che ‘gli annunci unilaterali sono un errore ma non cancellano la comune prospettiva’. Ultima parola a Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl: ‘Sarebbe paradossale che, essendo uniti nella politica del governo, si verificassero conflittualita’ e divisioni proprio nella costruzione del nuovo partito che invece deve unire tutti’.(ANSA).

LE ROSSE MONTAGNE RUSSE SULLE INTERCETTAZIONI

Non c’era bisogno della puntigliosa pignoleria di Filippo Facci, che ha voluto ricostruire le varie fasi dell’atteggiamento ondivago o da montagne russe dei comunisti in riferimento alla vicenda intercettazioni, perché, conoscendoli bene, sapevamo del loro modus operandi. Purtroppo, per la democrazia, l’Italia ha una opposizione senza vero gruppo dirigente che subisce e si piega continuamente alle esigenze di partito o alle pressioni di lobby di categoria ‘amica’ o di pseudo partiti che non disdegnano di cavalcare il qualunquismo più becero pur di calcare le scene e mantenere il consenso di un pezzo di opinione pubblica, quella per intenderci, che si inebria coi grilli di turno.

E’ stata cambiata, nel corso degli anni, per ben 5 volte, la posizione ufficiale sull’argomento, dai comunisti comunque denominati (PDS, DS, PD) adattandola alle esigenze contingenti. Se le intercettazioni riguardavano Bettino Craxi, Silvio Berlusconi, e gli ‘altri nemici’ o non amici, erano legittime le intercettazioni e la loro pubblicazione, anche se su argomenti privati, perché esaltavano la democrazia; se le intercettazioni e la loro pubblicazione riguardavano i D’Alema (facci sognare) , i Fassino (allora abbiamo una banca?) o le cooperative rosse, apriti cielo, veniva mutilata la convivenza civile e la democrazia risultava fortemente compromessa.

Due pesi e due misure. Vecchia storia, sempre la stessa. E si chiedono perché hanno perso le elezioni? Non c’è bisogno di grandi studiosi, di ricercatori e di analisi approfondite per capirlo. La gente è meno manovrabile di quanto si possa credere, e rifiuta le posizioni strumentali. Sull’argomento intercettazioni, poi, a parte le pruderie di settori marginali della società, e la predisposizione a condividere un regime poliziesco da parte di qualunquisti di ogni risma, la maggioranza degli italiani rifiuta un sistema da Grande Fratello o da Orecchio di Dionisio.
Su questa lunghezza d’onda si è posizionato, e non strumentalmente, bisogna riconoscerlo, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che sostiene che il ‘problema è urgente e prima si risolve meglio è’ auspicando che tra maggioranza e opposizione ‘si possa trovare una larga intesa anche tenendo conto di precedenti proposte’. Chiaro il riferimento al decreto Mastella votato, nella precedente legislatura, da maggioranza e minoranza alla Camera, ma fatto miseramente naufragare al Senato dopo che erano state metabolizzate le preoccupazioni forleane.

Altra pasta di dirigente il nostro Presidente della Repubblica che dopo il grave scivolone sulla grazia a Bruno Contrada che lo ha portato ad adagiarsi sul giustizialialismo della Borsellino, ha ripreso con grinta e determinazione il suo status di dirigente ‘migliorista’. Dopo questa presa di posizione sarà interessante assistere alle acrobatiche arrampicate sugli specchi di quei dirigenti che avevano sposato le tesi dipietriste. Ma avremo tempo per vederli all’opera.

Oggi interessa sostenere il Governo Berlusconi perchè vada avanti con decisione. E’ ciò che chiedono gli elettori liberlsocialisti, riformisti e moderati che votando PdL hanno inteso approvare il programma presentato che conteneva non solo la riforma della giustizia genericamente intesa, ma la riforma delle intercettazioni in modo specifico. Anche per questo il Nuovo PSI sostiene che le argomentazioni pro riforma non hanno bisogno di giustificazioni sul risparmio che può realizzarsi. Per la sicurezza dei cittadini, infatti, non c’è risparmio che tenga. Non è questa, però, la posta in gioco, quanto la privacy dei cittadini e la ricostruzione dello stato di diritto.

(Giovanni ALVARO)

Reggio Calabria 11.6.2008

ANCHE SULLA GIUSTIZIA BISOGNA PROCEDERE DECISI

Siamo alle solite: il partito delle toghe decide di farsi sentire e ridiscende in campo. Lo fa, forse, per tastare il polso del Ministro, del Governo e della stessa opinione pubblica, per saggiarne le reazioni e valutare le mosse successive, ma di certo, per ribadire una propria presenza e un proprio diritto di veto su ogni aspetto della giustizia.

E lo fa anche quando il titolare di Via Arenula, il giovane Ministro Angelino Alfano, ha scelto si muoversi lentamente e con estrema prudenza, a differenza del Governo Berlusconi che, partendo a razzo e disorientando l’opposizione che non ha saputo trovare validi elementi di critica, ha aumentato considerevolmente il proprio consenso popolare, e a differenza di molti Ministri in carica che hanno seguito il leader e hanno messo fortemente i piedi nel piatto di loro competenza.

Il partito delle toghe non ha però messo in conto e neanche ha valutato appieno il cambio d’atteggiamento dell’opinione pubblica che si sintetizza con le nuove posizioni di un guru come Celentano e di un cantautore impegnato, da sempre, come De Gregori, che si dimostrano campanelli di un marcato cambio di fase. I loro atteggiamenti sono segnali della fine dei luoghi battuti per un quindicennio, del superamento della criminalizzazione dell’avversario, e dell’abbandono di un atteggiamento acritico, per far posto ad una vigile attenzione sul percorso dell’ex ‘vecchio odiato nemico’. In sostanza si tratta di una palese apertura di credito.

In sostanza non c’è più il clima adatto ai proclami mediatici, perchè a gridare ‘dagli all’untore’ rimangono poche vestali dell’odio viscerale e interessato. Lanciare campagne contro ogni tentativo di riforma giudiziaria non trova più sostegni popolari perché i guasti causati da lustri di scorribande giudiziarie hanno, al contrario, fatto crescere il consenso per una riforma del sistema giudiziario italiano adeguato ai tempi e comunque teso a realizzare una giustizia giusta.

Se il clima è questo, e al suo cambio hanno contribuito l’uso spregiudicato e spesso inutile della carcerazione preventiva, la pubblicazione di intercettazioni che nulla hanno a che vedere con le indagini su un determinato filone investigativo, il potere abnorme dei PM che sono i veri detentori della ‘giustizia’ (e l’esperienza dice che non sono infallibili), la spettacolarizzazione di casi giudiziari che dimostrano com’è facile l’errore (senza la ‘fortuna’ di un’altra caduta, al padre dei fratellini di Gravina sarebbe spettato l’ergastolo), e, infine, lo svuotamento, con raffiche di assoluzioni o proscioglimenti sistematici, di inchieste partite con grande battage pubblicitario.

Se il clima è così positivo (e lo è. Basti pensare al cambio di rotta dell’ANM il giorno dopo le prove generali), perché prudenza e cautela? Perché non afferrare il toro per le corna e avviare (come per la spazzatura campana, per l’abolizione dell’ICI, per il nucleare, per le grandi opere come il Ponte sullo Stretto e la Tav) non in sordina, ma alla luce del sole, un processo di ricostruzione della giustizia giusta con l’esaltazione della terziarità del giudice che deve necessariamente prevedere ruoli paritari tra accusa e difesa, così com’è in tutti i paesi più civili del mondo, con la responsabilità delle scelte, e con l’applicazione della meritocrazia in modo oggettivo e non con logiche di corpo o di casta che dir si voglia.
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Il Nuovo PSI di Stefano Caldoro si batterà perchè questo si avveri. Una decisa e ferma riforma può aiutare la ricostruzione dello Stato di diritto così a lungo vilipeso.

(Giovanni ALVARO)

Reggio Calabria 9.6.2008

PS: CALDORO (NPSI), ATTENZIONE E APERTURA AL CONFRONTO

(ANSA)- Stefano Caldoro, segretario del Nuovo Psi e deputato del Pdl esprime la ‘grande attenzione e voglia di confronto’ del suo partito con la ‘nuova classe dirigente del Ps che svolgera’ il congresso nel mese di luglio’.
Per Caldoro, le mozioni congressuali esprimono ‘la rottura con le scelte della precedente gestione che si e’ caratterizzata da un netto allontanamento, dai temi, dai contenuti e dal linguaggio del socialismo riformista’.
Dopo aver ricordato i fallimenti di tutti i tentativi di ricostituire il Psi, Caldoro sostiene che ‘l’obiettivo di oggi e’ quello di far stare insieme, sui temi e le proposte riformiste, le migliori energie portatrici di quei valori’.
Caldoro sostiene infine che i primi provvedimenti del governo ‘testimoniamo, nei fatti, la matrice riformista’ e invita a dare la ‘giusta attenzione’ alla presenza nel governo di ‘importanti personalita’ della storia del socialismo riformista’. (ANSA).

Socialisti, Nuovo Psi: Partecipino a stagione delle riforme

Roma, 21 MAG (Velino) – “L’Italia si accinge a vivere una nuova fase costituente. La stagione del dialogo e delle riforme, che Bettino Craxi seppe disegnare gia’ trenta anni fa, potrebbe trovare nelle intuizioni del socialismo riformista il migliore slancio per affrontare le nuove sfide”. È quanto scrive nella edizione di domani Il Socialista Lab quotidiano del nuovo psi di Stefano Caldoro che lancia l’appello per una rete socialista. “In molti, in questi anni, hanno tentato con dignita’ e coraggio di rappresentare e ricordare quella storia. Iniziative molteplici e generose mai sufficientemente comprensive – si legge nell’articolo che boccia i tentativi di questi anni – dell’intero percorso del Partito socialista italiano. Al paese e alle giovani generazioni – aggiunge il Lab – va consegnata una esperienza che, necessariamente, deve essere sottratta alle strumentalizzazioni politiche. Per dare una risposta a questa esigenza civile, sociale e politica e’ indispensabile uno sforzo comune di quanti, a partire dai parlamentari eletti nella nuova legislatura, hanno vissuto e si ispirano a quella cultura politica. Fondazioni, centri studi, associazioni, circoli, archivi storici, stampa di area sono tutti chiamati ad affrontare una nuova stagione riformista. Si tratta di raccogliere una sfida: quella di invertire la rotta storica caratterizzata da divisioni e di procedere a una comune rielaborazione di una cultura politica adeguata alle nuove questioni civili e sociali. Un patrimonio – conclude il quotidiano socialista – che non va disperso e utilizzato per fini di parte ma che deve essere, per tutti, una chiave di lettura per interpretare e costruire futuro”.

VIOLANTE, SE LO CONOSCI NON PUOI NON EVITARLO

Dinanzi alla sortita del Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che voterebbe senza alcun dubbio per Luciano Violante a membro della Corte Costituzionale perché lo stima, ci sarebbe soltanto da ridere. Sorprende la leggerezza con la quale si affrontano certi argomenti che non possono essere catalogati come semplici infortuni.

C’è piuttosto, nella sortita larussiana, una inconsapevole (?) e continua ricerca di legittimazione che viene considerata di alta qualità se proveniente dai comunisti, ex o post che siano. Una sortita, quindi, sconvolgente non solo per il merito ma anche per la implicita dichiarazione che i certificati di buona condotta hanno valore solo se rilasciati dagli eredi di Togliatti.

A nulla sono quindi valsi gli sforzi e le ‘rotture’ fatte a Fiuggi, le altrettante ‘rotture’ fatte in Israele da Gianfranco Fini e le sue coraggiose affermazioni sul male assoluto rappresentato dal fascismo. A nulla la scelta di aderire al PdL che li potrà portare dritti dritti verso approdi europei che venivano visti, fino ad ieri, come il fumo negli occhi, a nulla le perdite politiche ed organizzative rappresentate da settori della cosiddetta destra pura, ma soprattutto a nulla è valso il responso delle urne che ha, con una splendida vittoria, legittimato il fronte moderato e riformista, nel quale ci sono anche gli uomini di AN.

La ‘captatio benevolentiae’, esplicita nella sortita di La Russa, è semplicemente fuori luogo perché rischia di rappresentare una classe dirigente impacciata e non conscia del proprio ruolo e della propria forza. Ruolo e forza che le vengono dal responso elettorale e non necessitano di alcun timbro di qualità. Non serve, tra l’altro, questo atteggiamento accattivante neanche al nuovo clima di dialogo che si tenta di instaurare nel Paese, perché il dialogo va riferito ai problemi di riforma (elettorale, regolamentare, costituzionale) e di convergenza su provvedimenti d’emergenza (sicurezza, ambiente, grandi opere) CONDIVISI, e non certamente a ‘risarcimenti’ per mancate ‘acquisizioni’ come la Presidenza di una delle due Camere.

Nel merito poi, a che serve dimenticare il ruolo che i singoli hanno avuto nel Paese e i danni e le rovine che quel ruolo ha determinato? A che serve fare come gli struzzi e dimenticare che Luciano Violante era stato soprannominato ‘il piccolo Andrei Vishinsky’ grande accusatore nelle purghe staliniane del 37? E, nel contempo dimenticare ch’egli è stato anche l’inventore, l’ideatore e il regista della via giudiziaria al socialismo? E che ha condiviso, pubblicamente, nella lotta alla mafia, le classiche teorie comuniste dei colletti bianchi che dovevano, per forza, stare dietro alla camorra, alla mafia ed alla ‘ndrangheta? E che queste teorie hanno fatto sedere sul banco degli imputati fior di politici come Andreotti, e come Giacomo Mancini che alla fine del loro calvario sono stati assolti pienamente?

La Russa può dimenticare o sull’altare della legittimazione far finta di dimenticare, o decidere di dimenticare perché l’azione di Violante ha avviato l’affossamento della Prima Repubblica, ma il Nuovo PSI no, non dimentica e non ricerca come lui o come hanno fatto frange di socialisti la ‘certificazione’ di buona condotta. Siamo sempre stati contro i totalitarismi e continueremo ad esserlo. Violante è l’emblema stesso della tracotanza e della superbia. E’ l’espressione più genuina del massacro dei socialisti e dell’interruzione del processo di crescita del Paese. Non è possibile dimenticare.

Egli, tra l’altro, non ha le caratteristiche di imparzialità che sono indispensabili per evitare di piegare a interessi di parte delicati Organi dello Stato come la Corte Costituzionale già oggi abbastanza sbilanciata.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 21.05.2008

Partito unitario, Caldoro: Cicchitto e’ troppo ottimista

Roma, 17 MAG (Velino) – “Sono d’accordo con Cicchitto sul fatto che, oggi piu’ di ieri, l’elettore sceglie sui temi concreti come la sicurezza e le tasse. È parziale, pero’, una lettura del ruolo delle identita’ politiche oggi rappresentate in varie forme dentro ai grandi o piccoli partiti – Cicchitto e’ un socialista riformista che ha scelto FI -, considerando centrale la collocazione nei singoli contenitori. Si corre cosi il rischio di affermare , inconsapevolmente, una diarchia delle forze partitiche piu’ forti e dei rispettivi gruppi dirigenti”. È quanto sostiene Stefano Caldoro, segretario nazionale del nuovo psi e parlamentare del Pdl. “La forza del progetto del Pdl e’ nei contenuti e nei valori che ne formano l’identita’. Cicchitto e’ in buona fede ma forse troppo ottimista quando punta tutto sull’automatica e virtuosa conversione di Forza Italia e Alleanza nazionale. Gli elettori – aggiunge – vogliono qualcosa di diverso che la somma a tavolino delle forze politiche coinvolte nel disegno unitario. Una contaminazione che dovra’ avvenire dal basso per rappresentare le richieste e le istanze dei cittadini e degli elettori che ci hanno premiato. Gli elettori chiedono che vengano risolti i loro problemi e non quelli dei partiti e delle loro classi dirigenti. Per questi motivi il futuro del Pdl e’ legato al suo leader. Gli italiani -conclude Caldoro – hanno scelto Silvio berlusconi perche’ credono in lui, per cambiare il Paese”.

Intervento dell’on.Barani alla Camera

Mag
14
Mer 11.10 – Signor Presidente del Consiglio, è con grande piacere e soddisfazione personale e politica che Le porto il sostegno e l’abbraccio di tutti i socialisti riformisti del Nuovo PSI, parte integrante del Popolo della libertà. Vede, Signor Presidente, il Suo programma e quello del Suo autorevole Governo, è il programma dei socialisti riformisti, degni eredi di Turati, Saragat e Pertini e sarebbe stato il programma del Suo amico, Bettino Craxi. Nel Popolo della libertà si è riconosciuto oltre il 95% di quel popolo socialista che negli anni 90’ votava PSI e il Suo Governo rappresenta le speranze, oltre che le certezze, che dopo due anni di ombre si ritorni al sereno. Con protagonista anche il seme del nostro garofano, simbolo nel mondo e in Italia di riforme e progresso: è necessario non dimenticarlo mai. Il Suo è stato un intervento da leader riformista e liberale. E’ stato un discorso che guarda al futuro per cambiare e riformare la politica e la società. E’ stato importante il richiamo alla centralità della persona e del valore del capitale umano che è l’elemento di partenza per costruire una società più giusta. Di rilievo politico, infine, la forte e sincera apertura all’opposizione per una stagione costituente alla quale nessuno potrà sottrarsi. Auguri di buon lavoro, Signor Presidente e grazie di aver voluto che dei socialisti riformisti, come il sottoscritto e Stefano Caldoro, nostro segretario, continuassero a sedere in questi scrani. Noi la sosterremo lealmente. Lì 13-05-2008. On. Lucio Barani Deputato del Popolo della libertà

BERLUSCONI: CALDORO (PDL), E’ LEADER RIFORMISTA E LIBERALE

(ANSA) – ROMA, 13 MAG – ‘Un intervento da leader riformista e liberale’. Questo il commento del segretario del nuovo psi Stefano Caldoro, parlamentare del Pdl, alle dichiarazioni programmatiche svolte oggi alla Camera da Silvio berlusconi.
‘E’ stato un discorso di chi guarda al futuro – continua Caldoro – per cambiare e riformare la politica e la societa’. E’ stato importante il richiamo alla centralita’ della persona e del valore del capitale umano che e’ l’elemento di partenza per costruire una societa’ piu’ giusta’.
‘Di rilievo politico infine – conclude Caldoro – la forte e sincera apertura all’opposizione per una nuova stagione costituente alla quale nessuno potra’ sottrarsi’.(ANSA).

NO, NON SIAMO IN FASE DI SMOBILITAZIONE

Leggo, sempre più spesso, dichiarazioni di militanti socialisti che, dopo gli ultimi risultati elettorali e la splendida vittoria dell’aggregazione riformista moderata guidata da Silvio Berlusconi, ormai si sentono in dirittura d’arrivo verso il Partito delle Libertà e pensano allo scioglimento ed all’abbandono dei nostri simboli, con l’adesione piena al PdL.

Mi sembra che si stia correndo troppo, ben sapendo che scelte di questo tipo, se devono essere assunte, devono essere decise da un Congresso Nazionale, fermo restando che se qualcuno si è stancato (perché magari pensava ad un percorso trionfale e senza ostacoli) può decidere autonomamente di traghettare verso i lidi che più considera opportuni (lo hanno fatto migliaia di socialisti –a destra e a sinistra- non sarà uno scandalo che lo facciano altri). Noi, comunque, non saremo fra di essi e ancoriamo le nostre scelte alle decisioni congressuali del Midas del 2007: adesione ad una Federazione di moderati, e difesa della nostra autonomia e della nostra identità.

Quella scelta (quella del Midas che ha consacrato Stefano Caldoro a Segretario Nazionale) risponde comunque a scelte politiche irreversibili, perché frutto di una diversa visione della società italiana, delle sue esigenze e dei modi per affrontarle. Essa non necessità di ‘sacrifici’ ma di chiare e salde scelte politiche come quelle che, in questi anni, abbiamo saputo assumere.

Guai a mollare la spugna proprio nel momento in cui trionfa il riformismo liberal-socialista; proprio ora che anche il Governo Berlusconi si fortifica di capacità e di intelligenze craxiane attraverso il pieno utilizzo delle risorse che il riformismo ha saputo ‘allevare’ (Tremonti, Sacconi, Frattini, Cicchitto, Moroni, Boniver, Stefania Craxi, ecc.); proprio ora che, in assenza dell’imbroglio Costituente, il Nuovo PSI può diventare reale punto di approdo per un popolo socialista allo sbando e che, in assenza di chiara simbologia socialista, rischia di far aumentare le percentuali dell’astensionismo.

Il concomitante voto amministrativo delle settimane passate (con gli splendidi risultati conseguiti nelle realtà dove abbiamo avuto il coraggio di misurarci) sono la prova provata di quanto spazio esiste per continuare la nostra azione. Siamo stati e continueremo ad essere elementi di stimolo e di pungolo nei confronti dei nostri alleati che, purtroppo, non sono solo Berlusconi e Fini, ma anche centinaia di dirigenti periferici, nelle Regioni e nelle province, spesso e volentieri abbastanza chiusi e con poco respiro politico. Non è che questi dirigenti cambieranno atteggiamento sol perché gruppi ‘sfiduciati’ di quadri socialisti decideranno di confluire nelle loro fila. Anzi continueranno a mantenere un atteggiamento di sufficienza ed esclusione che tanto manda in bestia i nostri quadri provinciali.

Ed allora basta con la sfiducia e il malessere che è anche frutto dell’amaro in bocca per le vicende legate alla composizione dell’Esecutivo, perché c’è molto da lavorare. E questo lo si può fare da qualunque postazione. Io preferisco continuare ad utilizzare quella del Nuovo PSI.
Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 11.5.2008

NON SIAMO FIGLI DI UN DIO MINORE

Diciamo subito che il Nuovo PSI non è figlio di un Dio minore ma, come ogni altro alleato del fronte moderato riformista, rivendica pari dignità. Tutti, infatti, grandi o piccoli che siano, hanno diritto, ad essere coinvolti nella formazione del nuovo esecutivo. Con presenze consistenti o con presenze che possano apparire soltanto simboliche, ognuno deve sentirsi pienamente coinvolto e parte integrante del progetto “rialzati Italia”.

Sbaglia chi pensa che si tratti di un giro di parole per avanzare rivendicazioni tese a soddisfare le aspirazioni, che pur sarebbero legittime, di singoli dirigenti. Tutt’al più la rivendicazione punta a soddisfare le aspettative degli elettori dei singoli partiti che hanno scelto di votare PdL anche per la presenza in quelle liste dei propri dirigenti. Per quanto ci riguarda due di essi, Stefano Caldoro (Segretario Nazionale) e l’uscente Lucio Barani, sono stati eletti, affermando così una presenza socialista organizzata che, da altre parti, i riferiamo ai Costituenti, è stata giudicata fastidiosa ed è stata liquidata malgrado anni di servitù più o meno cosciente.

Non è azzardato dire che la presenza del Nuovo PSI nel panorama politico nazionale diventa, giocoforza, per gli elettori socialisti, ormai allo sbando, un punto importante di riferimento che già le concomitanti elezioni amministrative hanno abbondantemente conclamato. Dove, infatti, abbiamo presentato liste col nostro Garofano i risultati sono stati abbastanza lusinghieri. Da Catanzaro in Calabria, a Bitonto nelle Puglie, ai Comuni della Campania le percentuali si aggirano attorno al 5%, e ciò anche in presenza, come a Catanzaro, di altre due liste socialiste che realizzano un 4 ed un 2,7% ciascuna.

Il Nuovo PSI ha quindi pieno titolo a chiedere una presenza nell’esecutivo, e pieno titolo ha il Nuovo PSI Calabrese a rivendicarlo per la propria regione. Sarebbe assurdo infatti non cogliere l’importanza di un riconoscimento che va aldilà dell’immediato per guardare con sufficiente tranquillità ai nuovi appuntamenti non ultimi quelli elettorali regionali nelle Regioni del Sud. Così come per la Sicilia , dove Lombardo ha stravinto, bisogna ‘omogeneizzare’ gli esecutivi regionali per evitare le quasi certe conflittualità contro le grandi opere pubbliche, a partire dal Ponte sullo Stretto.

Tra l’altro non sarebbe capito un ‘trattamento’ diverso tra le forze minori, alcune delle quali, come l’ MPA, già abbondantemente ricompensate con gli eletti, ed altre che bussano insistentemente alla porta del PdL . Siamo,però, certi e più che convinti che la ‘quadra’ (come l’ha chiamata Bossi ) anche per il Nuovo PSI sarà trovata dal Presidente Silvio Berlusconi che ha la capacità di non guardare solo all’oggi, ma quella di guardare sempre a domani e dopodomani, perché è così che si vincono non le battaglie, ma le guerre.

I Segretari Provinciali, nonché membri della Direzione Nazionale
Giovanni ALVARO – Reggio Calabria
Gianfranco BONOFIGLIO – Cosenza
Mimmo FULCINITI – Catanzaro
Carlo PANTANO – Vibo Valentia

Calabria 03.05.2008

COMUNALI:ROMA;CALDORO (PDL),STRAORDINARIA E STORICA VITTORIA

(ANSA) – ROMA, 28 APR – ‘La straordinaria e storica vittoria di Gianni Alemanno a Roma esprime la voglia di rinnovamento e cambiamento di Roma cosi’ come dell’ intero Paese’. Lo sottolinea Stefano Caldoro, segretario nazionale del nuovo psi e parlamentare del Pdl.
‘Roma ha premiato la coalizione moderata e riformista – aggiunge- ed ha bocciato, senza appello, la sinistra conservatrice di Veltroni e di Rutelli’ ‘A Gianni Alemanno gli auguri miei e dei socialisti del nuovo psi per il lavoro che dovra’ svolgere per il rilancio della Capitale’.(ANSA).

LA FONDAZIONE SERVE ALLA VERITA’ STORICA

I commenti alla proposta di Stefano Caldoro, che si possono leggere nel blog del Partito Socialista Nuovo Psi, dimostrano che si è capito poco degli obiettivi che Stefano si prefigge di raggiungere con l’idea della Fondazione. Ed allora mi permetto di fare chiarezza.

La proposta di Stefano Caldoro per la Costituzione di una Fondazione dei Socialisti è quanto di più semplice e necessario si potesse pensare per non disperdere la storia e il ruolo che il Partito Socialista ha avuto nel nostro Paese dalla nascita fino a Bettino Craxi che ha rappresentato, aldilà delle ignobili e vergognose mascalzonate subite con l’esilio e la gogna mediatica, il clou della elaborazione teorica e dell’applicazione pratica del riformismo più puro.

Non so, però, se l’iniziativa avrà il successo che merita anche perché ancora fresche sono le polemiche che ‘dall’interno’ hanno minato e accelerato la crisi del Partito. La fuga (SDI), la diaspora (I Socialisti), la ricerca di nicchie di sopravvivenza (PD) da una parte; e la necessità di continuare un percorso nell’alveo della tradizione riformista, con nuovi (Forza Italia) o antichi strumenti (Nuovo PSI) dall’altra, hanno minato profondamente anche gli aspetti di stima, rispetto e solidarietà, che pur esistevano tra soggetti socialisti che la pensavano diversamente.

Illudersi che oggi dirigenti come Caldoro, De Michelis, Zavettieri, Stefania Craxi, Tremonti, Cicchetto, Moroni, Sacconi, Boniver, Del Turco, Benvenuto, Boselli, Martelli, Mancini, ecc., possano dar vita ad un soggetto di studio, di ricerca e di salvaguardia del marchio e della tradizione socialista italiana sembra impossibile, ma vale la pena tentarne la realizzazione, anche perché la Fondazione non può e non sarà un soggetto politico, non deve e non può fare politica, ma deve solo difendere le verità storiche e blindare insegne e marchio. E deve, anche, saper dire all’opinione pubblica, fortemente frastornata dai media nazionali che parlano di scomparsa dei socialisti, che anche nell’attuale Parlamento vi sono ben 70 parlamentari con radici socialiste, due dei quali (Caldoro e Barani) espressione del Garofano del Nuovo PSI, eletti nel PDL.

Tra l’altro, in tempi di bipartitismo (realizzato con partiti unici o contenitori elettorali), sarebbe l’unica strada per difendere la gloriosa storia dei socialisti. Non è, quindi, velleitaria la proposta di Stefano Caldoro, che non è, lo ripeto, una proposta di autoscioglimento per costruire assurde terze vie. Essa, per i tempi che corrono e le collocazioni ormai sedimentate dei gruppi dirigenti, non punta alla ricomposizione dei socialisti ormai semplicemente impensabile, né punta alla costruzione del partito unico degli stessi, ma solo a difendere e tramandare alle nuove generazioni, il ruolo avuto e i contributi che i socialisti hanno dato al nostro Paese.

La Fondazione non nasce, se nascerà, in alternativa al Partito che per noi continuerà a rimanere il Nuovo PSI.

Adolfo COLLICE

Cosenza 27.4.2008

SOCIALISTI: CALDORO, RIUNIAMOCI TUTTI IN UNA FONDAZIONE =

(AGI) – Roma, 24 apr. – “Dobbiamo prendere atto che ormai c’e’ il bipartitismo e non e’ possibile far rinascere nuovi partiti.
Non si puo’ piu’ riesumare il partito socialista”. Stefano Caldoro, eletto alla Camera nelle fila del Pdl, lancia “una proposta a tutti coloro che sono stati socialisti”. “Dobbiamo – dice – fare una fondazione. Riuniamoci tutti insieme, esponenti di entrambi gli schieramenti, senza vincoli di coalizione”. In questo modo – spiega il leader del nuovo psi – “si potrebbe recuperare il marchio e finalmente salvaguardare i valori che il partito socialista ha incarnato da una vita”. Caldoro non si rivolge soltanto “a Cicchitto, Sacconi, Tremonti, moroni, Craxi”, ma anche “a Benvenuto, Del Turco” e ai tanti parlamentari eletti nelle fila del Pd e che in passato hanno militato nel partito socialista. “Solo con una fondazione – conclude Caldoro – potremo tornare a lavorare insieme, al di la’ delle coalizioni e della propria attuale appartenenza politica”. (AGI) Red 241811 APR 08