No a PDL se solo FI più AN

Si è riunita a Roma, presso la sede nazionale di Largo di Torre Argentina, la segreteria nazionale del Nuovo Psi allargata ai segretari regionali e si sono affrontate le questioni inerenti il tesseramento e il percorso costituente del Pdl.
Sul tesseramento si sono definite le procedure complessive e le realtà territoriali sono chiamati ad inviare le comunicazioni conseguenti. E’ stato poi distribuito ai segretari regionali il documento della segreteria sulla costituente del Pdl (che segue con relativo comunicato stampa) A tal fine la segreteria, con l’adesione dei segretari regionali, ha condiviso il percorso organizzativo di comune partecipazione al nuovo soggetto politico che insieme hanno proposto Nuovo Psi, DCA, PRI e AS.

Documento Politico

Il contributo del Nuovo PSI per la costruzione del PDL

Il Nuovo PSI ritiene necessario un serio ed impegnativo confronto politico per interpretare gli effetti delle profonde trasformazione mondiali in atto, per individuare le nuove sfide globali che ci troviamo di fronte, per disegnare le nuove strategie, per superare il disorientamento che ha investito i cittadini.
Le prime iniziative che il governo e la maggioranza hanno posto in essere per affrontare la crisi collimano, in linea di massima, con la cultura politica del riformismo socialista al quale il Nuovo PSI si ispira e del quale ritiene di essere uno dei testimoni più attenti.
Di fronte alle sfide globali, ogni tatticismo appare improprio, riduttivo ed inadeguato: la collocazione dei partiti, ed in particolare del nostro Partito, nell’arco del panorama politico non può essere confusa, la scelta di campo deve essere chiara.
Il Nuovo PSI partecipa alla costituzione del PDL intendendolo come soggetto politico plurale capace di accogliere il socialismo liberale. Ne identifica, però anche i limiti nella mancanza di chiarezza sul percorso, sulla rappresentanza e sulle regole democratiche interne.
Questo nuovo soggetto politico oggi in fase di costituzione, ha già ricevuto una importante legittimazione dall’elettorato. Ora bisogna strutturarlo: occorre un assetto organizzativo che coniughi leadership e democrazia interna, che renda effettiva la capacità di espressione della pluralità delle identità politico culturali di provenienza con pari dignità, senza velleitarismi particolaristici, ma anche senza mortificanti prevaricazioni. Questo è un lavoro da compiere che non può nascere dalla mera sommatoria degli apparati dei partiti e men che meno solo di quelle di AN e FI.
Il Nuovo PSI ribadisce, in coerenza con tale percorso, la scelta di affrontare le amministrative di primavera e le europee, stante l’attuale legislazione, favorendo la presentazione di liste, a partire dalla nostra, in piena intesa con gli alleati.
Il superamento della vecchia dicotomia destra sinistra che divide l’area tra innovazione e conservazione, rende necessario che le forze di ispirazione socialista riformista e liberale attualmente in campo trovino occasioni e momenti di lavoro comune per mantenere viva la prospettiva del riformismo socialista e liberale.
Per quanto riguarda i movimenti, i circoli e le associazioni vicini alla tradizione socialista che già si riconoscono nelle scelte del socialismo liberale e che sostengono l’attuale governo, è opportuno una intensa collaborazione per elaborare linee programmatiche comuni e rafforzare il radicamento sul territorio.

Comunicato stampa

PDL: Nuovo PSI. Si Berlusconi no a Pdl fatto solo da FI e AN

Pieno sostegno al Patto tra i Partiti minori
“Nuovo PSI: Si a Berlusconi no al Pdl fatto solo da FI e AN” .Questa è la sintesi dell’incontro che si è svolto questa mattina della Segreteria Nazionale del NPSI con i segretari Regionali. Nel documento si afferma inoltre:” Pieno sostegno al Progetto politico del Popolo delle Libertà e alla leadership di Silvio Berlusconi nella quale il NPSI si riconosce ininterrottamente dal 1994.
“Ci riteniamo- si legge nel documento- costituenti del PDL ma constatiamo che per ora è realizzato solo con il contributo di Forza Italia e Alleanza Nazionale. L’Unione europea solo con la Germania e la Francia non sarebbe mai nata. E’ indispensabile il pieno riconoscimento del ruolo di movimenti politici che, anche se numericamente meno rappresentativi , si riconoscono nei valori di fondo del Pdl e che hanno alle loro spalle e nel loro DNA antiche culture politiche.”
“Si sottolinea in conclusione- nella parte finale del testo- il pieno sostegno all’iniziativa associativa tra gli altri partiti -Nuovo PSI, DCA, PRI, AS- che hanno condiviso un percorso organizzativo di comune partecipazione al nuovo soggetto politico.

Cicchitto: come non rivendicare una cultura

Leggo l’agenzia che vi riporto qua sotto in cui il capogruppo alla Camera del PDL, noto esponenente di FI ed ex Socialista Fabrizio Cicchitto dichiarerebbe che il PDL approderà nel PPE alle prossime Europee.
La notizia devo dire mi lascia stupefatto!
Ritengo che si la politica sisa diversa rispetto ad anni fa, ma che certo non si possano dimenticare storia radici e cultura; credevo che Fabrizio, che era nell’esecutivo PSI che liquidò Craxi ed i Craxiani per schierarsi con Occhetto, e che poi una volta fuori partecipò alla costituzione del Partito Socialista dei 7 Garofani, che poi abbandonò per entrare in F.I. una volta che De Michelis non presentò le firme alle Europee del ’99, pur avendo colto il cambiamento della Politica prima degli altri avrebbe comunque rivendicato, come fanno molti altri influenti esponenti dell’ex F.I., la sua appartenenza alla cultura Socialista.
Peccato, ma del resto era tutto previsto nel percorso di redenzione che sta facendo.
Da Occhetto a DOn Sturzo

PDL: CICCHITTO, CON CN FI DI IERI FATTO PASSO DECISIVO
(ANSA) – ROMA, 22 NOV – ‘Con il consiglio nazionale di FI di ieri il percorso per la costituzione del PdL ha fatto un decisivo passo in avanti. Si tratta di costruire un partito guidato da un leader carismatico e caratterizzato anche da un’affiliazione internazionale, quella al Ppe. Questa del partito del leader e’ una tendenza tipica di una gran parte dei sistemi politici occidentali. D’altra parte l’esperienza storica dei sistemi politici dell’Occidente ci dice anche che il leader deve essere sostenuto da un forte partito radicato sul territorio e capace di coinvolgere gli elettori con l’uso dei mezzi di comunicazione di massa’. Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto.
‘L’esperienza di un partito-rete e’ resa ancor piu’ forte dal fatto che a livello delle elezioni amministrative e’ decisivo il ruolo svolto dai candidati locali; cio’ vuol dire che per parte nostra siamo impegnati a ribadire il bipolarismo ed anzi a favorirne l’evoluzione verso il bipartitismo. Chi invece e’ entrato in confusione e’ il Pd. Da un lato Veltroni ha complicato tutto con l’alleanza con Di Pietro e con la subalternita’ alle sue posizioni avventuriste e giustizialiste; dall’altro emerge un elemento di contraddizione e di debolezza del Pd esistente fin dalle sue origini. Infatti- conclude Cicchitto – nel Pd c’e’ la piu’ totale confusione per cio’ che riguarda l’affiliazione internazionale, che, pero’, non e’ una questione di poco conto, ma una scelta di grande importanza’.

PDL: BERLUSCONI, VERSO BIPOLARISMO, NO LIQUIDAZIONE FI/ANSA

MATTEOLI,CONGRESSO DA BRIVIDI;LA RUSSA, CON LEGA CONFEDERAZIONE (di Chiara Scalise) (ANSA) – ROMA, 22 NOV – La ‘amatissima e dolcissima’ Forza Italia non e’ stata ‘liquidata, ha solo cambiato nome’. O meglio, si ‘e’ aperta ad altre forze politiche per andare verso il bipolarismo se non verso il bipartitismo’. Silvio Berlusconi, replica cosi’ alle critiche sui tempi e i modi del via libera azzurro al matrimonio con Alleanza nazionale. Matrimonio che si consumera’ a marzo, sancendo un passaggio storico ‘che dara’ i brividi a tutti’, dice il ministro e esponente di Alleanza Nazionale Altero Matteoli. Ultima tappa di un percorso iniziato 14 anni fa, ma che nei fatti, come sottolinea il vicepresidente vicario dei deputati Italo Bocchino, ha gia’ dato vita al partito unico. Perche’ ‘l’atto fondativo e politico – spiega – e’ stata la grande manifestazione del 2 dicembre di un anno fa’. Una posizione condivisa dal capogruppo Fabrizio Cicchitto che definisce il Cn di ieri un ‘decisivo’ passo avanti vero questo obiettivo.
E la mancanza di qualsiasi accenno ad An da parte del Cavaliere durante il suo discorso agli azzurri viene letta in quest’ottica e cosi’ ‘derubricata’: ‘Non e’ grave, commenta il reggente di An Ignazio La Russa; il Cavaliere ‘parlava ai suoi’, spiega anche Matteoli, come era suo dovere’. E’ il momento, sembrano dire tutti, di ‘guardare avanti’. Pensando gia’ al dopo: il progetto del Pdl da sempre non convince la Lega, che infatti ne resta fuori. L’alleanza con il Carroccio e’ pero’ necessaria e non deve essere relegata alle contingenze e quindi occorre mettere in campo una strategia di lungo respiro, spiega La Russa che propone una vera e propria ‘confederazione.’ Con tanto di regole.
Altro che unire due storie, due dirigenze: il nuovo partito, e’ la tesi pero’ di molti avversari, sara’ una versione in grande di Forza Italia.’C’e’ piena continuita’ – afferma il numero uno dell’Udc Pier Ferdinando Casini. Peggio, rincara Franceso Storace, ‘sara’ una melassa’ nella quale i ‘poveri militanti di quella che fu la destra italiana – e’ la previsione – dovranno supplicare un posto al sole dal notaio’.
Sotto accusa, anche per il Pd, la stessa identita’ del futuro partito, che esiste solo come contraltare del Partito democratico, dice Francesco Rutelli. Piu’ diplomatico l’ex segretario dei Ds Piero Fassino: la nascita di un grande partito di centrodestra e’ ‘la conseguenza politica positiva di quella riforma del sistema politico che abbiamo innescato noi’. Tesi in parte condivisa anche dagli stessi protagonisti: ‘La creazione del Pd ha favorito questo percorso. Solo che – aggiunge ancora Altero Matteoli – loro hanno perso e noi con la lista unica abbiamo vinto. E in politica vincere e’ importante’. (ANSA).

*FI dice si’ al Pdl: le radici del ’94, il bipartitismo futuro

–IL VELINO SERA– Roma, 21 NOV (Velino) – “Gennaio 1994 L’Italia e’ il paese che amo. Qui ho le mie radici. Le mie speranze e miei orizzonti…”. “Roma 21 novembre 2008 il Consiglio nazionale di Forza Italia ha approvato per acclamazione la mozione unica che sancisce l’ingresso del partito nel Popolo della liberta’”. Inizia e finisce cosi’ il discorso di Silvio Berlusconi al consiglio nazionale di Forza Italia, che oggi ha approvato la mozione che prevede la confluenza del movimento azzurro all’interno del nuovo partito di centrodestra. Per salutare l’inizio della una nuova fase politica, il premier – per l’occasione aveva scritto un discorso “nella notte” che invece non legge e consegna commosso nelle mani del coordinatore nazionale Denis Verdini – sceglie di leggere integralmente il famoso discorso della sua discesa in campo, quando con un videomessaggio annuncio’ ufficialmente il 26 gennaio del ’94 la sua decisione di impegnarsi direttamente in politica. Quel discorso, dice Berlusconi, vale ancora oggi con la nascita del Pdl. “La battaglia di liberta’ che abbiamo iniziato 14 anni fa deve avere il coraggio di questo passo, i programmi del ’94 non hanno bisogno di nessun cambiamento, tutto quello che volevamo conseguire siamo riusciti a conseguirlo, dando al Paese in 14 anni qualcosa di positivo che era indispensabile.
Forza Italia – dice ancora il presidente del Consiglio – sara’ ancora il vero baluardo di democrazia e di liberta’ nel nostro Paese, l’avventura continua verso traguardi che rendano il nostro Paese piu’ libero, in cui nessuno sia abbandonato all’emarginazione e alla miseria, un Paese nella democrazia e nel benessere, andiamo avanti sino in fondo, fino a che questi traguardi non siano assolutamente raggiunti”.
L’approvazione della mozione di oggi da parte del consiglio nazionale di FI e’ stata una “formalita’”, come l’ha definita Verdini, ma che segna un passaggio-chiave per poter arrivare al congresso di meta’ marzo in cui verra’ approvato lo statuto del Pdl. All’auditorium della Conciliazione a Roma, insieme ai 500 componenti del consiglio nazionale di FI, presieduto da Alfredo Biondi, c’era una delegazione di An con Ignazio La Russa e i leader degli altri soggetti politici che entrano a far parte del Pdl: Mario Baccini, presidente della Federazione dei cristiano popolari; Carlo Giovanardi dei popolari liberali; Gianfranco Rotondi, Alessandra Mussolini e il repubblicano Francesco Nucara, il segretario nazionale del nuovo Psi, Stefano Caldoro insieme ad alcuni esponenti dell’Italia di Mezzo. Una giornata storica per FI che segna il compimento del cammino compiuto dal ’94 ad oggi. Ma guai a parlare di “scioglimento”. La parola chiave, ricorrente negli interventi, e’ “confluenza” nel Popolo della liberta’. “Oggi non chiudiamo FI, ma la proiettiamo verso il futuro – ha detto il coordinatore nazionale di FI -. Le nostalgie non servono. Saremmo bugiardi a dire che non ci sono stati problemi. Abbiamo un animo e un cuore. Ma occorre determinazione perche’ questa determinazione ci e’ stata ordinata dagli elettori e non si puo’ disattendere”.
E in vista del congresso di meta’ marzo – annuncia Verdini -, tornano i gazebo. Saranno allestiti in tutte le piazze italiane nei primi due week end di dicembre. La prima volta, nel 2007 la mobilitazione fu organizzata da Forza Italia per raccogliere le firme per mandare a casa il governo Prodi. Fu un successo strepitoso: 8 milioni le firme raccolte. Fu allora che Berlusconi ebbe l’idea di fare il Pdl. “Mentre con Bondi e Cicchitto eravamo al freddo dei gazebo – ricorda Verdini -, un tizio con un’intuizione straordinaria, monto’ sul predellino e ci disse ‘qui cambia la storia. Facciamo il Pdl'”. Questa volta l’operazione Gazebo, organizzata sotto l’insegna del Pdl, servira’ ad eleggere i delegati al congresso del nuovo partito che si terra’ a meta’ marzo. “Ma sara’ anche l’occasione per tornare alla piazza, e per sentire gli umori degli elettori”, dice Verdini. Ora la scommessa del Pdl e’ il passaggio dal bipolarismo al bipartitismo sul modello dei grandi paesi occidentali. “Chi dice che e’ un arbitrio introdurre nel Paese il bipartitismo – osserva Verdini – mi sembra non riconosca che il 13 aprile il 70 per cento degli italiani ha votato per due partiti, hanno voluto il bipartitismo, portando l’Italia nell’elite delle grandi democrazie. Non e’ un atto di prepotenza, sono gli elettori che vogliono una democrazia che decida, un governo veloce che risolva i problemi. E il governo Berlusconi ha questa caratteristica perche’ e’ molto coeso”. “Quante offese ci hanno rivolto. la sottospecie della politica, intellettualmente inferiori. E gli alleati, definiti servi di Berlusconi. Eravamo il partito di plastica? L’hanno sentito come siamo di plastica. Ora siamo farfalle – conclude Verdini – che volano verso il futuro”. Daniele Capezzone parla del Pdl come del “partito del cambiamento che ha come obiettivo la modernizzazione del Paese. È l’espressione della continuita’ con il voto del 13 aprile – osserva il portavoce di Forza Italia -, non e’ una fusione a freddo come e’ stato per Ds e Margherita”.
Dal palco dell’Auditorium della Conciliazione gli attacchi al Pd e a Walter Veltroni non si sono fatti attendere. Al segretario del Pd, Fabrizio Cicchitto riserva una stoccata al veleno: “Paradossalmente” coloro che contestano a Berlusconi l’ideazione del partito del leader “cercano di imitarlo, Veltroni in testa, con risultati finora disastrosi. Il che spiega il nervosismo del segretario del Pd, finora subalterno a Di Pietro e alle sue posizioni trogloditiche e reazionarie”. Per Sandro Bondi la sinistra e’ in “crisi culturale” tanto che “i modelli del Partito democratico sono Marco Pannella da un lato e Antonio Di Pietro dall’altro”. Il ministro dei Beni culturali osserva che il Pd ha ormai “abbracciato una cultura individualista, fondata sulla soddisfazione immediata di ogni desiderio e capriccio. La loro cultura e’ imbevuta di conservatorismo, di tutti i rimasugli piu’ odiosi della cultura comunista e dall’altro lato della cultura radicale di massa”. Dal consiglio nazionale di FI una stoccata e’ arrivata anche all’ex alleato Casini. “I cattolici stanno da una parte e dall’altra oggi – osserva Gaetano Quagliariello -, e non c’e’ piu’ ragione che stiano in quello che e’ solo una scala di un partito che fu una grande occasione, legata a motivi storici che non ci sono piu'”. (chi)

Il Cav. commosso chiude i battenti di FI: Con coraggio verso Pdl

–IL VELINO SERA– Roma, 21 NOV (Velino) – “È possibile realizzare insieme un grande sogno: quello di un’Italia piu’ giusta, piu’ generosa verso chi ha bisogno piu’ prospera e serena piu’ moderna ed efficiente protagonista in Europa e nel mondo”. Si puo’ e si deve “costruire insieme per noi e per i nostri figli un nuovo miracolo italiano”. Silvio Berlusconi chiude idealmente il cerchio e parlando alla platea del Consiglio nazionale – che ha decretato la confluenza di Forza Italia nel Pdl – rilegge il discorso con cui, nel gennaio del 1994, annuncio’ l’intenzione di scendere in politica. Quasi quindici anni dopo, il partito si scioglie, per approdare nel Popolo della liberta’, insieme ad Alleanza nazionale.
Berlusconi arriva alle cinque in punto all’auditorium di via della Conciliazione, accompagnato dalle note della canzone scritta per lui (“Meno male che Silvio c’e'”), quando ancora sono in corso gli interventi. È visibilmente commosso il presidente del Consiglio, annuncia subito di aver preparato un discorso, ma di averlo consegnato al coordinatore nazionale Denis Verdini. Quello che vuole leggere e’ un altro, vecchio di quasi quindici anni. “L’Italia e’ il paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di imprenditore. Qui ho appreso la passione per la liberta’”. Sono le parole con cui, in diretta tv, spiego’ i motivi della discesa in campo alla guida di un partito, dal nome di Forza Italia.
Lo legge tutto, alla fine ne sottolineera’ l’attualita’: “Mai come in questo momento – recita il premier – l’Italia, che giustamente diffida di profeti e salvatori, ha bisogno di persone con la testa sulle spalle e di esperienza consolidata, creative ed innovative, capaci di darle una mano, di far funzionare lo Stato”. E ancora: “Sogno, a occhi bene aperti, una societa’ libera, di donne e di uomini, dove non ci sia la paura, dove al posto dell’invidia sociale e dell’odio di classe stiano la generosita’, la dedizione, la solidarieta’, l’amore per il lavoro, la tolleranza e il rispetto per la vita”. Quel manifesto, dice poi il Cavaliere al termine della lettura, “non ha bisogno di nessun cambiamento, abbiamo conseguito tutto quello che dovevamo conseguire”. “Credo – spiega ancora il premier – che Forza Italia sia stata, sia ancora e sara’ in futuro il baluardo della democrazia e della liberta’ nel nostro paese”. Il premier ringrazia “tutti quelli che in 14 anni hanno avuto fiducia in noi” e conclude: “La nostra avventura, battaglia e guerra, oggi segnano un passo importante, ma non cambia nulla perche’ andiamo avanti con quelli che sono stati i nostri sogni, i nostri obiettivi e i nostri traguardi in 14 anni”. (udg)

UE: BERLUSCONI PREPARA EUROPEE, IPOTESI MINISTRI IN CAMPO =

PDL ALLE PRESE CON CAMPAGNA ELETTORALE, SI LAVORA A STRATEGIE

Roma, 18 nov. (Adnkronos) – Mancano poco piu’ di sette mesi alle europee, ma la macchina organizzativa del Pdl procede a ritmo serrato.
Silvio Berlusconi non vuole sfigurare e punta all’en plain dopo le politiche. In questi mesi, si sono svolti contatti e incontri per mettere a punto la campagna elettorale. Allo studio ci sono varie iniziative e opzioni. Il primo banco di prova del ‘motore azzurro’ sara’ il congresso fondativo del Partito delle liberta’, che si svolgera’ tra meta’ febbraio e meta’ marzo 2009, proprio a ridosso del voto per il Parlamento di Strasburgo.

In particolare, a quanto apprende l’ADNKRONOS il Cavaliere sta accarezzando l’ipotesi di far scendere in campo i suoi ministri per dare un segnale del coinvolgimento diretto e pieno anche degli esponenti di governo. Allo stato, si sta valutando la possibilita’ di candidare non tutti, ma solo alcuni e in rappresentanza delle varie forze politiche della coalizione, senza scontentare nessun alleato. Un modo per rimarcare l’importanza dell’appuntamento di giugno, schierando al fianco dei big di partito chi ricopre cariche istituzionali.

Non solo. Fonti del centrodestra spiegano che con la presenza dei ministri sara’ chiaro che tutti dovranno sentirsi impegnati in prima linea per contribuire alla buona riuscita della campagna elettorale. Ma c’e’ anche chi fa notare che con la scesa in campo dei parlamentari-ministri si vuol dare la dimostrazione di una maggioranza compatta, pronta a spendere il suo nome sul territorio. Non a caso il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto, nei giorni scorsi aveva sottolineato la necessita’ di un partito piu’ radicato sul territorio e meglio percepito dalla gente per affrontare al massimo le prossime scadenze elettorali, a cominciare dalle regionali in Abruzzo.Con una sola mossa, dunque, il premier farebbe sfoggio di tutta la ‘potenza di fuoco’ del Partito delle liberta’ e coglierebbe l’occasione per far conoscere alla gente gli effetti dei provvedimenti e dell’azione dell’esecutivo.

PDL: VERDINI, VENERDI’ SI SCIOGLIE FORZA ITALIA =

Roma, 16 nov. (Adnkronos) – Venerdi’ il Consiglio nazionale di Forza Italia decretera’ la confluenza nel Pdl, “dopo di noi ogni partito, secondo i propri statuti interni, decidera’ la confluenza. A meta’ marzo si celebra il congresso fondatore”. E’ il coordinatore di Forza Italia Denis Verdini, in una intervista al ‘Giornale’ da segnare le tappe del processo costituente del nuovo partito.

Per scegliere i delegati, “Alleanza nazionale fara’ i suoi congressi, noi presto apriremo 10mila gazebo in tutta Italia per indicare i nostri delegati”; “An avra’ il 30% dei delegati, noi il 70% in cui daremo spazio ai partiti piu’ piccoli”. Poi, “nello statuto del nuovo partito andranno inserite queste realta’ innovative” come i Circoli di Marcello Dell’Utri. Verdini assicura: “Non esiste il rischio di operazione verticistiche”. All’Udc, Verdini dice: “La porta del Pdl e’ sempre stata aperta con con le stesse modalita’ seguite da chi vi sta entrando”. Alla Lega, “sono alleati e concorrenti: alleati leali e concorrenti temibili”.

Il Socialismo Liberale

Carlo Rosselli
da “Socialismo liberale”

Intanto, chi sono. Sono un socialista. Un socialista che, malgrado sia stato dichiarato morto da un pezzo, sente ancora il sangue circolare nelle arterie e affluire al cervello. Un socialista che non si liquida né con la critica dei vecchi programmi, né col ricordo della sconfitta, né col richiamo alle responsabilità del passato, né con le polemiche sulla guerra combattuta. Un socialista giovane, di una marca nuova e pericolosa, che ha studiato, sofferto, meditato e qualcosa capito della storia italiana lontana e vicina. E precisamente ha capito:
i.Che il socialismo è in primo luogo rivoluzione morale, e in secondo luogo trasformazione materiale.
ii. Che, come tale, si attua sin da oggi nelle coscienze dei migliori, senza bisogno di aspettare il sole dell’avvenire.
iii.Che tra socialismo e marxismo non vi è parentela necessaria.
iv.Che anzi, ai giorni nostri, la filosofia marxista minaccia di compromettere la marcia socialista.
v.Che socialismo senza democrazia è come volere la botte piena (uomini, non servi; coscienze, non numeri; produttori, non prodotti) e la moglie ubriaca (dittatura).
vi.Che il socialismo, in quanto alfiere dinamico della classe più numerosa, misera, oppressa, è l’erede del liberalismo.
vii. Che la libertà, presupposto della vita morale così del singolo come delle collettività, è il più efficace mezzo e l’ultimo fine del socialismo.
viii. Che la socializzazione è un mezzo, sia pure importantissimo.
ix. Che lo spauracchio della rivoluzione sociale violenta spaventa ormai solo i passerotti e gli esercenti, e mena acqua al mulino reazionario.
x.Che il socialismo non si decreta dall’alto, ma si costruisce tutti i giorni dal basso, nelle coscienze, nei sindacati, nella cultura.
xi.Che ha bisogno di idee poche e chiare, di gente nuova, di amore ai problemi concreti.
xii. Che il nuovo movimento socialista italiano non dovrà esser frutto di appiccicature di partiti e partitelli ormai sepolti, ma organismo nuovo dai piedi al capo, sintesi federativa di tutte le forze che si battono per la causa della libertà e del lavoro.
xiii.Che è assurdo imporre a così gigantesco moto di masse una unica filosofia, un unico schema, una sola divisa intellettuale.
Il primo liberalismo ha da attuarsi all’interno.
Le tesi sono tredici. Il tredici porta fortuna.
Chi vivrà vedrà.

Cosa ne sarà del Socialismo?

Vorrei saperne di più su ciò che sta accadendo nel PSI. Un tempo, eravamo verso la metà degli anni 70, ero socialista convinto; poi l’avvento di Craxi e tutto il resto mi hanno allontanato dal partito. Come me moltissimi altri amici miei. Con chi si identifica oggi il PSI’?. E’ sempre il partito dei lavoratori o il partito “liberal socialista” ultima maniera? ( Vorrei sapere cosa c’entra il liberismo tipico del capitalismo con il socialismo fondato a Genova in cui mi onoro di essere nato). Posso sperare ancora in un socialismo che tuteli le masse dei lavoratori? Come è stato snaturato ai tempi di Craxi! Spero che accetterete di rispondere a questa mia. Grazie. Vorrei ritornare ad essere partecipe di un vero socialismo.
gianni da genova

PD: NENCINI (PS), FINALMENTE SCIOLTO ABBRACCIO CON IDV =

SPERIAMO CHE DA ROTTURA CON DI PIETRO SCATURISCA NUOVO INIZIO

Roma, 20 ott. (Adnkronos) – “La rottura tra Veltroni e Di Pietro e’ stata certificata dal leader del Pd. Era ora: finalmente si scioglie un abbraccio che ha portato in pochi mesi di disgrazia in disgrazia non solo il Pd ma il progetto di una sinistra riformista che, proprio a causa delle ‘tossine’ giustizialiste e illiberali, e’ la grande incompiuta della politica italiana”. E’ quanto dichiara Riccardo Nencini, segretario del Partito socialista, commentando la rottura tra il Pd e l’Italia dei valori.

Secondo Nencini, “si e’ avverata la profezia di Machiavelli, secondo il quale chi fonda le proprie fortune sulle armi mercenarie ‘non stara’ mai fermo ne’ sicuro’. Ecco, Di Pietro e’ stato per il Pd come i mercenari svizzeri: si e’ fatto assoldare da chi gli garantiva un posto, ma si e’ poi ben guardato dall’accettarne le regole, pensando solo ad arricchirsi elettoralmente”.

“Ci auguriamo -conclude- che da questa rottura possa scaturire un nuovo inizio, con l’avvio di un progetto che sia oggi il fulcro di un’opposizione matura e responsabile e domani quello di un’alternativa riformista per il governo del Paese”.

CONSULTA:PECORELLA RINUNCIA;BERLUSCONI TELEFONA, DISPIACIUTO

TRA I NUOVI PAPABILI GIRANO ANCHE NOMI DI BRUNO,DOMINIONI, FRIGO (ANSA) – ROMA, 20 OTT – Gaetano Pecorella fa un passo indietro per la Consulta. E si riaprono i giochi per l’elezione del giudice costituzionale.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, secondo quanto si apprende in ambienti parlamentari del centrodestra, ha telefonato in serata a Pecorella per spiegargli quanto fosse dispiaciuto della sua rinuncia alla Corte Costituzionale per il veto posto dal centrosinistra sul suo nome.
Il premier ha espresso tutto il suo dispiacere all’ex presidente della Commissione Giustizia della Camera spiegandogli che sarebbe stato il candidato ideale per il Pdl. A dimostrazione di quanto la maggioranza volesse continuare a sostenere Pecorella per diventare giudice della Consulta, il Cavaliere lo avrebbe informato che ancora non e’ stato individuato un possibile sostituto del deputato del Pdl.
Intanto comincia a circolare una serie di nomi che i parlamentari del centrodestra, secondo quanto si e’ appreso, sarebbero pronti a votare gia’ nella seduta comune decisa per domani sera.
I papabili, tra gli altri, potrebbero essere il presidente della Commissione Affari costituzionali di Montecitorio, Donato Bruno, oppure alcuni esponenti delle Camere Penali come Dominioni e Frigo. Non sembrerebbe piu’ in pole position, hanno riferito in tarda serata fonti parlamentari del Pdl, il nome di Giorgio Spangher, professore di diritto e procedura penale di cui si era parlato anche nei giorni scorsi come possibile alternativa a Pecorella.
(ANSA).

Pdl: Caldoro, è il momento dei socialisti riformisti

Ott
20
Lun 12.53 – “Bene fa Brunetta a ricordare le origini e la formazione socialista, io aggiungo riformista. Noi del Nuovo Psi dal 1994 abbiamo orgogliosamente difeso questa identità al fianco di Berlusconi”. Lo sostiene Stefano Caldoro, segretario nazionale Nuovo Psi e parlamentare Pdl.
“E’iniziata una nuova stagione e tutti hanno,oggi, più coraggio a definirsi socialisti riformisti. E’l’occasione – aggiunge – per riunire queste esperienze non in una corrente ma in una rete, in un area che lavori insieme sui contenuti e sulle azioni per modernizzare il Paese. Il Governo ha questa ambizione – conclude Caldoro – ed i riformisti devono essere protagonisti”

Spettri nella nebbia

Nell’ultimo ed unico congresso dei socialisti italiani tenuto a Montecatini Terme nel Luglio
di quest’anno ho conosciuto il futuro coordinatore della segreteria nazionale, il compagno
Marco Di Lello.
A dirla tutta: allora, non ne sono rimasto impressionato. Non sapevo però di sbagliarmi
così clamorosamente. Infatti, il resto è stato ben peggiore della sensazione.
L’ultimo sforzo intellettuale lo trovo in un intervento in bella vista sul sito “bulgaro” di
www.partitosocialista.it , rubrica “PRIMO PIANO”.
Di Lello fa un articolo contro la stupidità di una provocazione della Lega che vorrebbe,
nella riforma federalista, assegnare nei concorsi pubblici un punteggio maggiore a chi
risiede nel territorio oggetto del bando.
Invece di contestare la provocazione argomentandone la strumentalità e l’anti costituzionalità,
Di Lello scrive:
“Un asino settentrionale sarà preferito a un laureato meridionale. Non c’è altro da aggiungere
– ha concluso l’esponente socialista – se non due osservazioni: 1) il federalismo si
mostra come è realmente, e cioè una sottospecie di apertura e chiusura contemporanea
di frontiere interne in Italia; 2) gli occhi e le menti di molti parlamentari del sud sono completamente
chiusi.”.
A leggere certi ragionamenti viene da pensare che gli asini sono equamente distribuiti nel
territorio.
In questa dichiarazione di Di Lello, più degli occhi, sembrano chiusi altri e più importanti
organi vitali se si pensa di confutare la riforma federale prendendo a prestito strumentali
provocazioni.
La richiesta di federalismo sale forte e prepotente dal basso. Dagli elettori. In tutta Italia.
Non è una chiusura di frontiere, ma un allargamento di libertà.
Certo che dipende da come è tradotta! Ma allora lavoriamo nel merito dei contenuti, con
nostre proposte, non esorcizzandola in sé come il male dei mali.
Di Lello dimentica o non sa i valori ispiratori del socialismo italiano. La sua storia anche
contemporanea, la sua vittoria nella realizzazione nell’Italia delle Regioni durante il centro
sinistra e tutta la sua cultura impegnata a realizzare modelli di democrazia diretta, partecipata,
decentrata sulla base dei principi di sussidiarietà.
Devo però ammettere che le colpe di un tale disorientamento non possono cadere sul
singolo.
Quello che doveva essere un nuovo partito si sta disgregando alla velocità di un ghiacciolo
al sole estivo e nello stesso luogo di partenza.
Angius ed il suo gruppo se ne va. Nesi ed il suo anche.
Il Partito in Abruzzo va ad elezioni amministrative diviso in due. Infatti, i compagni del
regionale hanno deciso di non aderire alla lista del PD. Cosa fa allora il NUOVO Partito
di Roma? Li commissaria “democraticamente”! Sempre democraticamente, impone una
scelta non voluta di alleanza con il PD. Scelta palesemente sbagliata per quella situazione
e distruttiva per la nostra immagine. Un grande esempio dei nuovi principi e di un nuovo
partito!
Della segreteria nazionale di undici membri, eletta qualche mese fa, sembra che ne rimanga
forse la metà. Il resto o se n’è andato da altre parti o non c’è più.
Ora il grande sforzo strategico del nostro gruppo dirigente, chiamiamolo così, è di rifare
un accordo nazionale con il PD in vista delle Elezioni Europee. Un Partito Democratico
che non ci ha voluto, che ci ha umiliato e che ci ha ridotto in polvere, per completare
l’azione operata, sempre dagli stessi, con Mani Pulite. Il nemico non si ferisce, ma si uccide!
Per non parlare delle periferie regionali o provinciali dove l’emulazione nei metodi e nei
contenuti è più penosa che triste.
Una sola cosa mi dispiace veramente: l’immagine di una brava persona come è Riccardo
Nencini.
Essere puliti, preparati, nuovi, signori, di per sé non basta se non si è anche capaci di
rompere gli schemi del passato, quelle mentalità e quei comportamenti. Intendo dire: quel
modo di fare politica che è causa principale, se non l’unica, della sconfitta, ed ora, della
nostra ingloriosa fine.
Spettri nella nebbia è il titolo di questa mia insignificante ed ininfluente riflessione.
La nebbia sta per inconsistenza e spettri sta per orrore.
Sergio Verrecchia

Rovigo: intesa tra Nuovo PSI e Federazione delle liste civiche

Vista l’intesa definita tra il Nuovo Psi, indicato come Partito, e la “Federazione delle liste civiche ambientaliste liberali e riformatrici”, indicata come Associazione, la scrivente, presane conoscenza, intende accelerare i tempi di collaborazione ed integrazione reciproca, onde realizzare le più ampie finalità politiche previste dal protocollo sottoscritto a livello nazionale.

Pertanto, in rispetto ed attuazione dell’art. 30 del vigente Statuto ed a seguito di precisa delibera del Direttivo convocato in data odierna, le comunico che è stata cooptata nella segreteria provinciale, con il ruolo di coordinatrice della stessa con particolare compito di comporre le liste elettorali del Nuovo Psi alle prossime votazioni provinciali.

Preannuncio che sarà invitata a partecipare ai nostri lavori già dal prossimo incontro.

La presente risoluzione verrà ratificata martedì prossimo anche dagli organismi regionali, che, a livello di Ufficio di Segreteria, hanno anticipato il loro sostanziale assenso.

Un caloroso abbraccio ed un arrivederci.

Il Segretario di Federazione
Angelino Masin

PDL: CALDORO (NUOVO PSI), SI GUARDI IL MODELLO AMERICANO =

Roma, 17 set. (Adnkronos) – ‘La leadership di Berlusconi, che unisce e convince, e’ capace di raccogliere oggi la percentuale record del 65% del consenso dei cittadini. Questo dato impone al nuovo soggetto politico di aspirare a percentuali ancora piu’ alte rispetto alla maggioranza relativa degli elettori che nelle ultime elezioni politiche lo hanno votato’. Lo ha sottolineato Stefano Caldoro, segretario nazionale del Nuovo Psi e parlamentare del Pdl che ha partecipato con Lucio Barani alla prima riunione del comitato costituente del Popolo della liberta’.

‘Un cosi’ largo consenso – ha aggiunto – non puo’ tradursi nella vecchia forma dei partiti del passato con organizzazioni gerarchiche e rigide ma deve essere un movimento aperto rappresentativo di ‘tutte le identita’ culturali e politiche, come ha ricordato Berlusconi, e delle forze moderate cattoliche liberali e riformiste’ che hanno sempre rappresentato la maggioranza degli italiani’.

‘Il modello americano e’ il piu’ moderno e nello stesso tempo il meno rigido che permette una ampia partecipazione della politica, della societa’ e delle realta’ territoriali. Un forte soggetto politico nazionale – ha concluso Caldoro – che possa andare di pari passo con le riforme in chiave federalista che il Paese sta affrontando’.