Nuovo PSI: riformulare l’alleanza!

Il mese di riflessione, quello della pausa estiva sta volgendo al termine. Tra poco si riprenderà a 360° l’attività politica.
Quello cui abbiamo assistito adesso è solo l’inizio di una stagione dal futuro incerto.
Elezioni? Governo di coalizione? Nuovo partito di Fini?
Tutti interrogativi cui è difficile azzardare una previsione.
Di certo vi sono alcuni fatti, che hanno modificato natura e struttura del PDL.
L’espulsione di Fini e la costituzione di un gruppo autonomo di FLI alla Camera e Senato ha rimescolato le carte; si sono verificati dei vertici del PDL e sono stati stilati dei punti programmatici.
Sono consapevole della debolezza strutturale e numerica del Nuovo PSI, non di quella Politica, ma mi chiedo se qualcuno di noi è stato interpellato o convocato o ha partecipato ad alcuna delle riunioni.
E se ciò non è avvenuto, tutto questo ha e avrà un peso ed un significato politico o no?
Persino Rotondi, si è lamentato della mancata partecipazione e noi?
Settembre è il mese decisivo; Di Trapani ha scritto una lettera al Presidente, nella quale chiede per nome e per conto del Nuovo PSI un incontro.
Aspettiamo il tempo ragionevole della riapertura delle Camere, poi credo che il tempo sia scaduto.
Da troppo tempo il Partito vive in uno stato di coma che tende sempre più ad essere irreversibile.
Mai una volta dal 2007, hanno in cui faticosamente ho contribuito con altri a riprendere il percorso che ci era stato scippato, abbiamo espresso posizioni politiche realmente Socialiste.
Il silenzio assordante è stato così preponderante che persino all’interno delle strutture è scemato qualsiasi dibattito e sono emerse invece liti e contrapposizioni devastanti e deleterie.
Il nostro rappresentante alla Camera dei Deputati (ammesso che sia ancora Nuovo PSI e non PDL, poiché in numerose occasioni ho percepito come se ritenesse chiusa la parentesi del Nuovo PSI), quando interviene è sempre per trovare uno spazio di propria visibilità e mai per un’iniziativa politica.
Il gruppo dirigente non conosce le strutture periferiche né i suoi dirigenti.
Né d’altra parte la situazione appare essere migliore nel PDL.
Il governo con una cospicua presenza di ex socialisti, si sta caratterizzando come un Governo in cui lo spirito Laico e riformista viene costantemente mortificato.
Stupore e sbigottimento hanno suscitato in me le posizioni di Sacconi o di Cicchitto, che mostrano sempre più una cultura “catto-popolare” e sempre meno liberal-socialista-riformista.
Qualcosa noi del Nuovo PSI dobbiamo fare, tanto più se vi può essere l’ipotesi delle elezioni anticipate.
Gli spazi che si stanno aprendo sono numerosi, è possibile riprendere il filo del discorso con il PSI o almeno con la sua parte che rifiuta di costruire un’alleanza con Vendola.
I Socialisti sono da sempre stati dei liberi pensatori, hanno da sempre combattuto per le riforme, per rendere il nostro un Paese più libero e moderno.
Credo che il percorso debba ripartire da qua.
Dalla nostra autonomia intellettuale, dalla capacità di farsi rispettare, dalla libertà di pensiero; non credo che abbia ancora un futuro una politica di opportunismo.
Il primo passaggio è trovare una soluzione nella gestione del Partito, poiché gli impegni del nostro Segretario sono tali da renderlo per lo più occupato su altre questioni.
La soluzione va trovata negli attuali assetti, ma certamente non è ipotizzabile alcuna forma di vicariato, che significherebbe l’apertura di un conflitto senza pari.
In secondo luogo, la ripresa di un’azione politica chiara e precisa, con una riformulazione delle interlocuzioni.
E cioè se vi è il PDL di cui noi siamo cofondatori, non possiamo essere emarginati, nel caso contrario, non possiamo stare ancora una volta colpevolmente zitti.
Tutto questo ammesso che si voglia tenere ancora vivo il Partito, perché in caso contrario sarebbe necessario convocare un congresso di scioglimento.

Franco Spedale
Vice Segretario Nazionale
Nuovo PSI

lettera al Presidente Berlusconi

Caro Presidente,
gli accadimenti degli ultimi giorni che tentano di modificare in modo rilevante gli scenari politici interni ed esterni al Popolo delle Libertà, inducono ad una riflessione di cui vorrei renderLa protagonista per assecondare la realizzazione del Suo lungimirante progetto politico del PDL.
Il patto fondativo del Popolo della libertà, così come sottoscritto da tutti i cofondatori, scaturisce dalla esigenza di dare vita ad un nuovo soggetto politico, ispirato ai valori riformisti e liberali già presenti nelle democrazie occidentali avanzate, aperto ed inclusivo delle diverse tradizioni e sensibilità politiche ed in grado di salvaguardarne le identità e le autonomie.
Su queste premesse da tutti condivise all’atto della fondazione, la mancanza di unità riscontrata e le diverse posizioni assunte da alcuni autorevoli esponenti del PDL rendono indispensabile e urgente rilanciare lo spirito originario del Popolo delle Libertà, valorizzando le diverse identità politiche anche sotto il profilo organizzativo.
In punto politico occorre occupare quello spazio che opportunisticamente potrebbe essere occupato da chi contrariamente a Lei non ha saputo difendere queste identitarie tradizioni. A tale scopo sembra produttivo ipotizzare il significativo apporto che possono dare alla comune causa il Nuovo PSI di Stefano Caldoro ed il PRI di Francesco Nucara, cofondatori del progetto PDL ed in linea con gli accordi fondativi, non solo sul piano numerico, ma anche e specialmente in termini contenutistici.
Sulla scorta di quanto rappresentato, Le sarei grato di un incontro.
Distinti saluti
Roma,5 agosto 2010

Antonino Di Trapani
Coordinatore della Segreteria Nazionale
Responsabile Ufficio Nazionale Organizzazione

Il NUOVO PSI E LA DANNATA QUESTIONE SOCIALISTA

Il passaggio della Moroni in FLI ha riaperto il dibattito e l’interesse attorno all’area cosiddetta Socialista.
Se prima di mercoledì si poteva pensare che il PDL potesse rappresentare anche i Socialisti che non avevano voluto partecipare alla coalizione con la Sinistra, adesso si apre un nuovo capitolo.
È il PDL il contenitore adatto per la crescita e lo sviluppo dell’area Socialista?
Indubbiamente in questi ultimi due anni non è che il PDL sia emerso per i valori LAICI, anzi tutt’altro.
Abbiamo assistito alla conversione di Sacconi, alla sparizione di Stefania, alla teorizzazione dell’adesione al PPE da parte del Lombardiano Chicchitto; né il Nuovo PSI si è fatto notare per questioni rilevanti; anzi il profilo è stato sempre basso, spesso assente.
Molto era ed è comprensibile; il Segretario Caldoro ed il gruppo dirigente aveva il dovere di riaccreditarsi rispetto ad una mal gestione che De Michelis ed altri avevano praticato, ma adesso?
La rottura che il Cavaliere ha pensato di creare con Fini ha due aspetti inquietanti: il primo è che il dissenso non è ammesso.
Questo non è tanto nella cultura del Presidente del Consiglio, quanto piuttosto nella cerchia dei colonnelli ex An che di fatto hanno “conquistato” il PDL.
Il secondo aspetto che desta qualche preoccupazione riguarda una delle motivazioni che sono state addotte nella “epurazione” nei confronti di Fini e cioè che aveva mantenuto una sua organizzazione.
Uno dei fatti preponderanti che hanno condotto il Nuovo PSI a dare la sua adesione al PDL era proprio quello della garanzia del mantenimento della propria identità ed autonomia.
Ma la rottura con Fini apre altri scenari, rispetto ai quali, un partito, se esiste ancora e non si è sciolto, così come invece traspare dalle dichiarazioni dell’ex sindaco di Villafranca in Lunigiana, Lucio Barani, ha il dovere politico, verso se stesso e verso i propri dirigenti di esprimere le proprie riflessioni.
Personalmente no crediamo che si giunga ad elezioni quest’autunno, ma la probabilità che si possa andare nella prossima primavera è molto alta.
E la questione Moroni ha riaperto la “dannata” vicenda Socialista.
Numerosi sono stati gli esponenti del PS che hanno rilanciato verso un progetto che, distaccandosi da Vendola, possa creare nell’area FLI un raggruppamento Socialista, richiamando all’unità tutti gli irriducibili, che non accasandosi ne in F.I. , né nel P.D. hanno mantenuto l’identità e l’autonomia Socialista.
Numerosi sono stati anche gli ex Socialisti che si sono prodigati in critiche nei confronti della Moroni.
Solo il Nuovo PSI è stato zitto o quando ha parlato, per voce di esponenti che non si capisce se rappresentino ancora il Partito o meno, ha riportato volgarità irripetibili.
Il punto non crediamo che sia accusarla o meno di tradimento, le scelte politiche sono tali e sempre frutto di un ragionamento, non le si possono condividere ma le si devono rispettare, quanto piuttosto capire seriamente se il passaggio della Moroni sia davvero una nuova possibilità per riaprire la strada ad una cultura libera-socialista o se invece la vicenda dei Socialisti è per sempre finita.
Se ci dovessimo attenere ai pettegolezzi che Lucio Barani riferisce sulla stampa, crediamo che la storia sia davvero finita.

Socialisti che fare?

La presa di posizione di Chiara Moroni che abbandona il PDL rivendicando la propria storia, rilanciando l’identità, l’autonomia e l’orgoglio della sua natura SOCIALISTA è la vera novità del dibattito Politico di questi giorni.
Il PDL non è, così come non lo è stato Berlusconi, il raggruppamento in cui un area riformista poteva trovare un suo spazio.
I colonnelli ex AN sono oggi i veri direttori dell’orchestra, e in più occasioni abbiamo visto Cicchitto, Sacconi, Stefania Craxi ed altri rappresentanti della cosiddetta area Socialista rinunciare alla propria identità.
Può essere l’occasione buona per ricreare un cedrto interesse di area?
Il PS di Nencini già avanza proposte…
Ed il Nuovo PSI è rappresentato dalle dichiarazioni di Lucio Barani, oppure ha una sua idea sullo sviluppo del nuovo scenario?
Ragioniamone insieme

Documento della Segreteria Nazionale

Negli ultimi 15 anni, i fatti evidenziano come la volubilità degli scenari politici renda impossibile fare previsioni e progettare percorsi senza che ciò rischi immediatamente di essere smentito.

Il nostro Partito con grande lealtà ha seguito il processo di costituzione del nuovo soggetto politico pdl, cercando di adattarsi, plasmando il proprio essere, pur mantenendo la propria identità , inserendosi nel processo costituente, apportando le proprie idealità.
Tutto ciò non è un punto di arrivo ne l’esaurimento di un’esperienza politica , bensì la spinta dalla quale rilanciare con forza ed autorevolezza la presenza dei Socialisti Liberali nel nostro Paese.
La lunghissima transizione del sistema politico attuale ci impone un colpo di reni per continuare con maggiore vigore la nostra opera per modernizzare il nostro Paese e migliorare il benessere di tutti.
È indubbio che anche il Nuovo PSI attraversa la crisi del sistema che se coinvolge strutture ben più corpose della nostra rischia di avere effetti anche su una organizzazione fragile come quella del Nuovo PSI.
La debolezza di interlocuzione sia a livello centrale che periferico all’interno del soggetto politico pdl provoca sicuramente in molti militanti, certamente anche nel nostro quadro dirigente, un senso di delusione .
E’ una necessità Rilanciare con forza la nostra strategia politica riconfermando la nostra adesione al progetto PDL, non modificando la natura del contratto ma chiedendo dignità politica.
In primo luogo diventa necessario ritrovare una una sintonia e una omogeneità in ambito Pdl in particolare negli organismi che sono nati sul territorio per garantire il ripetto del ruolo dei vari soggetti costituenti.
La nostra organizzazione ha una connotazione regionale che deve , però , essere coerente con le scelte nazionali.
Solo attraverso un partito nazionale diventa più forte la nostra interlocuzione e solo rilanciando tutto il Nord ed alcune regioni del centro possiamo pensare di modificare e migliorare struttura dei rapporti a livello generale.
L’obbiettivo immediato, a partire dalle elezioni dei consigli comunali delle grandi città che andranno al voto, deve essere quello di garantire la nostra presenza nelle istituzioni locali per rafforzare anche il nostro ruolo nazionale.
Non è più procrastinabile un rilancio dell’azione politica del Nuovo Psi che dovrà essere caratterizzata su base programmatica , sulle opzioni tematiche che hanno reso forte la cultura riformista e socialista. .
Per quanto riguarda gli aspetti di carattere organizzativo si confermano le scadenze e gli adempimenti del tesseramento.
Ora più che mai, nel quadro politico attuale è necessario riaffermare le ragioni della nostra esistenza, di forza socialista e riformista in grado di capire più di altri le sfide per il cambiamento .

E adesso che fare?

I cambiamenti dell’ordine del Mondo, le mutazioni della Politica Internazionale aprono, inevitabilmente, nuovi scenari e nuove prospettive anche nel nostro Paese.
Da troppo tempo si sta vivendo in uno stato di Patologia, ove alla politica si sostituisce il culto della personalità, del velinismo e la strategia dello screditamento.
Tutto ciò provoca inevitabilmente assenza di strategia, carenza di obbiettivi, pessima gestione delle Amministrazioni a tutti i livelli e classe dirigente che occupa spazi politici perchè garantiscono un buon stipendio.
Ma, in un Mondo che cambia, con una crisi Economica che sta notevolmente mutando equilibri, con Paesi considerati normalmente sotto sviluppati che diventano dei nuovi protagonisti, in un’Europa che ha perso la propria identità mostrando mai come ora una debolezza strutturale politica ed economica, l’Italia che già è debole mostra maggiormente la propria incapacità di cogliere le mutazioni e adeguarsi all’evoluzione del Mondo.
Tutto questo ha certamente un “peccato originale”, ed è il modo in cui nel recente passato si è voluto mettere alla gogna e cancellare una classe politica, sostituendola con un’altra assolutamente impreparata.
Una volta eseguita la diagnosi è però necessario attuare una terapia.
Il fallimento dei quesiti Referendari ci consegna una situazione nella quale non è ancora maturo il Bipartitismo, così come del resto molto lo si era già evidenziato nella ultima tornata elettorale, nella quale, alle elezioni per il Parlamento Europeo, in cui si usa un sistema Proporzionale con sbarramento ed in cui si è cercato di ridurre al massimo l’intervento del cittadino, creando in alcune circoscrizioni, liste “pseudo-bloccate”, diverse erano le liste che hanno voluto evitare di essere “annesse” a contenitori maggiori.
Noi lo scorso Marzo abbiamo aderito alla costituzione del Popolo delle Libertà.
Un progetto certamente interessante e di novità che ad oggi però presenta il grande vuoto della progettualità.
L’unico elemento che ci sembra di cogliere, è quello di costituire un unico gruppo al Parlamento Europeo che si è iscritto al Partito Popolare Europeo.
Manca ad oggi un progetto concreto, evidente, che permetta a realtà diverse, che vogliono combattere il dogmatismo e l’integralismo, di condividere un percorso.
Ed in più non sono ancora chiari gli equilibri delle varie componenti all’interno del nuovo soggetto.
Quello che viceversa si rende evidente è il vuoto lasciato da un’area Laica, Socialista Liberale che non è adeguatamente rappresentata né dai cosìdetti Socialisti di Forza Italia, che hanno viceversa svenduto Storia Ideali ed hanno gravemente nuociuto allo sviluppo di una corrente di pensiero che richiamasse gli ideali del riformismo Europeo, né dai Socialisti che partecipando ad una lista con i dogmatici ex-PCI hanno cancellato ogni velleità di presenza, né tantomeno da noi che con il Nuovo PSI abbiamo scelto, spesso, troppo spesso, la via del tatticismo, del silenzio timido.
Se è vero che in un Mondo che cambia, necessariamente serve una filosofia di pensiero adeguata allo sviluppo dei tempi, è altrettanto vero che rinunciare alla propria identità culturale ed alla propria autonomia di pensiero ci indirizza in un vicolo cieco nel quale ogni percorso ideale e politico viene a mancare a scapito di nuove regole, che non essendo quelle della politica, sono per noi che viceversa ne abbiamo da sempre fatto un’abitudine di comportamento, incomprensibili e impossibili da utilizzare al meglio.
Si rende così necessario adeguare la nostra azione politica ad una scenario che certamente non è più quello della fine 800 inizi del Novecento, ma dell’epoca della tecnologia della globalizzazione dei mercati, della cultura delle abitudini di vita.
Una nuova forma di riformismo che sappia cogliere le nuove necessità, sappia interpretare il nuovo Mondo e sappia prevedere la possibile direzione che lo stesso andrà ad assumenre nel futuro.
È necessario passare dalla fase del tatticismo a quello dell’iniziativa e della proposta politica, rivendicando con grande coraggio la nostra chiara identità culturale e la nostra autonomia, rafforzando il contenitore Partito sul territorio riempiendolo di contenuti che ad oggi sono stati completamente assenti.

I dati elettorali conseguiti alle ultime elezioni non sono certamente dati confortanti.
Escluso quelli ottenuti in alcune, pochissime a dir la verità , province che ne fanno esclusivamente un fattore Localistico, quasi da lista Civica, il Nuovo PSI in molte situazioni non riesce ad ottenere nemmeno il vecchio voto di simbolo, ma si attesta notevolmente al di sotto.
Se da un lato vi è l’ipocrita considerazione che il dato di rilievo è stato che la presenza del Partito è stata evidente sul territorio, dall’altro è evidente che non vi erano motivi alcuni per i quali gli elettori dovessero votare il Nuovo PSI.
Troppo spesso siamo stati supinamente in silenzio su argomenti di fondamentale importanza, non siamo stati in grado di fornire ai dirigenti periferici indicazioni e percorsi, né siamo stati in grado di coinvolgere il Partito nelle scelte di opportunità politiche, dalla PDL alla compilazione delle liste, che avrebbero mobilitato i quadri.
Viceversa il senso è stato quello di un diffuso rompete le righe per il quale molti anche dei nostri dirigenti si sono sentiti coinvolti e interpreti di un opportunismo politico che alla fine sta comportando la conclusione di una battaglia che da quindici anni stiamo ostinatamente portando avanti.
È necessario cambiare marcia, affrontare con consapevolezza le sfide che ci si pongono davanti, superare la timidezza dell’opportunismo, costruire con le giuste ambizioni un progetto politico, che sappia, all’interno del contesto che strategicamente abbiamo identificato come naturale, quello del PDL, raccogliere tutti gli innovatori, moderati e riformisti.
Riempire uno spazio lasciato vuoto, ritornare all’utilizzo delle regole della Politica, abbandonare la logiche personalistiche di sopravvivenza, rilanciare viceversa un progetto di “fisiologia politica”, nel quale il confronto, il ragionamento, la strategia, l’intuizione e l’interpretazione del tempo moderno siano la base della moderna Politica.
Se il Partito Socialista così come eravamo abituati a considerarlo non sarà più lo stesso, allo stesso modo, non è venuto meno la necessità di un moderno soggetto Socialista Liberale.
A noi raccogliere la sfida e saper essere i Nuovi Socialisti.
L’alternativa è sparire.

FARE FUTURO: MORONI, “SUI DIRITTI CIVILI, ABBANDONIAMO LE IDEOLOGIE”

(IRIS) – ROMA, 13 MAG – «Le coppie eterosessuali hanno una possibilità di scelta, possono stipulare un contratto con lo Stato, assumersi dei doveri e vedersi riconosciuti dei diritti. Non è accettabile, per me, che le coppie omosessuali non abbiano questa possibilità di scelta e siano, di fatto, escluse dall’accesso a quei diritti che lo Stato, ripeto, garantisce invece alle coppie eterosessuali. Ma non ne voglio fare una questione ideologica. Credo anzi che queste questioni vadano il più possibile de-ideologizzate». Lo sostiene Chiara Moroni, deputata del Pdl, in un’intervista dedicata a laicità, coppie di fatto e fine-vita, pubblicata oggi su Ffwebmagazine, periodico online della Fondazione Farefuturo presieduta da Gianfranco Fini. «Forse uno stimolo potrebbe venire dall’Europa. Ma al di là di questo – e ci sarebbe da chiedersi quanto l’Ue parli realmente con una voce sola anche nel settore dei diritti civili – credo che l’Italia debba “sentire” che c’è una sacca di diritti non riconosciuti a partire dai suoi cittadini, dal suo substrato sociale», prosegue Moroni. Sul testamento biologico, invece, l’auspicio è che si arrivi a «una legge migliore di quella uscita dal Senato» e che «non si segua l’esempio della legge 40, una legge che non esito a definire pessima». Per ottenere quest’obiettivo bisogna operare «rifuggendo, sostanzialmente, dalla tentazione che l’etica e la morale personale di chi siede in Parlamento diventino etica e morale pubblica: questo sarebbe lo specchio di uno Stato etico al quale, credo, nessuno di noi vuole arrivare»; bisogna, insomma, «scrivere una legge che valorizzi la libera autodeterminazione dei cittadini, che permetta alle persone di scegliere il proprio codice etico e morale. Una legge che dia la possibilità di realizzare la propria libera scelta all’interno di un quadro di regole che garantiscano tutti, senza nessuna matrice ideologica, culturale o religiosa. Una legge laica che permetta a tutti di scegliere come vivere, e anche come morire». E mentre Chiara Moroni sul riconoscimento delle coppie di fatto si dice «più ottimista, perché ci sono molti modi per regolamentare la questione, anche partendo da opinioni un po’ diverse», in tema di fine-vita ammette che l’obiettivo è «difficile perché le spinte ideologiche sono molto forti» e «legiferare su un tema così delicato, che coinvolge così intimamente tutte le coscienze è difficile e complicato. Per questo, si deve procedere con grande attenzione». La deputata del Pdl dà anche la sua definizione di laicità: «è un approccio libero, non condizionato da pressioni provenienti dal dogmatismo religioso, ma anche dal dogmatismo culturale – non dimentichiamoci che, in Italia, abbiamo una sinistra comunista e post-comunista estremamente dogmatica dal punto di vista ideologico. Un partito laico, insomma, è un partito che sa appropriarsi del ruolo della politica: esercitare una forma di mediazione fra interessi diversi e spinte opposte». E il Pdl, all’interno del Ppe, potrà «rappresentare un nuovo modello in Europa, una sintesi innovativa di culture e di tradizioni politiche diverse».

Comunicazione della Segreteria Nazionale. Nuovo Psi e Pdl

Il Congresso Costituente del Pdl ha visto la nascita del nuovo soggetto politico formato da Forza Italia, Alleanza Nazionale, dal Nuovo Psi e da altre formazioni politiche.
La fase costituente, che si concluderà nel 2013, prevede un percorso che per quanto ci riguarda si basa sui seguenti punti:
1) Il principio della pari dignità della rappresentanza politica anche negli organi dirigenti nazionali e periferici, tendenzialmente nella misura del 10% complessivamente previsto per i partiti minori.
2) Tutti i soci costituenti si impegnano per le elezioni politiche ed europee a far confluire nel Popolo della libertà il proprio patrimonio politico e la propria forza elettorale attorno ad un unico simbolo e ad un’unica lista: quella del nuovo soggetto politico.
3) Il Nuovo Psi – così come gli altri partiti minori – potrà comunque presentare il proprio simbolo alle elezioni amministrative locali, secondo gli accordi con il coordinamento regionale del Pdl.
Il congresso ha avuto un indubbio successo politico. Nel nostro Paese per i prossimi anni si affermerà una grande formazione politica che unisce nei valori e nei programmi di governo le forze riformiste, liberali e moderate.
L’intervento del premier Berlusconi e dello stesso presidente della Camera Gianfranco Fini – in particolare sui temi dello Stato laico – hanno compreso tutte le priorità ed i temi propri del riformismo socialista e della piattaforma programmatica del nostro Partito, elaborati in questi 14 anni di lavoro comune, che sono stati alla base di una scelta di campo chiara e netta.
In particolare il tema della riforma istituzionale, di un welfare moderno, riassunto nel nostro slogan ‘bisogni e meriti’, e di un programma di modernizzazione del Paese in campo economico e sociale.
L’evoluzione del sistema bipolare conferma la scelta di campo ed incontestabilmente ne trasforma le modalità operative.
Abbiamo deciso di condividere questo progetto attraverso la presentazione di un unico soggetto politico ed un unico simbolo a livello nazionale, viceversa si è previsto di comune accordo di presentare il simbolo del Nuovo Psi, del garofano rosso, alle amministrative a sostegno dei candidati presidenti scelti con gli alleati.
Noi siamo nel Pdl e ne determineremo le scelte politiche ed operative conseguenti. Di fatto costruiamo insieme un nuovo soggetto politico ma manteniamo l’identità e l’autonomia, anche organizzativa, compatibile con il progetto. Non è uno scioglimento, è un atto di evoluzione del percorso unitario che dovrà trovare quegli spazi che sono propri di una forma partito moderna come l’ esempio americano, che sia plurale, sussidiaria e che valorizzi le differenti identità culturali, sociali e territoriali e le diverse storie politiche.
Per questi motivi siamo impegnati a realizzare liste del Nuovo Psi alle prossime elezioni amministrative.

In Italia c’è bisogno di Socialismo

Oggi più che mai si sente il bisogno di socialismo.
Un socialismo da volto umano dare una mano a chi rimane più indietro. A mio avviso al momento attuale non vedo e non credo che possa rinascere, per due motivi ogni gruppo dirigente che si richiama ai valori del socialismo tende a mantenere il proprio posto di assesore di consigliere ecc… alleandosi con il pd o cercando un alleato anche nel centro destra. A mio avviso così non si può andare da nessuna parte se non in un vicolo che non ha sbocchi che porta al disgusto e al fallimento della politica vedi la sardegna astensione altissima. Il pd sta facendo la peggior politica candidando persone a tutti livelli senza un minimo di competenza tanto il loro credo è sempre stato tanto qualcuno pagherà erano pessimi amministratori al tempo del p.c. i.per fortuna non tutti ma a questo bisogna dire che a un certo punto anche il nostro partito in alcune realtà faceva la stessa cosa.
Dobbiamo rinboccarci le maniche e lavorare tutti per riportare dignità morale intellettuale alla politica. Dobbiamo noi per primi ricominciare a tessere la tela per riportare quella moralità che un tempo ormai lontano era propria dei socialisti.Nenni diceva bastano tre persone per fare un partito noi abbiamo il dovere di farlo guardando a quelle persone “Pertini” per la capictà di interpretare sotto tutti i punti il Socialismo.Ecco perchè io sono socialista. Gabriele Franci da Urbino. Per il mio comune cercherò di fare una lista senza pd e pdl e spero che la sezione mi appoggi il segretario sembra daccordo.Le poltrone o la stanza dei bottoni serve se si è incisivi per fare una politica per il cittadino. Grazie compagni.

Oggi più che mai si sente il bisogno di socialismo.
Un socialismo da volto umano dare una mano a chi rimane più indietro. A mio avviso al momento attuale non vedo e non credo che possa rinascere, per due motivi ogni gruppo dirigente che si richiama ai valori del socialismo tende a mantenere il proprio posto di assesore di consigliere ecc… alleandosi con il pd o cercando un alleato anche nel centro destra. A mio avviso così non si può andare da nessuna parte se non in un vicolo che non ha sbocchi che porta al disgusto e al fallimento della politica vedi la sardegna astensione altissima. Il pd sta facendo la peggior politica candidando persone a tutti livelli senza un minimo di competenza tanto il loro credo è sempre stato tanto qualcuno pagherà erano pessimi amministratori al tempo del p.c. i.per fortuna non tutti ma a questo bisogna dire che a un certo punto anche il nostro partito in alcune realtà faceva la stessa cosa.
Dobbiamo rinboccarci le maniche e lavorare tutti per riportare dignità morale intellettuale alla politica. Dobbiamo noi per primi ricominciare a tessere la tela per riportare quella moralità che un tempo ormai lontano era propria dei socialisti.Nenni diceva bastano tre persone per fare un partito noi abbiamo il dovere di farlo guardando a quelle persone “Pertini” per la capictà di interpretare sotto tutti i punti il Socialismo.Ecco perchè io sono socialista. Gabriele Franci da Urbino. Per il mio comune cercherò di fare una lista senza pd e pdl e spero che la sezione mi appoggi il segretario sembra daccordo.Le poltrone o la stanza dei bottoni serve se si è incisivi per fare una politica per il cittadino.
gabrielefranci@hotmail.it
gabriele

Il Governo ha scelto in coscienza

Il Governo ha scelto in coscienza

La strada della casa di ricovero “la Quiete” ha diviso, non solo simbolicamente, il Paese.
I marciapiedi che la delimitano hanno ospitato in questi giorni le due “Coscienze”, quella per la vita e quella in difesa della scelta della famiglia. L’Italia si è divisa, ha partecipato con passione civile e morale alla vicenda di Eluana, diventata simbolo e testimonianza di migliaia di casi analoghi che sconvolgono tante famiglie italiane.
La scelta dei familiari è stata quella di rendere esplicito, coinvolgendo lo Stato attraverso una decisione formale, quello che viene generalmente lasciato alla valutazione del medico e alla riservatezza dei congiunti.
Tutto è partito, in carenza di norme specifiche sul tema, da una sentenza della magistratura – è bene ricordare fatta di uomini in carne ed ossa – quantomeno discutibile. Discutibile dal punto di vista giuridico, perché si è deliberato in carenza di un quadro normativo definito, e da quello formale con una ricostruzione storica forzata, per non dire fantasiosa, della volontà espressa 17 anni prima da Eluana.
Ha fatto bene, quindi, il Governo ad intervenire e Berlusconi a mettere in campo tutta la determinazione possibile. Dal versante politico si è parlato e dichiarato troppo. Chi doveva farlo per ragioni istituzionali o funzionali lo ha fatto spesso con maggiore equilibrio di chi non ne aveva né ruolo né competenza.
Per questo noi siamo rimasti in rispettoso silenzio, ma non inerti, avendo già da tempo con Lucio Barani, a nome del Nuovo PSI, firmato una proposta di legge sul testamento biologico e chiestone la calendarizzazione.
Sui temi etici e della vita la migliore tradizione socialista – riformista si è sempre contraddistinta per scelte equilibrate. Non ha mai eretto muri – viene da pensare all’iniziativa prevista dal PS di Nencini di innalzare un muro simbolico tra Vaticano e Stato – ma ha sempre combattuto per abbatterli, e non si è mai riconosciuta in posizioni laiciste o anticlericali. Con Craxi ha contribuito, con la firma del Concordato, a definire, in un quadro condiviso, migliori rapporti tra Stato e Chiesa.
Sul caso di Eluana Englaro una parte della sinistra ha usato strumentalmente persino il principio di libertà di scelta della persona , per sostenere il fine vita. Ma di quale libertà si parla! Non di certo di quella di chi in piena coscienza decide – in forza di limiti previsti da una normativa sul testamento biologico – di rifiutare, in casi estremi, l’accanimento teraupetico.
Si rischia di determinare, in linea di principio, una eutanasia – premesso che la si accetti – determinata da altri e quindi non esplicitamente richiesta, non volontaria. Personalmente sono contrario alla eutanasia, ma anche in un quadro normativo definito, è impensabile che questa avvenga con l’interruzione imposta dell’alimentazione e dell’idratazione di una persona in coma vegetativo, ma pur sempre viva.
La scelta della legge è una scelta laica, così come lo è il dubbio difronte a casi come questo. Su questi presupposti si è mosso il Governo per intervenire, anche con decretazione d’urgenza, in piena coscienza e senza condizionamenti.
Come si può, infine, rimproverare o contestare la Chiesa per essere intervenuta con forza sul caso? E’ questa materia che coinvolge valori e principi propri della sua missione; e se la sua voce è forte, maggiore deve essere il rispetto.

Stefano Caldoro
Segretario NAzionale Nuovo PSI

Del Nuovo Ordine Mondiale, dell’Europa, del PDL, del Socialismo Liberale

Parte 1a

Forse il crollo del muro di Berlino non è stato l’inizio di una nuova era, ma la fine della vecchia.
Tutti noi non siamo stati in grado di capire i mutamenti le evoluzioni, il nuovo ordine mondiale che da li ne sarebbe scaturito.
Con il senno del poi è molto facile capire che uno squilibrio, quale era infatti lo strapotere egemonico degli USA, avrebbe generato un nuovo equilibrio; e così è.
Gli Stati Uniti hanno con molta probabilità sottovalutato la debolezza Russa, non hanno considerato a sufficienza la crescita della Cina, e sempre molto probabilmente hanno creduto che il mondo arabo sarebbe stato controllato dallo stato israeliano.
Hanno pensato che la debolezza dell’Europa, colpita in tutti gli Stati da una forma più o meno violenta di “Mani Pulite”, in un ordine che non prevedeva un contraltare agli USA, non sarebbe stato un problema.
L’Europa, nondimeno non ha saputo compiere quella trasformazione che era cominciata a Maastricht, quando firmando quel famoso trattato si era pensato più ad un’Europa unita politicamente che economicamente.
Si è assistito in forme più o meno evidenti ad un crollo della Politica tradizionale, per come l’abbiamo conosciuta nel secondo dopoguerra, alla assenza di ideologie e culture, al crollo non solo dei partiti ma soprattutto delle loro funzioni di equilibrio e di garanzia nella crescita e sviluppo della Società.
Anche l’Europa, liberata dal pericolo Comunista ha pensato che tutto si sarebbe potuto risolvere con un equilibrio economico; si è giunti così alla moneta unica che ha unito solo interessi economici e speculazioni generando povertà e malesseri; l’Inghilterra è rimasta fuori da questa operazione, mantenendo invece una autonomia di pensiero e di politica che ha permesso fino ad oggi di affrontare la situazione in maniera diversa, non so se migliore, ma certamente diversa.
L’Italia ha affrontato il dopo Berlino nel momento peggiore, avendo subito più di tutte l’operazione scientifica del colpo di stato, che ha portato un intero sistema al crollo senza che vi sia stata una classe dirigente adeguatamente preparata a sostituire coloro i quali avevano gestito fino ad allora le vicende del nostro Paese.
Siamo così giunti al Berlusconismo e a tutto quello che nel bene ( io penso molto) e nel male tutto ciò ha significato.
Da 15 anni stiamo assistendo alla mortificazione dei progetti dello sviluppo della crescita politica del nostro Paese, all’incapacità di affrontare situazioni che siano di prospettiva.
Il nostro Paese è stato sottoposto ad un sistematico saccheggio; l’assenza del controllo politico ha fatto si che le speculazioni siano avvenute senza scrupoli e criteri: Telecom, Parmalat, il sistema bancario ci riportano alla mente situazioni che sarebbero state inimmaginabili in un sistema politico come quello cui noi eravamo abituati prima del crollo dell’URSS.

Film su Craxi Sabato 3 Gennaio

Sabato 3 gennaio in seconda serata ore 22.30 su Canale 5 viene trasmesso il Film su Bettino Craxi “La mia vita è stata una corsa” con la regia di Paolo Pizzolante.

Una vita vissuta di corsa, fatta di scatti d’orgoglio («non prendiamo lezioni dai
comunisti»), di responsabilità («se perdo il referendum sulla Scala Mobile mi dimetto
un minuto dopo»), d’onore (Sigonella), di giustizia (aiuto al dissenso internazionale).
Lasciando ai documenti, senza filtri, illustrare la rivoluzione giudiziaria del ’92, le ultime
scene del film accendono il faro sull’esilio ad Hammamet, dal 1994 al 2000: «Io la
considero la morte. Perché per me, la mia libertà equivale alla mia vita».

Approfitto per formulare a tutti i migliori auguri di buon anno.

Giovanni Bertoldi – Segretario Nuovo PSI Emilia Romagna