Hans Christian Andersen scrisse una famosissima favola: “I vestiti nuovi dell’Imperatoreâ€. Un re viene convinto, da due imbroglioni, di vestirsi con tessuti magici da poter essere visti solo da persone intelligenti rendendoli invece invisibili agli stolti ed incapaci. Rassicurato dai suoi cortigiani compiacenti, sfila per la città tra gli applausi dei cittadini impauriti a contraddirlo finché un bimbo non grida: “ma l’imperatore è nudoâ€.
Cosa pensiamo noi di essere o di rappresentare? E soprattutto, sappiamo veramente chi siamo?
Oltre a guardarci e parlarci allo specchio siamo in grado di vedere la realtà esterna?
Siamo una piccolissima realtà politica che vorrebbe rappresentare una grande storia. Ma una grande storia è fatta di grandi eventi e di grandi uomini e non è riducibile in un piccolo contenitore pieno di buchi.
Il dibattito del Partito si sta avviando ad una nova divisione interna, ad una nuova contrapposizione, ad un nuovo scontro. Se Eugène Ionesco fosse vivo ci dedicherebbe sicuramente una sua sceneggiatura del teatro dell’assurdo.
In una forza politica c’è una legge direttamente proporzionale alla autorevolezza del suo leader.
Ci può essere un Partito Radicale senza Pannella o una Forza Italica senza Berlusconi, una Lega senza Bossi? Ci può essere quindi un nuovo PSI senza De Michelis? Se il coraggio di vedere la verità è superiore all’ambizione del desiderio allora la realtà è molto più semplice e brutale.
Non esistono due linee politiche nel Partito semplicemente perché il nostro “recipiente†non può contenerle. Chi forza questa regola cade nel pubblico ridicolo, nel paradossale, nel velleitario,
Gli sforzi assolutamente encomiabili che alcuni nostri compagni fanno, come Mauro Del Bue ed ora anche Lucio Barani, per metter tutti d’accordo sono esercizi d’intelligenza sprecata semplicemente perché la divisione non è compatibile.
La verità vera e sincera, non è la linea politica, ma è il leader: Il re è appunto nudo.
Il ridicolo in cui l’imperatore era caduto fu colpa soprattutto dei suoi cortigiani che si affrettarono a lodare le sue affermazioni senza consigliargli la scelta più giusta.
Gianni De Michelis è inadeguato a condurre il Nuovo PSI e quindi ad aprire le trattative per la Costituente Socialista?
Vi rispondo io: forse si.
Insuperabile è il suo valore nell’elaborazione analitica e nella creatività politica. Debolissima invece è la sua capacità di scelta di uomini e di tattiche. Nanni Ricevuto, Chiara Moroni, Claudio Nicolini, Luca Barbareschi ecc. ecc e lo stesso Stefano Caldoro sono state persone volute, scelte ed imposte da Gianni stesso. Il peso egemonico che il Partito ha subito negli anni scorsi dalla componente Calabrese, che tanto danno ha fatto, ha avuto la copertura dal nostro segretario.
Se, come ipotesi di questo ragionamento, De Michelis è inadeguato a guidare ancora il NUOVOPSI chi è allora il leader alternativo? Chi il migliore del relativo?
Le contrapposizioni in questo nostro piccolo movimento non sono mai state politiche, bensì scontri tra uomini ed egemonie. Questo spiega anche le manifestazioni violente che abbiamo più volte subito. Le diversità di linee politiche sono i fasulli tessuti magici con cui gli â€imperatori†pensano di essere vestiti.
Oggi non abbiamo due linnee politiche perché, molto semplicemente, apparteniamo al mondo gassoso e non più a quello solido.
Oggi abbiamo solo due alternative: o seguire il nostro leader Gianni De Michelis, con tutte le riserve che questo comporta, o chiudere le porte alle nostre speranze.
Oggi non possiamo subire divisioni che taglierebbero solo l’aria, ma dobbiamo invece fare l’unica vera cosa intelligente ed efficace: compattarci!
Solo una forte e compatta squadra, sia pur minuscola, può superare ostacoli difficili. Per fare questo però ci vuole un gruppo dirigente composto più da consiglieri che cortigiani. Mosso più da interessi collettivi che individuali. Rigenerato più dall’audacia che dalla prudenza. Decisioni collegiali e condivise. Scelte di gestione trasparenti e partecipate.
Come ho già avuto modo di dire qui non si tratta di sostituire nessuno, ci sono da noi valori di grande esperienza e capacità , si tratta però di far suonare un’altra musica all’orchestra, di rinnovare il repertorio.
Il maestro di musica va esaltato, perché è il migliore e non ne abbiamo altri, ma decisamente corretto perché anche il suo destino è legato alla sua orchestra.
Sergio Verrecchia