ENERGIA, OCCASIONE ANCHE CONTRO LA RECESSIONE

Le misure assunte dal Governo Berlusconi per contrastare la recessione, con il varo del pacchetto investimenti (16,6 miliardi per opere infrastrutturali) , e con l’approvazione della legge anticrisi, sono tra le più azzeccate e politicamente più lungimiranti com’è stato riconosciuto da tutta la Comunità occidentale. Da una parte infatti tendono ad offrire uno sbocco a quanti perderanno il posto di lavoro e saranno costretti ad ingrossare le fila dei disoccupati, ma dall’altra aiuteranno a far crescere realmente l’intero Paese.

Non si tratta di investimenti tesi a far scavare buche ad alcuni e a farle riempire ad altri, ma di investimenti tesi a rammodernare effettivamente il paese come sono le opere pubbliche e quelle infrastrutturali. Eppure c’è stato chi ha storto il naso e ha dichiarato forte il suo NO. Per i tempi che si stanno vivendo non è una normale prassi tra maggioranza e opposizione. Oh Dio, non che ci si scandalizzi più di tanto per questa ennesima dimostrazione di cecità a fronte della crisi che stiamo attraversando, ma non sarebbe stato un errore l’evitare il ripetersi dello medesimo ritornello.

Un ritornello che abbiamo purtroppo avuto modo di ascoltare anche in Calabria, dove è sconcertante che si rifiuti un investimento PRIVATO di 1 miliardo e 300 milioni di euro per la costruzione di una Centrale a carbone in quel di Saline Joniche. Tale rifiuto non è espresso solo dalle normali e tradizionali vestali del NO (associazioni verdi, partiti di estrema sinistra, santoni di ogni risma, predicatori ecologici, ecc.) che, a prescindere, sono sempre contro, ma esso è espresso dalla Giunta regionale Loiero che così facendo condanna una delle zone più degradate della Calabria a mantenere il proprio sottosviluppo e continuare con la propria endemica miseria.

E’ comunque opportuno ricordare:
• che l’investimento servirebbe a lenire la forte disoccupazione esistente nella zona;
• che esso si inquadrerebbe nell’azione dei governi occidentali per fronteggiare la gravissima recessione esistente;
• che servirebbe a ridurre in modo consistente l’importazione di energia dai paesi confinanti (conseguenza questa da addebitare alla casta del NO che bloccò, a suo tempo, le avviate costruzioni di alcune centrali nucleari);
• che esso aprirebbe, finalmente, le porte ad uno sviluppo economico e sociale nell’intera zona grecanica ch’è la più derelitta dell’intera Calabria.

Nessuno comunque, vuol imporre insediamenti che non garantiscano la salute dei cittadini e la salvaguardia del territorio ospitante. A tal fine vanno rivendicate ed ottenute tutte le nuove ed ultime tecnologie che riducono a zero l’impatto ambientale. Si tratta di utilizzare il modernissimo sistema produttivo dell’energia dal carbone che viene impiegato in Giappone.

Il resto è una conseguenza logica, per cui non vale la pena accapigliarsi su cosa sia necessario ‘avere’ prima, se l’uovo oppure la gallina. E’ chiaro infatti che l’investimento di 1 miliardo e 300 milioni di euro ‘trascina’ altri investimenti a partire dall’attivazione del porto, dal suo mantenimento in efficienza e dal suo uso non esclusivo per il carbone, e continuando con le necessarie infrastrutture di collegamento con il resto della provincia e con lo stesso Paese, arrivando fino ad ‘aiutare’ lo sviluppo turistico d’accoglienza usando anche l’incentivo energetico.

Una Calabria non chiusa agli investimenti cosiddetti ‘scomodi’, spesso fatti apparire tali solo con la vergognosa propaganda ‘verdastra’, avrà tutte le carte in regola per ‘pretendere’ un’attenzione diversa da parte del potere centrale. Illudersi che la manna possa autonomamente cadere dal cielo è una pia illusione come i lustri che ci stanno alle spalle hanno dimostrato ampiamente. Non esistono, infatti, altre strade per il decollo economico e sociale di questa martoriata terra. Chi sostiene il contrario è solo un ciarlatano, portatore non sano dell’ennesimo imbroglio politico culturale a danno dei calabresi. La Regione eviti d’apparire tale e coordini con sapienza e pazienza gli Enti locali interessati. L’occasione che si offre, nell’interesse della Calabria e dell’intero Paese, non va sprecata ancora una volta.
Giovanni ALVARO

Reggio Calabria, 21.1.2009

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