A che serve la riunione del 14, con queste premesse?

 

  

 

                               Avevamo pensato, interpretando gli orientamenti della stragrande maggioranza dei compagni calabresi, che la riunione del 14 aprile potesse essere utilizzata, in un clima rasserenato, per riprendere le fila di un dibattito che dovrebbe, pur nella diversità dei convincimenti, vederci comunque uniti. Sostenevamo che non ci si poteva permettere il lusso di scivolare nel baratro dell’ennesima scissione.   

                               Avevamo quindi salutato positivamente la raccomandazione del compagno Mauro Del Bue acchè la riunione di Sabato potesse svolgersi nel massimo rispetto per le opinioni di tutti, senza processi o criminalizzazioni, ma l’intervento del compagno Verrecchia sembra andare decisamente in altra direzione. E così certamente non va. Se questo è il terreno di confronto per ritrovare i comuni denominatori dello stare assieme, siamo lontani anni luce da ipotesi di reale ricomposizione. E vediamo comunque perché. 

                               Verrecchia parte, e non a caso, contestando la validità delle ‘presunte’ decisioni ‘non accettabili’ del CN del 31 marzo dimenticando che il documento è stato messo ai voti dal compagno Pizzo e che ha ricevuto solo 5 voti contrari. Il concetto di maggioranza e minoranza che si ha è chiaramente fuori da ogni logica, ed è altrettanto fuori da ogni logica anche il continuare a pensare che le decisioni assunte siano cancellabili. La più importante di dette decisioni è la convocazione del Congresso nazionale per il 23 e 24 giugno prossimi.  

                               Subito dopo Verrecchia ripropone la lettura strumentale delle decisioni del 17 novembre pensando di cogliere una contraddizione tra quanto deciso e quanto il Coordinatore nazionale, Stefano Caldoro, (contro il quale bisognerebbe smetterla di continuare a seminare veleni) dichiara nelle sue interviste. Ci si dimentica che mai è stato deciso che bisognava collocarsi fuori dalla Casa delle Libertà, ma si è semplicemente affermato, tra l’altro all’unanimità, che “il Nuovo Psi è forza politica autonoma della sinistra riformista e liberale, collocata all’opposizione del governo Prodi, distinta dalla Casa delle libertà, che peraltro non esiste più, almeno nelle forme del passato, che hanno consentito un’alleanza politica ed elettorale col nostro partito”. In nessun passaggio è sancita la rottura dell’alleanza: il senso del deliberato è che era necessario rinegoziare i termini del nuovo possibile accordo. Che l’esperienza con la Casa delle Libertà, in un sistema bipolare, sia da considerarsi esaurita è solo un convincimento del compagno Verrecchia e non un deliberato del nostro Partito. L’alleanza, in un sistema bipolare, pur nell’autonomia e nella difesa dell’identità, è semplicemente vitale. 

                               Verrecchia tra l’altro fa finta di ignorare che non c’è neanche, nelle decisioni del 17 novembre, la delega al Segretario per ‘sposare’ Bertinoro col carico di ambiguità e voglia di traghettamento della nostra comunità nella cosiddetta sinistra dominata dai comunisti, ex e post che siano. Nessuno ha conferito al Segretario la delega per avviare la Costituente socialista tra gli spezzoni della diaspora e gli scontenti, di altre formazioni, notoriamente antisocialisti. Cosa avvita pur avendo dichiarato ripetutamente che parlava a titolo personale. C’era invece, ed è stato completamente affossato, l’impegno a convocare il CN il 7 febbraio 2007 per decidere la data del Congresso unico organo abilitato a cambiare linea politica.  

                               Il Consiglio è stato convocato, a denti stretti, il 31 marzo sol perché ben 7 regioni ne avevano chiesto la convocazione, ed era estremamente difficile ignorare questa richiesta senza correre il rischio di una convocazione che poteva essere fatta da qualche Magistrato. Forse questa legittima e statutaria richiesta è alla base delle difficoltà che la riunione ha registrato all’Hotel Palatino.  

                               Tutto il resto, scritto da Verrecchia, è di competenza del Congresso, perchè senza regole certe gli appelli all’unità lasciano il tempo che trovano. Ma Sabato 14 aprile, a questo punto, a che serve? A dilaniarci ulteriormente? Forse il tempo delle riflessioni pacate è ancora lontano. Aspettiamo la fine della campagna elettorale amministrativa, e forse dopo sarà più facile rimetterci a discutere di politica e del Partito. 

Il Gruppo dirigente calabrese del Nuovo PSIAdolfo Collice                     – Commissario Regionale Giovanni Alvaro                  – Commissario Reggio CalabriaGianfranco Bonofiglio        – Commissario CosenzaDomenico Fulciniti              – Commissario CatanzaroCarlo Pantano                      – Commissario Vibo Valentia

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La redazione di Pensiero Socialista

Un commento su “A che serve la riunione del 14, con queste premesse?”

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    vorrei capire le finalità di questo sito.
    E’ una variabile di http://www.nuovopsi.com? del suo forum ? per pubblicare dei contributi cosa bisogna fare ?
    Tutto quello che vi ho letto mi sembra già apparso sul sito succcitato. chi è il webmaster ? Grazie e un abbraccio.

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