DE MICHELIS: E’ CADUTA L’ULTIMA MASCHERA

Nel Corriere della Sera di oggi, Lunedì 29 ottobre, a pagina 16, in un riquadro, campeggia la notizia di una ‘Farnesina bipartisan’ perché De Michelis sarebbe stato inserito, da D’Alema, in un Comitato di esperti (‘Gruppo di riflessione strategica’) incaricato di studiare … bla… bla… bla… Per chi è addentro alle vicende socialiste il termine bipartisan, riferito a De Michelis, suona veramente male, anche perché egli non rappresenta più quella fetta di socialisti che, ultimo con Bettino Craxi, si è sottratta all’egemonia comunista   

De Michelis dopo aver tuonato, per anni, contro il bipolarismo bastardo ha creduto conveniente e opportuno superare la ‘bastardaggine’ del bipolarismo, entrando, senza alcuna vergogna,  nella corte del vero capo dei post comunisti,  Massimo D’Alema, che lo ha inserito, ma guarda le coincidenze, nel gruppo ‘strategico’, nella sua qualità di Presidente dell’IPALMO (Istituto per le relazioni con i Paesi di Africa, America Latina  e Medio e Estremo Oriente) che dipende dal Ministro degli Esteri (D’Alema) sia per la nomina che per i finanziamenti, tra l’altro, si dice, abbastanza cospicui.

Alla domanda, ingenuamente posta da molti compagni, sul perché De Michelis avesse osteggiato la scissione di Bobo e Zavettieri, (che nell’autunno del 2005, avevano provocato una scissione che ha permesso la vittoria di Romano Prodi), se poi doveva arrivare allo stesso risultato anche se ammantato da un grande specchietto per le allodole qual’è la Costituente Socialista, a quella domanda la risposta arriva, netta e chiara, dalla notizia pubblicata dal Corriere.

De Michelis non si aspettava la vittoria di Prodi, e quando essa è arrivata, ha avuto paura di perdere posizioni personali faticosamente raggiunte, per cui ha cominciato a tessere le sue trame ed avviato un percorso di avvicinamento all’attuale sinistra, il tutto per non perdere quanto aveva ottenuto: pur di mantenere la Presidenza dell’Ipalmo (con i finanziamenti cospicui di cui si parla) De Michelis ha, infatti, dato vita ad un percorso che, nelle intenzioni, doveva o traghettare il Nuovo PSI nella ’armata Brancaleone’ di Prodi, o letteralmente distruggerlo.

Non so se questo è il prezzo richiesto da D’Alema, ma sta di fatto che è riuscito a coinvolgere  anche diversi apprezzati e onesti compagni che, non sapendo rispondere alla domanda sul perché, lo hanno seguito nell’avventura. Oggi le cose sono finalmente chiare e nette. Solo chi non vuol vedere continuerà a non scorgere i risvolti e gli interessi personali in una vicenda che di politico non ha proprio nulla. E mentre amaramente esterniamo queste riflessioni bisogna dare atto a Saverio Zavettieri che in tempi non sospetti aveva messo in guardia dai pericoli rappresentati dall’IPALMO.

Per fortuna il grosso, se non la quasi totalità del Partito, ha rifiutato le lusinghe della sirena De Michelis ed ha bloccato l’opera di scioglimento del Partito mantenendo in piedi il Garofano del Nuovo PSI con il quale si intende continuare la tradizione riformista che ha avuto il suo massimo splendore lontano dall’egemonia comunista.

A De Michelis, e mi dispiace,  non esprimo nessun augurio di un buon viaggio, anche perché gli auguri li riservo a noi stessi, che con mille sacrifici,  intendiamo continuare a far vivere la storia dei Turati, dei Saragat, dei Nenni e soprattutto di Bettino Craxi, che solo in noi, unici e veri eredi di una storia centenaria, può trovare la continuità. 

(Adolfo Collice)
Vice Segretario Nazionale e Segretario della Calabria

Reggio Calabria 29.10.2007

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